Paolo mi sta osservando con quell'aura severa di chi è terribilmente nervoso. Insomma, tutti i torti non ce l'ha, un qualsiasi datore di lavoro mi avrebbe già licenziato per quello che ho fatto l'altro giorno. Nell'inseguire Claudia me ne sono infischiato del ristorante e l'ho lasciato aperto, una negligenza da parte mia imperdonabile ma che spero lui possa comprendere.
Nell'avvicinarmi a lui mostro un sorrisetto, uno di quelli che lui sbeffeggia sempre, asserisce che è il mio modo per cercare di discolparmi, non credo che questa volta gli faccia tanto piacere vederlo sul mio viso. Prendo un profondo respiro prima di raggiungerlo, ho la mano tra i capelli e tengo il labbro inferiore tra i denti.
«Ti rendi conto di quello che hai fatto?» il tono grave con cui lo dice mi fa arricciare la pelle. Mi è capitato diverse volte di vederlo arrabbiato, molte con me, ma questa volta so che la situazione è più seria. Sarebbe potuto succedere qualsiasi disastro nelle ore notturne e il fatto di aver lasciato aperto faceva di me il colpevole di ciò. «E togliti quel sorrisetto dalla faccia!» sbotta esausto.
«Almeno funziona...!?» lascio la frase in sospeso e noto che lui mi guarda interrogativo. «Cioè... il mio sorrisetto»
«Umberto!» alza il tono di voce sul mio nome, «quello che hai fatto è molto grave e non c'è nulla da scherzare» respira a fatica e smette di guardarmi, addirittura ad un certo punto mi dà le spalle come volesse pensare senza farsi coinvolgere dai sentimenti.«Dovrei licenziarti, senza ripensamenti, in tronco!» è sempre più severo nel dirmelo, gli occhi iniettati di sangue.
«Ma?» mi scappa un sorriso che tiro subito indietro quando mi accorgo che si è innervosito ancora di più.
«Non c'è nessun ma, Umberto. Tu ti approfitti del fatto che ti ho sempre visto come un figlio, ma non puoi essere così incosciente. Se ti devi fare le tue scopate, il ristorante non è per niente il posto giusto. Questo...» indica dietro di lui, «è il posto di lavoro e se fosse accaduto qualcosa...»
«Per fortuna non è successo» gli faccio notare, e lui ancora una volta mi rivolge uno sguardo crudele. «Insomma, mi licenzi o no?» infine chiedo, tanto se devo andarmi a cercare un altro lavoro preferisco saperlo subito.
Lui muove la testa esasperato, non gli piace mai come mi rivolgo a lui e mi rendo conto di non aver filtri, che a volte non so come comportarmi in certe situazioni, ma lui sa bene come sono fatto.
«Devi ringraziare che conosco tua madre dai tempi delle scuole, che ti voglio bene quasi fossi un figlio, perché non sono comportamenti da avere. Per questa volta passi, ma ti assicuro: un'altra bravata del genere e hai chiuso!»
«Vedi che alla fine c'era un ma?» cerco di addolcirlo con un sorriso, lui tenta di trattenersi ma poi non ce la fa e gli esce una mezza risata.
«Sei davvero uno stronzo, lo sai vero?»
«Certo che lo sono» annuisco consapevole, «ma insomma sono anche il più bel cuoco di Napoli, quello che ti fa guadagnare di più per la sua bravura; cosa mi manca?»scrollo le spalle e stringo i capelli tra le mani.
«Un po' di giudizio!» ammette Paolo, ma ormai la situazione si è alleggerita. «Dai, ora mettiti a lavorare prima che me ne penta»
Infatti è proprio ciò che faccio, cerco di concentrarmi sul lavoro e non pensare più alle parole di Claudia, quelle in cui affermava che non mi avrebbe mai voluto come padre di suo figlio. Lo so che probabilmente era motivata dalla rabbia, ma io quelle parole lì non me le tolgo dalla mente. Nei momenti liberi invece provo a chiamare Giorgia, le avrò fatto come minimo cinque chiamate alle quali non ha risposto neanche una volta. Non voglio giustificarmi perché, se tornassi indietro, correrei ancora dietro a Claudia, però sono stato molto ingiusto con lei visto che in queste settimane c'è sempre stata per me. Ho provato a scriverle messaggi per provare a parlarle, ma niente anche in questo caso non ho avuto alcuna risposta. Sospiro sconfitto e mi appoggio al bancone della cucina, in quel momento entra Paolo che mi guarda da lontano. Nonostante non mi abbia licenziato, si vede che è ancora risentito e non posso biasimarlo per questo. Ho combinato casini su casini in questi giorni.
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The last Day (Completa)
Roman d'amourUmberto ha sempre la battuta pronta, dice la sua in maniera spontanea senza pensare ai sentimenti delle persone. Sì, perché lui non è molto empatico, non capisce che alcune parole possono ferire. Nessuno, guardandolo, penserebbe che ne ha passate ta...