Capitolo 19

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Eri viva. Ne eri sicura. Mentre aprivi lentamente gli occhi, la luce del sole ti accecò per un po, prima di abituarti. Eri in ospedale, a giudicare dal bip che producevano le macchine. Poi chiusi di nuovo gli occhi. Uno per uno, provasti a sollevare le dita, dimenandole finchè non le sentisti di nuovo parte del tuo corpo. Ad un certo punto qualcuno accanto a te prese una delle tue mani.

Poi apristi di nuovo gli occhi e girasti la testa verso la fonte della voce. Il ragazzo familiare si sedette sulla sedia accanto al tuo letto. Aveva la testa sull'unico braccio sano, in posizione di preghiera. L'altro braccio era fasciato, molto probabilmente per una ferita da proiettile.

"Caro Dio, o chiunque tu sia lassù, falla svegliare per favore. Per favore, non posso sopportare un altro giorno senza sentire la sua voce o vedere il suo bel sorriso. Voglio dirle che la amo un'ultima volta. Non ho mai inteso nessuna delle cose che ho detto prima. Non era la mia domestica. E non era nemmeno una stupida. Sono stato uno sciocco a lasciala andare così facilmente. Voglio solo tenerla stretta a me ora." Poi tirò su con il naso. Provasti a muovere la mano, ma ti ci volle molta forza per farlo. Tremava mentre accarezzavi la sua testa. Lui fece un piccolo saltello, la sua testa si alzò di scatto e poi prese la tua mano. I suoi occhi si riempirono subito di lacrime quando vide il tuo viso. Ora potevi sentire più chiaramente i lividi che avevi sul volto.

"È reale?" chiese piano, stringendo la tua mano e baciandola. Provasti a risponderle, ma la tua gola era troppo secca.

"A-acqua."

"Oh, giusto. Scusami." Si alzò dalla sedia e afferrò il bicchiere d'acqua. Una volta preso ti aiutò a metterti a sedere sul letto e ti passò il bicchiere, tenendolo con la sua mano per non farti provare più dolore di quanto già ne provassi. I suoi occhi non si staccarono mai da te.

"Vado a chiamare Yoongi hyung-"

Afferrasti subito la sua manica della maglia. "No, aspetta. Possiamo parlare un po prima?"

"T/N, sei stata in coma per due settimane. Non vuoi vedere tuo fratello? Invece di uno sconosciuto che non ti ha fatto altro che del male?"

"Due settimane!? È passato così tanto tempo? Non c'è da stupirsi se ho così fame." Ti aspettavi che ridesse, ma non lo fece. "Sei stato qui da allora?"

"Beh, volevo solo assicurarmi che stessi bene. E poi me ne sarei andato."

"Perché non ti sono mai piaciuta, vero?"

Fu colto alla sprovvista da quella dichiarazione. Abbassò la testa e rispose, "Si, perché non mi sei mai piaciuta."

"Capisco. Bene, grazie per avermi salvata. Sei una brava persona."

"Prima di tutto, mi hai salvato tu, tecnicamente. E secondo, non dovresti fidarti di me, non hai idea di chi sono."

"Stai bene?" gli chiesi tu, inclinando la testa verso la sua ingessatura.

"T/N, sei stata in coma per 2 settimane. Non dovresti preoccuparti per me in questo momento."

"Ti ha sparato." Dissi tu.

"E tu sei stata fulminata più volte! Perché non puoi concentrarti solo su te stessa?" chiese lui, la sua voce in quel momento si era alzata di un po.

"Scusami." Una lacrima uscì da uno dei tuoi occhi. Namjoon se ne accorse subito.

"Dio, T/N, mi dispiace." Si alzò ancora una volta dalla sedia e ti abbracciò, come se fossi un fiore fragile. "Non volevo urlare." Appoggiasti il mento sulla sua spalla, proprio dove avresti dovuto stare da sempre. "Cazzo," espirò lui, "Non posso più resistere."

ʜᴏʟᴅ ᴍᴇ ᴛɪɢʜᴛ - ᴋɪᴍ ɴᴀᴍᴊᴏᴏɴ [ᴛʀᴀᴅᴜᴢɪᴏɴᴇ ɪᴛᴀʟɪᴀɴᴀ]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora