Capitolo 12 - Sei bollente -

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Sono ancora a casa dei Mikaelson. Dopo la furiosa lite tra me e Marcel sono riuscita a trovare un accordo. Lei per la mia storia di vita. La mia privacy. Non volevo che andasse a finire così, ma non mi ha lasciato scelta. Marcel vuole sapere con grande fermento la mia storia. No. Non posso farlo. Non posso fidarmi di lui. Non posso fidarmi di nessuno.
Andiamo Alexandra! Fatti venire quelle tue idee geniali che ti salvano sempre il culettino.
Non voglio mentire, non sono mai stata brava a mentire. Marcel potrà anche essere un coglione, ma non è stupido. Ho accettato l'accordo e tra un po' tutti sapranno quello che ho passato! Compreso Hope! No, non posso accettarlo. Deve venirmi un'idea e alla svelta.
<<Puoi smetterla di camminare avanti e indietro?>> urla Rebekah, seduta sul divano. Faccio come mi dice e mi siedo di fronte a lei. Incrocio le braccia al petto e abbasso lo sguardo.
<<Stai bene?>>
Hope è appoggiata sul divano, dietro Rebekah. Ha una voce troppo dolce, non mi verrebbe mai di urlarle addosso.
<<Sono solo stressata>>
<<Povera ragazza>> dice Kol in modo sarcastico. Sarcasmo che mi fa incazzare. Lo guardo e sembra che io abbia fatto un'espressione omicida tanto che lui sembra quasi intimorito.
<<Non è il momento per il sarcasmo>> dice Elijah, è di fianco a Klaus appoggiati sulle colonne in un angolo.
<<C'è sempre il momento del sarcasmo quando ci sono io>>
Una voce mi fa sobbalzare. Dalla gioia e dalla paura. Tutti si avvicinano al centro. Le corro incontro e l'abbraccio. Dopo un po' mi stacco sentendo il dolore proveniente dal suo corpo. É forte. Regalino della mamma per l'eredità. Potere di assorbire il dolore dagli altri.
<<Non stai bene>> dico vedendo il suo volto pallido.
<<Hai assorbito un po' del mio dolore, non è vero?>> la sua voce è flebile, sembra quasi che stia sussurrando. Annuisco.
<<Sto bene davvero non->> le metto una mano in fronte rischiando quasi di dargli uno schiaffone.
<<Sei bollente>> dico. La porto sul divano e la faccio sedere.
<<Possiamo aiutare in qualche modo?>> chiede Freya. Le faccio un cenno di aspettare. Mi mordo il polso e lo avvicino alla bocca di Ashley. Più mi avvicino, più si dimena.
<<Non lo voglio>>
<<Non fare storie>> dico severa.
<<Posso andare in ospedale come una semplice umana che non si sente bene?>>
La guardo. É sempre stata restia nei confronti del sovrannaturale, lo ha accettato solo perché io sono una creatura sovrannaturale. Sua amica.
<<Ti prego>> dice e subito dopo le esce del sangue dalla bocca. Con uno scatto, la prendo e la metto sulla mia spalla, mantenendola per le gambe.
<<Non intendi portarmi così in ospedale, vero?>>
<<Puoi contarci>> dico girandomi.
<<Iuhuhu!>> esulta fintamente Ashley.
<<Dove si trova l'ospedale più vicino?>> chiedo guardandoli tutti, ad uno ad uno.
<<A 5 chilometri da qui, verso Ovest>> risponde Kol alla mia domanda. Con la velocità da vampiro, mi dirigo verso l'uscita. Ma vengo fermata da una voce.
<<Io e te non abbiamo finito ragazzina!>>
Alzo gli occhi al cielo e mi giro.
<<Per quale cazzo di motivo continuate a dirmelo tutti?>> dico e me ne vado senza dare il tempo a Marcel di rispondere. Mentre corro a velocità sovrannaturale, sento Ashley ansimare. Corro più velocemente. Stiamo andando verso Ovest, come mi ha indicato Kol. Ora Ashley tossisce. Sta succedendo qualcosa. Devo muovermi. Quando sento per l'ennesima volta Ashley tossire, siamo arrivate a destinazione. Metto giù Ashley e la prendo per sotto le braccia. Spalanco la porta e inizio a urlare.
<<Vi prego aiutatela!>>
<<Qualcuno la aiuti!>>
<<Ha bisogno di aiuto!>>
Sono esasperata.
Se le succedesse qualcosa a causa mia?
Scaccio subito via il pensiero. Devo rimanere lucida. Qualche infermiere sta venendo verso di me. C'è una barella. Finalmente!
<<Che cosa ha?>> mi chiede un infermiere quando prende Ashley per la schiena e la aiuta a stendersi.
<<Non lo so ma non sta bene, vi prego aiutatela>> dico frettolosamente.
<<Ci pensiamo noi, come si chiama?>> chiede lo stesso infermiere
<<Ashley Cooper>>
<<Ok, andiamo in sala operatoria>>
Ashley ansima, non riesce a respirare.
Qualche infermiere accerchia la barella e la trasporta. Io li seguo di fianco mentre tengo la mano di Ashley.
<<Ale>>
<<Va tutto bene sta tranquilla>>
<<Che-sta-ugh->> ha una paura terribile, glie lo leggo negli occhi. Ha sempre avuto paura degli ospedali.
<<Non ti sforzare, sono qui, sono qui con te>>
<<Ugh>>
<<Preparare sala quattro, paziente non capace di respirare!>> urla l'infermiere che ha fatto le domande. Alcuni infermieri si staccano dalla barella e corrono nella nostra stessa direzione solo più velocemente.
<<Mi dispiace>>
Qualcuno si piazza davanti a me senza accorgermene. Mi stacco dalla barella.
<<Alexandra>> sento dire flebilmente da Ashley.
<<Ma qui non può passare, aspetti in sala d'attesa>>
<<Io devo andare!>>
<<Mi dispiace ragazza>> dice la donna. È una bella donna robusta, come ho fatto a non vederla?
La guardo e annuisco. Mi dirigo verso la sala d'attesa. Un cartello indica verso destra. Cammino e mentre i miei passi rimbombano in quel corridoio, non sento più niente. Nemmeno il mio battito, il battito delle altre persone. Mi siedo e appoggio i gomiti sulle ginocchia. Guardo a terra. Non può lasciarmi anche lei. No. Non può.
Ti prego non mi lasciare...
É tutta colpa mia, se l'avessi trovata prima, se l'avessi cercata per conto mio, se gli avessi dato il mio sangue contro la sua volontà...uff...troppi se. L'unica e sola verità è che ho paura. Nel momento in cui sento la paura farsi strada dentro di me, inizio a piangere. Non mi mancava per niente quella vita in qui dovevo preoccuparmi di non far morire le persone intorno a me. Per niente. Non rivoglio questa vita.
Perché Marcel ha fatto questo?
Al momento non riesco a darmi una risposta lucida, sana di mente. Riesco solo a darmi la colpa, la colpa di essere venuta a New Orleans, la colpa di aver fatto entrare di nuovo Ashley nella mia vita. Perché le persone intorno a me si fanno male. Chi si avvicina a me o mi abbandona o muore. É questa la verità. Ma lei no, non può morire.
Ti prego!
Non so nemmeno chi o cosa io stia pregando, ma non so che fare. Non posso salvarla, non posso fare niente. Andava tutto bene. È colpa mia, è tutta colpa mia. Con la testa abbassata mi metto le mani in testa. Cerco di non farmi venire un attacco di panico tra le lacrime. Uso il solito metodo. Mi concentro sull'udito intorno a me, sui miei poteri. Nella stanza d'attesa, stranamente, c'è solo una donna. Non so cosa stia facendo. Amplifico di più l'udito e improvvisamente mi ritrovo in sala d'attesa insieme ad Ashley.
<<Respiratore!>>
Beep....beep....beep
Il suo respiro è debole, ma c'è!
Sono qui! Sono qui con te!
<<Ossigenazione?>>
<<Settanta per cento, in aumento>>
<<Bene, andiamo Ashley puoi farcela>>
<<Ottanta per cento>>
<<Alexandra>>
Qualcuno mi richiama e so già chi è.
Alzo la testa di scatto e li guardo.
Ci sono Klaus, Elijah e Marcel, di fronte a me, dall'altra parte della stanza. Li guardo tutti e tre e mi soffermo un po' di più su quello di Klaus. Sembra quasi...dispiaciuto?
<<Che cosa volete?>> ho ancora gli occhi rossi, sicuramente avranno capito che ho pianto.
<<Rispetterai l'accordo?>>
<<Marcel! Avevamo detto che ti saresti scusato!>> dice Klaus girandosi verso di lui.
<<Mi scuserò se rispetterà il patto, Klaus>>
Klaus gli rivolge uno sguardo omicida. Klaus gli ha detto che si doveva scusare? Allora non sapeva niente...
<<Rispetterò il patto Marcel>>
<<Bene>>
Ora sono tutti girati verso di me.
<<Allora mi dispiace>> 
Mi metto a ridere, crede davvero che le sue sue scuse adesso servano? Se muore, darò la colpa a lui, qualunque malattia o non so cosa che porterà alla morte Ashley. Secondo le mie supposizioni, sarà un batterio o un virus del sangue che la sta facendo quasi collassare.
<<Fottiti>>
<<Vedi!>> dice Marcel, alzando le braccia e buttandole di nuovo lungo il corpo.
<<Ormai ci odiamo>>
<<Marcel l'hai combinata grossa>> sento dire da Elijah, ma io sono troppo concentrata sull'infermiera che si sta dirigendo nella stanza.
<<Cooper?>> sento urlare da qualcuno.
Mi alzo in piedi e il dottore si avvicina.
<<La ragazza al momento è stabile, dorme profondamente>>
<<Si rimetterà?>>
<<Non so dirtelo con precisione, al massimo qualche mese>>
<<Me-mese?>>
<<Ha avuto una viremia di primo grado, è stata molto fortunata. Avendo avuto anche la febbre alta poteva andare molto peggio. Il suo organismo ha avuto qualche momento in qui poteva collassare, ma non è successo niente. Si rimetterà proprio come il suo organismo>>
Abbraccio l'infermiere. Sembrerò una pazza.
<<Grazie, grazie!>>
Mi stacco dopo pochi secondi.
<<É il mio lavoro signora>>
Signora? Davvero?
<<Posso vederla?>>
<<Certo, stanza...>>
Lancio uno sguardo verso il trio e dalle loro espressioni credo che siano quasi sollevati. L'infermiere guarda su qualche cartella che ha in mano.
<<134>>
<<Grazie>>
L'infermiere annuisce e se ne va.
<<Sta bene hai visto?>> dice Marcel. Quest'uomo mi fa venire proprio voglia di uccidere.
<<Senti Marcel, come ho detto rispetterò il patto. Facciamo tra due giorni>>
<<A casa Mikaelson, se non ti presenti->>
Lo blocco subito.
<<Sai dove trovarmi>>

Alexandra Mikaelson - the eldest child - Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora