08: Eomma

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•••EOMMA•••

Nayeon's pov

Ero tornata a casa e avevo già trentuno chiamate perse da mia sorella. Decisi di richiamarla.

"Yoboseo?"

"Yoboseo!? Yoboseo!? Tu ti sei sposata e non ci hai neanche invitati!?" urlò Seoyeon.

"Quando me ne sono andata di casa, ve l'avevo detto che non avrei avuto niente a che fare con voi. Poi chi ti ha detto che mi sono sposata?" urlai.

"Tzuyu. Mi ha chiesto perché non fossi venuta. Ma che ti salta in mente!?"

"Seoyeon! Appa mi ha cacciata di casa. Da quel giorno non faccio più parte della famiglia Im"

"Quindi ora che hai cambiato il cognome ti senti realizzata!? Appa ti ha cacciata di casa perché ogni giorno ti presentavi con un fidanzato nuovo ed ora veniamo a scoprire che ti sei sposata con una ragazza!? Che caz*o sta succedendo!? Quali sono le tue intenzioni?"

"Seoyeon! Io amo chi voglio amare. Se ho sposato quelle ragazza è perché provo davvero qualcosa per lei!"

Certo, odio. Le ragazze in generale mi fanno schifo ma c'è qualcosa in quel ratto che mi disgusta ancora di più.

"Quindi da una tr**etta che aveva ogni giorno un tipo diverso, ora hai una persona fissa, tra l'altro una ragazza?" domandò sarcasticamente Seoyeon.

Non la sopportavo più, quindi riattaccai. Mi tolsi il vestito, indossai qualcosa di più comodo e mi buttai sul letto usando il mio telefono.

••• ••• •••

Il giorno dopo ricevetti un messaggio dal ratto.

Ratto

Questo è il mio indirizzo
xxxxxxxxx
09.57

Ehm okay? Te l'ho chiesto?
09.59

Muoviti. Ti aspetto per le 17.00
10.00

Sbuffai. Presi una valigia da dietro l'armadio, poi presi tutti i vestiti dal mio armadio e li buttai nella valigia. Un lavoro abbastanza facile direi. Presi altre valigie per metterci altri vestiti, le scarpe, le borse, i gioielli, i trucchi e altre cose fondamentali. Con un totale di sole sette valigie, fui pronta alle 14.00. Avevo saltato il pranzo ma non m'importava. Ero abituata a mangiare solo la sera.

Jeongyeon's pov

Erano le 16.32 e qualcuno bussò. Andai ad aprire e con mia grande sorpresa l'acida era già arrivata. Mi ritrovai davanti a non so quante valigie e fui costretta ad aiutarla.

"Stai attenta! Lì ci tengo cose importanti!" mi urlò mentre portavo due valigie al piano di sopra.

"Cosa? Il manuale per essere la persona più sgradevole del mondo?" le domandai.

Mi ritrovai a portare ben sette valigie al piano di sopra e quando salì disse che non voleva dormire in quella camera.

"Non dormo qui" si lamentò.

"O dormi qui o dormi con me" dissi facendo spallucce.

"Non puoi dormire tu qui e io di là?" mi domandò come se fosse una cosa ovvia che io le lasciassi la mia camera.

"Te lo scordi"

"Dai... Cosa vuoi faccia per te?" mi domandò furiosa.

"Chiudi quella bocca e dormi qua. Altrimenti sai dov'è la porta. Chiedi pure il divorzio. Posso benissimo sposare Momo"

L'acida non disse nulla, segno che avevo vinto quella battaglia. Uscii dalla camera con un sorriso vittorioso stampato sulla mia faccia.

••• ••• •••

"Ratto! Hey Ratto!"

Mi trovavo in cucina e l'acida era finalmente uscita dalla sua stanza dopo tre ore circa. Mi girai e vidi che aveva un vestito nero, corto e attillato e un make-up più pesante di quello che indossava la mattina. Una qualsiasi persona avrebbe pensato che era sexy ma per me era comunque una st***za.

"Hey! Che vuoi?" le domandai con tono freddo.

"Mi servono dei soldi. Devo andare al locale" disse con le braccia incrociate al petto.

Sembrava una di quelle ragazzine viziate che chiedono i soldi al padre.

"Iniziano dalle basi: se vorrai avere qualcosa da me, dovrai smettere di chiamarmi «Ratto»" le dissi con un ghigno.

"E come dovrei chiamarti?" mi domandò inarcando un sopracciglio.

"Col mio nome?" le «domandai» ovvia.

"E... Come ti chiami?" domandò guardandomi dritta negli occhi.

Che faccia tosta.

"Siamo sposate da ventiquattro ore e non sai il mio nome!?" le domandai esterrefatta, ma alla fine non ero tanto sorpresa.

Feci un sospiro.

"Jeongyeon, Yoo Jeongyeon"

"Arasso... Quindi? Posso avere i miei soldi ora?"

"Non ho sentito la parola magica"

"Ehm... Dammi i miei soldi ora?"

"Sul serio!? Come sei cresciuta!? Inizia con la «p»"

"Ah!" esclamò. "Per favore?" domandò col tono più scocciato possibile.

Roteai gli occhi. Andai verso la mia borsa, presi il portafoglio e le diedi venti dollari. Lei li guardò perplessa.

"Solo venti?" domandò inarcando un sopracciglio.

"Cosa volevi!? Cento dollari per una serata?"

"Arasseo. Mi farò offrire qualcosa"

"Non bere troppo" le raccomandai.

"E chi me lo dice?"

"Tua moglie"

"Non sei davvero mia moglie"

"Menomale"

Se c'era una cosa che amavo di più dell'America era infastidire la Principessa Im Narcisayeon.

"Non tornare dopo l'una"

"Ora anche il coprifuoco!?"

"Senti, io mi sveglio presto. Non posso rischiare che arrivi e mi svegli alle tre di notte!"

"Okay. Come vuoi, eomma"

Detto ciò, si girò e se ne andò.

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