8•capitolo -Ho un debole per le tue labbra-

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Quando arrivo davanti casa mia, mi viene un colpo nel trovarla già davanti come se mi stesse aspettando con ansia. Le mie labbra si allargano in un sorriso, il mio cuore si rasserena per un attimo. Lei ha questo potere su di me, riesce a liberarmi dai cattivi pensieri, come se fosse stata creata per darmi la quiete di cui ho bisogno ma che ho perso da un po'.

«Non dovevi aspettarmi nuda in camera? Io avevo portato i profilattici» la punzecchio, ma come al solito nel suo viso non appare nessuno sconcerto, anzi sulle sue labbra appare un sorriso malizioso.

«Ci hai messo un po' troppo ad arrivare e ho avuto il tempo di vestirmi» si avvicina, ormai ad un soffio dalle mie labbra riesco a sentire il suo profumo pungermi il naso, ogni volta ho la sensazione di non sapere cosa fare quando lei mi è vicina, e questa si che è una novità per me. Qualsiasi altra donna l'avrei già baciata e fatta mia, con lei mi freno, me lo impongo e non è solamente perché qualcuno me lo ha vietato. Non so esattamente per quale motivo mi comporti così. «Oltretutto, poi Riccardo si arrabbierebbe» la sua espressione furba mi lascia di stucco. E lei come fa a sapere che è Riccardo ad avermi imposto un veto nei suoi confronti?

Ci metto un po' a rispondere, stringo i capelli tra le mani e lei si diverte a vedermi imbarazzato, non fa assolutamente nulla per nasconderlo.

«Tu che ne sai?»

«Io so tutto» poi mi oltrepassa e va verso la mia vespa, come se io non esistessi. La seguo e vorrei davvero comprendere come sappia di Riccardo, ma quando indossa il casco e la vedo sorridermi, me ne frego e indosso il mio.

La porto in una sala giochi nei dintorni, entriamo e prendiamo da bere prima di vedere ancora dipinta sul volto della bionda un'espressione furba, so già che sta tramando qualcosa.
«Giochiamo?» chiede indicando il tavolo da biliardo di fronte a noi.

«Se vuoi si, ma ti avviso: sono troppo forte in questo gioco, sarà un duro colpo per il tuo ego» la prendo in giro, anche se è vero: poche persone sono riuscite a battermi. Me la cavo abbastanza bene.

«Dispiacerà a me per il tuo ego» mi sfiora le labbra nel dirlo, rimango intontito a guardare i suoi occhi azzurri infrangersi contro i miei, non riesco neppure a muovermi perché spostarmi significherebbe non sentire più il suo fiato sul mio e ne voglio ancora un po'.

Giuro che non so come sto facendo a trattenermi dal baciarla, tutto di lei è intrigante, quasi fosse una droga, ne conosci il rischio ma ne hai comunque voglia.

La seguo senza dire nulla, prende la stecca e gli mette il gesso. Anche questo movimento, fatto da lei, diventa intrigante considerando che mentre lo fa non smette di guardarmi negli occhi e nemmeno io lo faccio perché è diventata quasi una sfida a chi cede per prima.

«Io ti ho avvisata» ridacchio mentre prendo la mia stecca.

La partita ha inizio, è lei a "spaccare" e ad infilarne in un colpo tre dello stesso colore e una sola di un altro. Rimango stupito ma la cosa mi da ancora più adrenalina.

Ne infila altre due prima di sbagliare il colpo, ora è il mio turno di mettere dentro le palline, ne metto dentro quattro poi sbaglio e tocca nuovamente a lei.
Mi guarda soddisfatta visto che ormai l'unica che deve mettere dentro è quella nera, mi sfida con lo sguardo anche se io sono certo la sbaglierà visto che è messa in una brutta posizione. Insomma, io l'avrei già messa dentro in un colpo. Senza dire una parola si mette in posizione, ne approfitto per guardarle il culo tondo, poi mi avvicino al suo corpo e la sento che sobbalza a causa della mia vicinanza.

«Allora cosa scommettiamo se vinci tu?» mormoro appena, strofinando apposta la mia barba sulla sua guancia e parlandole all'orecchio. Lei si volta nella mia direzione, ormai le nostre labbra sono così vicine che basterebbe un nonnulla per baciarci.

The last Day (Completa)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora