Epilogo

200 15 0
                                    

<<Andiamo Alexandra sei in ritardo vuoi uscire da questo bagno!>> sento la voce di Hope urlare fuori la porta.
<<Arrivo!>> metto il mascara e lo richiudo, lanciandolo nel rubinetto. Mi guardo un'ultima volta alla specchio, indosso vestito un po' a sbuffo un po' lungo per niente male. É rosso ma ha dei ricami rosa. Apro la porta e vedo Hope. Ha una faccia spazientita.
<<Scendiamo dai!>> la seguo e scendiamo le scale. Sono tutti in salotto, ad aspettarci. Oggi é il giorno del Ringraziamento e non credo che esista festività migliore!
Elijah, Klaus, Hayley e Rebekah ci guardano sorridendo.
<<Colpa di Alexandra per il ritardo!>>
<<Ehi!>> la indico con fare accusatorio.
<<Sei una spia!>> tutti ridono. Ormai sono quotidiani questi battibecchi tra me e Hope.
Tra una chiacchierata e qualche bicchiere di prosecco, aspettiamo che tutta la famiglia ci raggiunga. Il pranzo del ringraziamento é lungo e va goduto tutto. Il momento va goduto: la presenza dei familiari riuniti. Dopo gli avvenimenti con Marcus, ognuno ha cercato la propria strada, ma siamo sempre la solita famiglia che é presente sempre. In questi mesi ho sentito assiduamente Kol e Davina, Elizabeth e Josette con cui ho legato molto, Marcel che ha lasciato New Orleans, stufato di comandare lasciando il trono a mio padre. Siamo sempre tutti in contatto ma quest'oggi siamo tutti riuniti. Mi godo tutto e osservo tutto sopratutto. La risata delicata di Davina, il sarcasmo di Kol, gli occhi di ammirazione che ha Hope verso mio padre. Noto tutto e mi godo tutto ma sopratutto...mi godo il cibo. Amo il cibo! Mentre mangiamo il dolce, un cuore caldo di cioccolato fuso, siamo interrotti da qualcuno. Sento l'odore. É lui.
<<Posso interrompere?>> la sua voce mascolina é sempre stata sexy.
Mi giro, presa alla sprovvista.
Si sono tutti ammutoliti.
<<Certo>> dice Klaus.
<<Alexandra puoi...?>> mi indica di uscire.
Guardo mio padre e annuisce.
<<Arrivo subito>> dico rivolgendomi alla mia famiglia.
Quando usciamo dalla stanza gli chiedo di fare un giro a piedi, perché potrebbero sentirci. Lui acconsente, prendo un cappotto lungo nero e usciamo.
<<Com' é andato il pranzo?>> chiedo, mentre camminiamo fianco a fianco.
<<Bene, Anthony si é mangiato quasi tutto il buffet, faceva paura per quanto fosse affamato>>
<<Mi dispiace che non sono potuta esserci>>
<<Tranquilla, hai sempre odiato le superiori, e poi hai una famiglia che ti riempie di amore>>
<<Si ma siete stati sempre voi la mia famiglia, sono cresciuta con voi>>
<<Lo so>>
<<Mi fa strano non festeggiare con voi>>
<<La prossima festività siete invitati a casa mia!>> continuo
<<Come desideri, amore mio>>
Ci fermiamo e ci guardiamo faccia a faccia. Ho capito bene?
<<Come?>>
<<Amore mio>>
Chiudo gli occhi, l'emozione sta per prendere il sopravvento.
<<Inutile che ci giro intorno>>
<<Io ti amo Alexandra, ti amo con ogni fibra del mio corpo, con ogni fibra del mio essere, non posso fare più finta>>
Dal bacio mentre ero agonizzante a terra non ne abbiamo più riparlato.
Affanna con il respiro, ha paura di un mio rifiuto.
<<Non so che altro dirti>>
Subito attacca.
<<Lascia stare non so cosa mi sia preso>>
<<Se non che ti amo anche io>>
Mi avvicino a lui, alzando un po' le punte. Mi cinge la vita con un braccio.
<<Ti ho aspettato così tanto>> dice
<<Non perdiamo altro tempo allora>>
Ci baciamo con foga, con passione. Una passione che é morta dentro di me da tempo, ma lui mi accende dentro quel fuoco, quella voglia di migliorarmi sempre di più, di essere la versione migliore di me. Io voglio esserlo, ma con lui al mio fianco. E poi, diciamoci la verità, mi accende anche un po' le parti basse. (Un po' troppo)

Rientrati a casa poco dopo il fatidico bacio, aggiungo una sedia al tavolo senza nemmeno chiedere. La cena continua e nessuno fa domande (sono quasi certa che stasera Hope vorrà sapere tutto nei minimi dettagli, mi aspetta un bel pigiama party)
Mentre il vociare domina la sala, mi giro verso di voi. Vi guardo, immensamente grata per voi che mi avete seguito con passione e dedizione.
<<Potete andare ora, io starò bene e anche voi starete bene>>
<<Con chi parli?>> mi chiede Alan
<<Nessuno>>
Vi faccio l'occhiolino.
Non mollate mai.

Alexandra Mikaelson - the eldest child - Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora