16- Volevo solo chiederti scusa

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ETHAN POV'S

Provavo una tristezza indescrivibile quella sera. Era quasi ora di cena, eppure casa era investita dal buio come fosse mezzanotte, e silenziosa come fosse disabitata. Mia madre non era più uscita dalla sua stanza, non mi aveva chiesto spiegazioni ed io non avevo insistito. Sapevo che quella orribile veritá era un colpo basso per lei e probabilmente mi odiava. Odiava il mio essere menefreghista, stronzo, senza cervello, testardo e puttaniere. E io odiavo il pensiero di averla delusa, come avevo fatto con la mia vera madre, con tutti coloro che si fidavano in qualche modo di me. Ero un fallito, un ragazzo ancora giovane ma senza speranze né sogni.

Quella sera dovetti prepararmi da solo la cena. Cucinai una frittata che mangiai velocemente, da solo, in cucina, con solamente la luce della luna a risplendere la stanza.

Avevo una voglia matta di ubriacarmi, dimenticare, ballare a ritmo di musica, a volume alto, assordante.

Ma adesso avevo altro a cui pensare. Non potevo sempre scappare dalla realtà.

Dovevo assolutamente parlare con mia madre, così mi diressi al piano superiore con in mano un piatto di frittata e pomodori.

Bussai due volte alla porta e lei rispose con un flebile "entra".

E così feci. Aprii la porta e fui investito dalla luce accecante della bajoux. Mia madre era sdraiata sul letto, osservava il vuoto con le braccia incrociate al petto. La finestra era spalancata, facendo entrare un vento fastidioso.

<<Mamma ti ho portato da mangiare>> la avvisai, poggiando il vassoio accanto al suo corpo che sembrava inerme. Poi mi sedetti anche io sul letto, al lato opposto però. Probabilmente nemmeno voleva guardarmi in faccia <<Dovresti mangiare qualcosa. O almeno bere l'acqua. Sono ore che sei chiusa qui>>

<<Già, sono seduto su questo letto da ore eppure non ho ancora metabolizzato la cosa>> disse con amarezza. Inaspettatamente si voltò nella mia direzione <<Ethan hai messo incinta una ragazza... a diciassette anni... come è possibile?>>

Chinai la testa. Il suo tono di voce era rotto dalle lacrime <<E' una lunga storia. In realtà non è sicuro che sia io il padre>>

<<Non è sicuro?!>> sbraitò, balzando in piedi dal letto.

<<No>>

<<Perché?>> sospirai. Dovevo raccontarle tutto.

<<Questa ragazza, prima di venire a letto con me, stava con un altro con cui ha avuto esperienze sessuali. Mentre con me... >>

<<... con te è stata solo l'avventura di una notte immagino>> completò la frase al posto mio, aggressiva e triste <<Già, ormai hai solo esperienza da una botta e via, come le chiamate voi giovani>> si lamentò, avvicinandosi minacciosamente a me <<Ma si può sapere che ti prende Ethan? Io non ti riconosco più! E perché non sei più amico di Jessica? Quella ragazza ti faceva del bene, mentre oggi, in corridoio, sembravate due estranei. Mi piacevi quando la frequentavi. Adesso non so più chi sei>>

Le sue crude parole mi colpirono, ma non potei arrabbiarmi o ribattere diversamente. Ero irriconoscibile e abbandonare Jessica probabilmente era stato il mio più grande errore, dopo aver scopato con Isabel ovviamente. Quello era in cima alla lista.

Eppure oggi mi ero così innervosito con lei che ricordare il suo volto mi trasmetteva una sensazione diversa. Si era comportata male e io non riuscivo proprio a capire che cosa l'avesse spinta a comportarsi così e a fare una scenata del genere.

Mi mancava, ma ormai eravamo poli opposto, sole e luna, acqua e olio. Cane e gatto.

<<Sai mamma a volte l'amore porta a l'autodistruzione. E' un pò come la droga, penso. Inizialmente ti senti sulle montagne russe. Non so se mi spiego, ma hai le farfalle nello stomaco, sorridi sempre, vuoi passare più tempo possibile con quella persona e la stimi. Poi però quando questo effetto finisce, e quindi capisci che tra voi non può funzionare, qualcosa dentro di te si spegne. Diventi apatico. Senza cuore. E ti convinci che l'amore non fa per te. Che la felicità non fa per te. Così finisci con il rovinarti>> non riuscii a fermarmi. Avevo espresso tutto ciò che pensavo forse per la prima volta. E, inaspettatamente, mi sentii bene. Più libero rispetto a qualche minuto fa.

Il Mio Amato Fratellastro 2: Quando Tutto CambiaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora