Capitolo 2

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"Cosa vuoi?" chiese l'uomo esile appena aprì la porta del suo appartamento. I suoi capelli corvini gli coprivano la maggior parte degli occhi.

"Ciao anche a te, oppa." Dissi ignorando la sua domanda, sorpassandolo ed entrando nel suo appartamento. Eri stata un centinaio di volte lì dentro, era praticamente la tua seconda casa.

"Mi chiami oppa, solo quando hai bisogno di qualcosa. Perché sei qui?" chiese lui imbronciato, lasciandosi cadere sul divano.

"Jungkook è nel mio appartamento. E non volevo essere lì mentre loro si divertono."

"Va bene. Ho capito. Ma perché sei qui?" chiese di nuovo, questa volta ancor più seccato.

"Perché non ho nessun altro posto dove andare e sapevo che eri a casa."

"T/N, sono un bel ragazzo sui 20 anni ed è venerdì sera. Cosa ti fa pensare che non ho dei programmi?"

"Yoongi, prima di tutto indossi il tuo pigiama Kumamon e, in secondo luogo, c'è una vaschetta di gelato al cioccolato lì mentre alla TV trasmettono Strong Woman Do Bong Soon. A meno che il tuo appuntamento non sia con eomma, non credo che tu andrai da nessuna parte stasera." Lui gemette sconfitto e tu ridesti. Ma poi ti fermasti, ricordandoti di una cosa. "Yoongi."

"Cosa?" rispose lui, infilandosi il gelato in bocca. Non potevi credere che fosse più vecchio di te di 2 anni ed era persino un ufficiale.

"Quando eravamo al liceo, avevi un amico."

"Avevo molti amici al liceo." Confutò lui.

"Penso che fosse il più alto di loro. Aveva i capelli rosa e le fossette." Yoongi si voltò di scatto, il viso corrugato.

"Perché lo hai tirato fuori adesso?" chiese lui, cercando di mascherare la preoccupazione nella sua voce.

"Ho incontrato qualcuno che gli somigliava oggi, sul set. Non ricordo molto del liceo. È strano..." dissi tu, tenendoti la testa, che cominciò a farti male. Ti appoggiasti al muro per sostenerti, Yoongi si alzò dal divano e si avvicinò a te.

"Basta dimenticalo. Vai a farti una doccia. Ti preparo del cibo intanto." Annuisti, Yoongi aveva il suo modo per preoccuparsi per te. Eri stata grata per lui, per essersi preso cura di te in tutti quegli anni. Aveva lasciato la città natale per diventare un ufficiale di polizia in città, e tu ti unisti a lui solo pochi anni dopo per inseguire i tuoi sogni. Tua madre aveva accettato di lasciarti andare solo perché Yoongi aveva promesso di badare a te. Era più il contrario in realtà. Lui era disordinato, non ripuliva mai niente da solo, né mangiava in orario. Mentre era a lavoro, ti eri assicurata di portargli del cibo ogni giorno e lo facevi mangiare davanti ai tuoi occhi. Poco più tardi, ti trasferisti con Lisa perché Yoongi era ormai diventato un uomo adulto che aveva bisogno di una fidanzata o di un ragazzo. Lisa era una fotografa, aveva incontrato Jungkook sul set quando stava facendo il modello per Gucci. Aveva scambiato Lisa per la sua partner del servizio fotografico, ed è così che si era reso completamente ridicolo.

Dopo esser uscita dalla doccia, continuasti asciugandoti i capelli con un asciugamano mentre ti dirigevi verso la cucina. Ma ti fermasti quando sentisti Yoongi praticamente urlare contro qualcuno al telefono.

"Che cazzo pensi di fare?" chiese lui, "Ti ho detto di stare lontano da lei." La voce dall'altra parte della linea borbottò qualcosa che non riuscisti a sentire. "Non ricordi cosa le è successo? È stata tutta colpa tua." La voce dall'altra parte disse qualcos'altro, ma sentisti solo un 'mi dispiace'. "Non osare più mostrare la tua faccia intorno a lei -Ehi, rispondimi! stronzo!" Yoongi gettò il telefono sul divano e si strofinò il viso. Ti chiesi subito chi poteva essere stato per far perdergli perdere la calma in quel modo, lui normalmente era molto calmo. Stava parlando di me? Pensasti tu. Dopo essere rimasta nell'ombra per un po, decidesti di uscire, lui spostò subito la testa di lato per guardarti.

"Ehi, chi era?"

"Hai sentito qualcosa?" chiese lui, ignorando la tua domanda.

"No, sono appena uscita dalla doccia." Mentisti tu. "Ma ho sentito urlare. Va tutto bene?"

"Sì, va tutto bene." Ti fece cenno di sederti. Sul tavolo c'erano una ciotola di riso, delle uova fritte e del kimchi. Era bravo a salvare le persone, ma non a bloccare la fame. Alzasti le spalle e iniziasti a mangiare.

"T/N." La sua voce tremante, ora era un po più calma.

"Si?" dissi tu.

"Se qualcuno ti dà fastidio al lavoro, dimmelo ok?"

"Smettila di essere drammatico."

"T/N, sono serio. Per favore?" Ti guardò egli occhi, cosa che faceva solo quando era preoccupato. Odiavi quello sguardo, ti aveva fatto sempre sentire in colpa, poiché lui era già abbastanza stressato per il lavoro e non volevi aggiungere altro ai suoi guai.

"Va bene, va bene, lo prometto." Annuisti con la testa. Cominciasti a preoccuparti, ricordando l'incontro di quella sera. Lo strano uomo era entrato di nuovo nella tua mente. Ricordavi il suo sorriso, la sensazione della sua mano mentre strofinava la tua e il modo in cui teneva gli occhi su di te. Non era pericoloso, almeno provasti a convincere te stessa.

Quella notte, facesti un sogno in cui eri in un magazzino, mentre qualcuno ti prendeva a pugni in faccia, poi qualcun altro ti prendeva a calci nello stomaco, poi uno shock, e poi ti svegliasti urlando. Pochi istanti dopo, Yoongi irruppe attraverso la porta. Non disse niente, ti tenne solamente tra le bracci e ti accarezzò la testa. Era diventato un'abitudine per voi da quanto avevi iniziato ad avere quell'incubo quando eri giovane. Ma non succedeva da quando ti eri trasferita in città, ti chiesi cosa l'avesse innescato. Yoongi rimase con te finchè non ti riaddormentasti.

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ʜᴏʟᴅ ᴍᴇ ᴛɪɢʜᴛ - ᴋɪᴍ ɴᴀᴍᴊᴏᴏɴ [ᴛʀᴀᴅᴜᴢɪᴏɴᴇ ɪᴛᴀʟɪᴀɴᴀ]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora