30•capitolo - La mia persona -

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Il rientro a casa non è facile per me, soprattutto perché Giorgia non mi ha neanche detto addio a voce, sul letto dove abbiamo fatto l'amore mi ha fatto trovare un biglietto che diceva in poche parole che è stato bello ma che non ci saremmo più rivisti. Non vorrei neppure spiegare come mi sono sentito: mi ha squarciato questa affermazione perché, anche se ne avevamo parlato la sera prima, nel momento in cui ci siamo stretti l'uno all'altro ho sperato che quel momento non finisse mai. Ma come ogni cosa, i minuti e le ore passano, da quelle non si può scappare e ho dovuto fare i conti col fatto che quello era il nostro ultimo giorno insieme e che, probabilmente, la rivedrò solo a qualche riunione organizzata dai miei amici ma niente sarà più come la scorsa notte, tutto cambierà.

«Ah sei tornato!» Claudia mi sta guardando, mi rendo conto di non aver neanche le forze per dire alcunché dunque rimango in silenzio ad osservarla. «Dove sei stato? Ti rendi conto che mi sono preoccupata da morire!» sbotta, ha già le solite lacrime agli occhi e io sbuffo sonoramente tutta l'aria che ho in corpo. Tutta l'ansia accumulata non solo per lei, ma anche per Giorgia. Mi ha incasinato la vita quella ragazza.

«Non c'era bisogno ti preoccupassi!» asserisco sperando che mi lasci in pace e che mi faccia andare a riposare, sono sfiancato da troppe cose.

«Umberto...» si avvicina, gli occhi sui miei non mi lasciano neppure un secondo, mi scruta, mi studia. «Dove sei stato?»

«Non vuoi davvero saperlo!» porto una mano tra i capelli incastrandola e continuo a guardarla, Claudia adesso piange sul serio, dagli occhi scorrono lacrime che si affretta a togliere con le mani.

«Sei stato da lei?»

Non mento, no, non lo farò.

«Si!» confermo, «sono stato da lei e non c'è bisogno che io ti dica cosa è successo tra noi!»

«E me lo dici anche!» la voce si incrina e fa fatica anche a parlare.

«Vuoi che faccia come te? Vuoi che menta? Sono stato da lei e, se non mi avesse mandato via, avrei continuato a starci. Ma almeno io non ho tradito nessuno, non mi pare che stiamo insieme!» abbassa lo sguardo e annuisce, quasi ne stesse prendendo consapevolezza. Poi torna nei miei occhi e so che vorrebbe farmi quella domanda, che ce l'ha incastrato in gola quel quesito, ma anche se schiude le labbra non lo fa, quasi ne avesse terrore.

«Continuerai a rinfacciarmelo? Perché sei qui con me se continui a disprezzarmi?» sbotta con un filo di voce. «Non voglio che tu stia con me per lui!» e si tocca la pancia. Deglutisco fiotti di saliva e mi viene in mente ciò che mi ha detto Giorgia, di dargliela una possibilità di redenzione, solo che da quando c'è lei nella mia vita è diventato tutto più difficile e anche terribilmente facile.

«È meglio che rimandiamo il discorso!»

E lo rimandiamo per quasi un mese questo discorso, è come il vaso di Pandora, da non aprire! Io e lei non ci avviciniamo mai, solo per le situazioni importanti, so che ci soffre ma per me non è facile lasciare tutto quello che è successo alle spalle.

È fine novembre quando vengono a farci visita Riccardo e Sam, con la bambina ovviamente. Quando Riccardo mi vede, alza gli occhi, sa che cosa voglio chiedergli, non faccio altro. Da quando ho visto l'ultima volta Giorgia, so che non avrei dovuto, ma ho continuato a chiamarla, a scriverle, tuttavia non mi ha risposto neppure una volta. Addirittura il suo telefono risulta spento, mi sono preoccupato all'inizio, ma Riccardo mi ha fatto ben capire che non c'era nulla di cui preoccuparsi ma era fatto di proposito. Il problema è che io quella ragazza non me la tolgo dalla mente, ho bisogno di vederla e se non posso, almeno di sentirla. Sono un egoista, lo so, dovrei lasciarla andare e concentrarmi su Claudia, ma non riesco a farlo se so che esiste. È impossibile cancellarla.

The last Day (Completa)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora