11•capitolo -I codardi non mi sono mai piaciuti-

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Il tanto atteso giorno della partenza è arrivato, non che ci stiamo allontanando poi molto da Napoli, ma sarà un modo per staccare la spina dopo questi giorni tormentati. Non vedo Claudia ormai da una settimana, da quando mi ha comunicato che non sarebbe venuta con noi. Da un lato penso sia un bene, la sua presenza insieme a quella di Giancarlo mi avrebbe disorientato, dall'altra mi dispiace che abbia deciso di starmi così tanto lontana.

Giorgia arriva in ritardo, in affanno, ha i capelli appiccicati sulla fronte e si scusa con tutto il gruppo, dicendo che l'aereo ha tardato. Provo a farle un sorriso, ma lei fa finta di non vedermi, che neppure esisto. È chiaramente ancora arrabbiata con me e lo dimostra il fatto che non c'è stato un giorno in cui non ho provato a chiamarla, volevo parlarle prima della partenza perché non volevo ci fossero disagi tra noi, ahimè non è stato possibile perché non mi ha dato questa possibilità. Nel momento in cui saliamo sopra l'aliscafo che ci porterà dritto a Capri, lei è davanti a me e ne approfitto per stuzzicarla.

«Ci facciamo mettere in camera insieme...» sussurro sul suo lobo, lei sembra che neppure la scalfisce il tono della mia voce, come non stessi neppure parlando. I suoi occhi non si riempiono più di lussuria nel guardarmi, anzi, sembra proprio che sia sparita tutta la passione che ci accumunava. «Siamo gli unici single e potremmo...» allunga il passo della gamba per lasciarmi alle spalle e sparisce dalla mia visuale un attimo dopo. Sospiro sconfitto e stringo i miei capelli, Bernardo che ha visto tutta la scena ride di me, per una volta è lui a farlo, e mi dà una pacca sulla spalla sussurrandomi che me lo sono meritato. Non mi avvicino più a Giorgia finché non arriviamo a Capri, poi l'affianco sperando di poterle parlare ma, quando si accorge della mia presenza, trova una scusa per spostarsi vicino a Siria.

Dopo aver mollato le valige nella casetta che abbiamo affittato per una settimana, raggiungiamo insieme marina piccola, ad un certo punto Giorgia inciampa in un gradino e trova sostegno sul mio braccio ma, resasene conto, sposta la mano come disgustata.

«Giorgia» fermo la mia mano sul suo polso, «possiamo parlare un attimo?»

Si volta verso di me quasi a rallentatore, i suoi occhi sparano colpi quasi avesse una pistola carica, il suo sospiro mi fa ben capire che di tutto ha voglia tranne che di starmi a sentire.

«Chiariamo una cosa, Umberto» scandisce il mio nome, mentre io osservo le sue labbra muoversi in sincrono con la sua lingua tagliente, «prima di tutto non devi toccarmi» toglie immediatamente il braccio dalla mia stretta, «seconda cosa, mi pare che ci siamo detti abbastanza, ho capito bene il concetto, perciò ti pregherei di starmi alla larga»

«Ma...» tento di dire la mia, solamente che non ha alcuna voglia di starmi a sentire e allunga ancora il passo per raggiungere gli altri e starmi lontano.

Questa vacanza comincia benissimo!

Mentre le ragazze si sdraiano sul telo mare, io e gli altri ragazzi andiamo a farci un bagno. Marco ridacchia, so già che sta per fare una battuta perché, mentre tentavo di parlare con Giorgia lui era lì che ci osservava.

«Questa volta ti è andata male, amico» mi canzona, prendendosi gioco palesemente di me.

«Figurati» scrollo le spalle, sotto lo sguardo attento di Riccardo e Bernardo, «è solo una ragazzina, neanche vuole farmi parlare. È arrabbiata perché l'ho mollata per Claudia, e insomma un po' mi dispiace che ci sia rimasta male ma non crederà che mi metterò a inseguirla per tutta Capri! Che presuntuosa!» la schernisco, ma noto gli occhi dei miei amici che sono quasi imbambolati, nessuno che dice una parola e ho paura a girarmi, ho già capito che troverò una brutta sorpresa. Infatti, quando trovo il coraggio di voltarmi, trovo Giorgia ammutolita, stringe le labbra quasi tenerle in questo modo ne andasse della sua stessa vita, e tiene le mani strette sui fianchi.

The last Day (Completa)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora