L'ultima cosa che mi aspettavo succedesse era incontrare la madre di Tyler. Era una donna alta, snella, con i capelli corvini e dei grandi occhi blu oceano. Si guardava intorno con aria smarrita, in cerca di un tavolo, e ancora non aveva visto il figlio, che al contrario la fissava intensamente.
Tyler serrò di colpo le labbra e la mascella, i suoi occhi si incupirono. Aveva rivisto dopo tanto tempo la donna che, invece di crescerlo come doveva, l'aveva abbandonato. Proprio come mio padre. Inevitabilmente pensai a lui, al suo ritorno di qualche mese prima. Mi aveva chiesto se mi sarebbe piaciuto incontrare mia sorella, ed effettivamente era così, ma forse non ero pronta a passare del tempo anche con lui. Non ci avevo mai pensato seriamente, anzi cercavo sempre di sviare l'argomento, ma la scena che avevo davanti era come se mi appartenesse. Perché capivo perfettamente lo stupore e il dolore di Tyler.<<Ty...>> sussurrai, ma lui non rispose. Gli strinsi la mano, per fargli capire che gli ero vicina, eppure non schiodava lo sguardo dalla sua figura. Proprio in quel momento si accorse di noi.
Successe tutto molto velocemente. La donna sgranò gli occhi e deglutì a fatica, poi il vassoio con il cibo cadde a terra, facendo versare anche tutta la coca-cola sul pavimento. Rimase immobile per qualche istante, guardando me e suo figlio, fin quando dei camerieri la riscossero.<<Ma si può sapere che fai?>> domandò una cameriera innervosita.
<<Mi dispiace...sul serio>> la madre di Tyler si chinò a terra per raccogliere il vassoio e quel che poteva <<non so cosa mi sia preso>> i camerieri le dissero che poteva allontanarsi, avrebbero pulito loro.
<<Jess dobbiamo andarcene>> smisi di fissare quella scena e mi concentrai su Tyler. La voce gli tremava e aveva gli occhi lucidi.
<<Cosa? Ma...non vuoi parlarci?>> azzardai a chiedere, anche se la domanda era molto stupida. Sapevo già cosa avrebbe risposto.
<<Tu volevi parlare con tuo padre quando si è presentato a New York?>> chiese, sporgendosi in avanti.
<<No>> scossi la testa, poi mi alzai <<va bene, andiamo>> bevvi l'ultimo sorso di coca-cola ma, quando stavamo per andarcene, una voce ci fermò.
<<Tyler?>> il ragazzo davanti a me si bloccò di colpo. Vidi le sue spalle irrigidirsi e strinse le mani a pugno. Mi girai prima io nella direzione della donna, che mi squadrò da capo a piedi. Era veramente bellissima e vestita in modo molto elegante.
<<Ehm, ciao>> disse abbozzando un sorriso.
<<Salve>> risposi imbarazzata. Mi voltai nuovamente e richiamai l'attenzione di Tyler picchiettando il dito indice sulla sua spalla. Sapevo che si trovava in difficoltà in quel momento, che probabilmente voleva solo scappare a casa e non parlare con sua madre, ma adesso era lì, davanti a lui dopo tanto tempo. Forse poteva fare un piccolo sacrificio e salutarla.
Quando i loro sguardi si incrociarono mi sentì di troppo. Insomma, magari avevano bisogno del tempo per parlare da soli. Ma un'altra volta il mio subconscio mi ricordò che non era questo ciò che voleva Tyler.<<Ciao>> pronunciò a denti stretti, con fatica.
<<Figlio mio>> la donna aveva le lacrime agli occhi e sembrò abbastanza sorpresa dal fatto che il figlio le avesse risposto, invece di scappare <<come stai?>> fece un passo avanti e Tyler, di conseguenza, uno indietro.
<<Bene grazie>> lei annuì, nonostante sembrasse offesa dalla risposta sbrigativa di Tyler. Ma non poteva aspettarsi granchè, data la situazione.
<<Comunque scusami, non mi sono presentata>> porse la mano verso di me <<sono Marylean>>
<<Io sono Jessica>> la strinsi, sentendomi un pò in soggezione, visto che continuava a guardarmi con sospetto. Alzò le sopracciglia con fare scettico, come se volesse che aggiungessi qualcosa.
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Il Mio Amato Fratellastro 2: Quando Tutto Cambia
RomanceSequel "Il Mio Amato Fratellastro" Dopo un'inaspettata rivelazione, Jessica si sente persa. Tutte le sue sicurezze cadono nel vuoto e lei non sa come recuperarle. Il trasferimento a New York ha scombussolato la sua vita. Certo, ha conosciuto persone...