7•capitolo -Una bella casa per una famiglia perfetta-

244 38 111
                                    

Io e Giorgia ci siamo sentiti tutti i giorni dall'ultima volta che ci siamo visti. Lei mi manda le stranezze che le succedono a lavoro e io ricambio. Dire che passare il mio tempo con lei – anche se virtualmente – mi fa stare meglio è dir poco. È lei che con la sua voglia di vivere e con il suo modo di ridere su tutte le situazioni mi sta dando la forza di reagire a questo senso di frustrazione che mi ha lasciato Claudia da quando se n'è andata. Bernardo è alla mia porta visto che ci siamo impegnati per andare a prendere un caffè, ma quando lo vedo capisco immediatamente che c'è un cambio di programma.

«Che ha fatto Bianca?» lo prendo in giro, stringendo i capelli tra le mani. «Fa i capricci e devi correre da lei come un cagnolino?» lo punzecchio con la mia solita ironia. È che vedere arrabbiare Bernardo è il miglior passatempo, è uno permaloso e questo fa di lui un bersaglio divertente da prendere in giro.

«Te l'ho mai detto che sei davvero uno stronzo, Umbé, si?» sbotta, strofinandosi il braccio e guardandomi con quell'aria imbronciata che mi fa ridere in faccia a lui e che lo fa innervosire.

«Si, tipo ogni giorno da quando ci conosciamo» ridacchio divertito.

«In ogni caso, non devo andare da Bianca, sto andando...» e se Bernardo temporeggia vuol dire che sta per dire qualcosa che sa che mi scuoterà. Lui sta sempre attento ai sentimenti di tutti.

«Dove?» avanzo di un passo verso di lui fino a tagliare ogni distanza che prima c'era tra noi.

«Niente è che... Umbé, stiamo andando ad aiutare Claudia, oggi trasloca» infine dice in uno sbuffo amaro, «so che ti fa male, ma...»

«Che problema c'è?» lo blocco e ingrandisce gli occhi in un espressione sorpresa, «con Clà è un capitolo chiuso, sono felice che lei stia per sposarsi. Anzi, a dirla tutta, un po' all'inizio c'ero rimasto male poi ho capito che il mio unico problema era che non avrei più avuto la scopata facile» ridacchio come stessi raccontando una barzelletta. «Ma non ho questo problema perché mi scopo chi voglio e quando voglio»

Bernardo stringe le labbra, sembra quasi volermi inveire contro. Apre la bocca per dire qualcosa, fa ancora un passo verso di me, poi però scuote la testa e si ferma, sembra ci abbia ripensato.

«Allora vieni ad aiutarci col trasloco?»

Spero che l'espressione del mio viso non mi tradisca, ma mi colpisce proprio nel punto debole. No, non vorrei vederla; no, non vorrei aiutarla; soprattutto, non vorrei vedere la casa in cui andrà a stare con il suo fidanzato e il loro bambino, non vorrei vedere Claudia farsi una famiglia con qualcuno che non sono io, fingendo che tra noi non ci sia mai stato nulla.

Ma in fondo io e Claudia abbiamo sempre finto di non volerci, che tutto tra noi fosse un gioco, di non desiderare qualcosa di più. Dal primo giorno in cui ci siamo baciati abbiamo detto che oltre a questo non ci sarebbe stato nulla, o meglio sono io ad averlo imposto, e alla fine dei conti anche se i nostri sentimenti sono cambiati non c'è stato il coraggio di cambiare il nostro rapporto e portarlo ad un gradino più alto.

«Certo, che problema c'è!»

Qualche minuto più tardi siamo proprio davanti la casa in cui andranno a vivere Claudia e Giancarlo, il mio umore è tornato pessimo, per fortuna Giorgia sa sempre quando ho bisogno di lei e mi scrive. Mi si allarga il sorriso quando vedo che mi ha mandato una sua foto con un filtro instagram buffo, le rispondo immediatamente provocandola come faccio sempre, e lei non tarda a ricambiare provocandomi di rimando. Quando alzo lo sguardo dal telefono però, ecco Claudia che mi sta osservando da lontano, quasi mi studia. Mi si mozza il respiro nel vederla, un po' come accade sempre. Io e lei, che lo vogliamo o no, non riusciamo mai a staccarci davvero, le nostre anime sono unite e non ce la facciamo ad andare avanti senza incontrarci. Stiamo cercando di staccare questo cordone che ci unisce, ma non è facile per entrambi. Abbozzo un sorriso e fingo che la sua presenza non crei scompiglio dentro di me, mi concentro nei messaggi con Giorgia e quando le passo davanti la saluto con indifferenza. Quando poso il telefono dentro la tasca, aiuto gli altri, ci sono tutti i nostri amici e anche Ginevra è venuta a dare una mano. Insomma, può fare ben poco visto gli oggetti pesanti, ma viene a fare la mascotte.

The last Day (Completa)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora