Hollywood.
La mia amatissima città Natale.
Era lì, che mi accoglieva a braccia aperte, con quel flusso di passanti, ristoranti, hotel di lusso e boutique di ogni tipo.
La famosa città del cinema, che mi aveva accompagnata per diciassette anni di vita, senza mai lasciarmi, nel bene e nel male, facendomi crescere, spaventare, piangere, ma vivere.
Vivere ogni tipo di esperienza che mi aveva segnata nel profondo, facendomi diventare la persona che ero.
La stessa seduta in una tavola calda accanto alla madre, sorridente seppur quella città le avesse portato tanta sofferenza, ma ci era tornata, solo per sua figlia.
La stessa che si guardava attorno, ammirando ogni singolo dettaglio dall'ampia finestra accanto al suo tavolo, con il cibo che emanava un profumo squisito e risate, risate dei suoi più cari amici, cioè la sua famiglia.Pensandoci era proprio vero il detto: la famiglia non sono le persone che ti mettono al mondo, ma coloro che si prendono cura di te e ti crescono.
Michael non era mio padre. All'inizio mi dava fastidio il suo voler comportarsi come tale, adesso invece non potevo non ringraziarlo. Stavo bene anche per merito suo.
<<Jess, ci sei?>> Tyler sventolò una mano davanti al mio volto per farmi tornare con i piedi per terra.
<<Si, scusate>> sorrisi e notai che il panino che mi avevano servito aveva un aspetto delizioso <<È che sono così felice di essere qui>>
<<Anche io. Avete avuto una fantastica idea>> concordò Tyler, guardandomi con fare complice. Sapevo che si riferiva soprattutto al nostro riavvicinamento, così non potei non sorridere a trentadue denti.
<<È stata davvero una bella vacanza>> aggiunse mia madre, con un velo di malinconia perchè quello era il nostro ultimo giorno. Il pensiero di tornare a New York mi faceva venire i brividi.
<<Dai, non facciamoci prendere dalla tristezza. L'estate non è ancora finita>> disse Michale.
Non sapevo se quella era una cosa positiva o negativa.
Ormai eravamo a fine luglio è tutto stava andando a rotoli.
Tu e Tyler però avete chiarito
Mi ricordò il mio subconscio.
Così gli lanciai un'occhiata, ma lui non mi vidi nemmeno perchè stava divorando il panino insieme alle patatine.Continuammo a scherzare per tutto il resto del pranzo, fin quando non mi arrivò un messaggio che rovinò quel momento.
E, ovviamente, il mittente era sempre Ethan.Perchè mi ignori? Chiedeva. Deglutii rumorosamente, attirando l'attenzione di Tyler.
<<Devo andare in bagno>> dissi soltanto, per poi alzarmi camminando a testa bassa.
Sentivo lo sguardo del ragazzo addosso e mi pesava nascondergli che Ethan mi stesse cercando da giorni, ma non sapevo davvero come uscirmene. Avevo paura di farlo arrabbiare e allontanare di nuovo.Ovviamente non riuscii neanche ad entrare in bagno che mi ritrovai proprio lui dietro le spalle.
Sobbalzai dallo spavento.<<Tyler, non puoi stare nel bagno delle donne>> lo rimproverai, poggiando le mani sul lavandino. Ma lui assottigliò lo sguardo, incrociò le braccia al petto con fare autoritario e sospirò come per trattenere un urlo.
<<Non me ne frega niente. Dimmi che ti succede>> mi piaceva questo suo atteggiamento di protezione nei miei confronti. Capiva subito quando qualcosa non andava e cercava di aiutarmi per spronarmi a parlare.
Continuava a fissarmi, con gli occhi attenti ad ogni mia più piccola mossa ma al tempo stesso inteneriti dalla situazione. Avrebbe voluto abbracciarmi però sapeva che forse era meglio mostrarsi infastidito per farmi parlare. Così sbuffai, non avrei potuto trattenere tutto dentro a lungo.<<Almeno non facciamoci vedere qui>> lo presi per mano e lo condussi dentro uno dei bagni. Era piccolo, sporco e buio. Mi guradai intorno smarrita ma feci finta di niente. Non era quello il momento di curarsi dei dettagli.
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Il Mio Amato Fratellastro 2: Quando Tutto Cambia
RomanceSequel "Il Mio Amato Fratellastro" Dopo un'inaspettata rivelazione, Jessica si sente persa. Tutte le sue sicurezze cadono nel vuoto e lei non sa come recuperarle. Il trasferimento a New York ha scombussolato la sua vita. Certo, ha conosciuto persone...