Prologo - Voi -

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Dicono che la pazzia sia una cosa astratta che la mente umana crea. Allora perché io sto diventando pazza senza volerlo? Non voglio essere una pazzoide sociopatica, questo la mia mente lo sa bene. Le lenzuola e le mie mani sono imbrattate di vernice di qualsiasi colore che si possa immaginare, è successo di nuovo...mi alzo dal letto con uno scatto fulmineo e lo vedo, la tela con un ritratto di un uomo – che è anche abbastanza attraente – accompagnato da una scritta "Lui è tuo padre". Non ci capisco più nulla, è la quarta notte che succede: sono addormentata e questa voce femminile un po' roca mi sussurra "lui è tuo padre" in continuazione fino a quando non mi sveglio. Sono cosciente quando succede ma il mio corpo è comandato da qualcun altro. Sogno lucido o quasi. Mi sciacquo il viso e noto la mia faccia bianca cadaverica senza nessuna ombra di occhiaie. Perché mi succede questo? Sono certa che mio padre sia morto assassinato dai vampiri quando ero ancora in fasce, proprio come diceva la mamma: John Baker è morto con onore nella battaglia dei licantropi contro i loro nemici naturali. Perché mia madre avrebbe dovuto mentirmi?
Come di routine, vado al cimitero. Le lapidi di mio padre e mia madre sono una di fianco all'altra, mi prendo cura delle piante e li saluto. La loro mancanza – soprattutto quella di mia madre – la sento ogni giorno, ma con il dolore ho imparato a conviverci e ogni tanto lo saluto come se fosse un vecchio amico. Mi avvio verso il bosco fino a quando non incontro Alan e Anthony, i bei due maschioni che fanno parte del mio branco, i miei fratelli.
<<Buongiorno splendore>> dice Alan
<<'Giorno>>
<<Dormito bene?>> chiede Anthony e quando me lo chiede decido che sia meglio che io dica la verità.
<<In realtà no>> dico grattandomi la nuca.
<<Alexa?>>
<<Devo dirvi una cosa>>
<<Ok...>> dicono in contemporanea guardandosi negli occhi.
Mi giro e in pochi minuti sono di nuovo a casa.
<<Devo anche farvi vedere una cosa>>
Se qualunque persona entrasse nella mia camera noterebbe sicuramente i quattro ritratti, identici in ogni dettaglio. Alan e Anthony non emettono parola, nemmeno un sospiro. Sanno qualcosa.
<<Che c'è?>>
Odio quando non ho il controllo dell'ambiente circostante in cui mi trovo. Non si muovono, che sta succedendo? Decido di parlare per prima.
<<Da quattro notti disegno inconsciamente quest'uomo mentre una voce mi sussurra che quest'uomo è mio padre>> appena giro il volto per guardare le loro reazioni rimango paralizzata anch'io. Non dicono niente. Ma non può essere no. Ho capito.
<<Voi...>>
<<Alexandra>>
<<Che cosa sapete Alan? Cosa? Eh?>> dico mantenendo il controllo più del dovuto.
Mantieni il controllo, calma.
<<Lui...lui davvero è>>
<<Lui è tuo padre, Niklaus Mikaelson. Uno degli originali>> dice Anthony tutt'ad un fiato.

Alexandra Mikaelson - the eldest child - Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora