Capitolo 38 - Puttana! -

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<<Paul cosa fai?>> urla John. Io, per quanto sia stupita dalla situazione, inizio a mangiare le uova strapazzate e il bacon che mi sono state appena servite. Sono stanca di combattere, sopratutto di mattina, la mattina lasciatemi stare.
<<Loro ci porteranno alla morte>> dice Paul. Le sue mani tremano leggermente.
<<Posso assicurarti di no, abbassa il fucile e parliamo>> risponde John.
<<No John, sono stanco che metti sempre la vita della principessa davanti a quelle di tutte noi, levati di mezzo!>>
<<Ma che stai dicendo?>> risponde John.
<<Alexandra di qua, Alexandra di la, noi ci siamo stufati!>>
<<Ha ragione!>> dice Joanna alzandosi e sbattendo la mano sul tavolo. Una mia coetanea che ha sempre ronzato intorno a me solo per darmi fastidio. Non capisce che è un miracolo se non è ancora morta e quel miracolo si chiama John.
<<Strano che non abbia ancora parlato>> dice Paul.
Alan e Anthony che mi danno le spalle si girano e mi guardano.
<<Abbassa il fucile Paul>> dico prima di mandare in bocca l'ennesima forchettata.
<<No!>>
<<Ho detto abbassalo>> dico mentre lo guardo.
<<Ci porterai alla morte proprio come hai fatto con tua madre>>
Mi fermo e guardo il piatto. Sorrido.
<<Come osi?!>> sento urlare da Klaus.
Sbatto tutte e due le mani sul tavolo e mi alzo.
<<Come ho detto per ben due volte, abbassa il fucile, o te lo faccio abbassare io>>
<<Come, sentiamo?>>
In velocità, prendo il coltello dalla scarpa e lo lancio verso il fucile. Come previsto, il fucile sfugge dalle mani di Paul che rimane sorpreso.
<<Così>>
<<Marcel Gerard deve andare via!>> urla qualcuno tra i tavoli.
<<Sentitemi bene>> salgo sul tavolo in piedi, in modo da guardare tutti.
<<Se qualcuno ha un problema con Marcel o qualcun altro dei Mikaelson, dovrà vedersela con me!>>
<<Io ho un problema con loro>> dice Joanna sarcasticamente. La vedo da lontano al tavolo vicino a quello di Paul. La sua figura è slanciata e magrolina. I suoi capelli castani sporchi si riconoscerebbero da miglia e miglia.
<<Joanna stamattina mi sono svegliata con una grande voglia di ammazzare qualcuno, non sfidarmi>>
<<Ora basta!>> urla John.
<<Ricomponetevi! Tutti quanti!>> scendo dal tavolo e rimango in piedi.
<<Il vostro alpha ve lo comanda!>>
<<Fino a quando Alexandra lo vorrà, i Mikaelson rimangono qui! Fine della storia!>> continua.
<<Eccolo di nuovo, a proteggere la sua cara figlioccia>>
<<Paul, parliamone in privato>> risponde John, stavolta con un tono calmo e pacato. Questo ammiro di lui, il voler risolvere le cose, semplicemente parlando, senza urlare o dare spettacolo. Paul dopo aver preso dei profondi respiri, acconsente con un cenno del capo e segue John, per non so dove.
<<Lo show è finito>> urlo a tutti, ancora rimasti in piedi e stupiti dalla situazione. Mi allontano in velocità e mi avvio alla macchina.
Tu sei un problema.
Inizio a vedere tutto offuscato. Il respiro è così corto e spezzato che sembra che non ci sia. Mi appoggio a una delle case e vado verso la macchina di Alan. Cammino a stento con le gambe che fanno male tanto di quella paura che ho in corpo.
Non è possibile. Non è possibile.
Apro la portiera e entro al posto del guidatore. Mi allaccio la cintura. Appoggio la testa sul manubrio e inizio a piangere. Il petto mi si gonfia ed ho come la sensazione che sta per esplodere da un momento all'altro. Infilo le chiavi e accelero. Passo tra gli alberi e iI verde, imbocco la strada più vicina e inizio ad andare per non so dove. Per strada non c'è nessuno. Corro prima a 80 all'ora, 90, e piano piano il tachimetro aumenta sempre di più.

Spegni tutto.

No. Non voglio.

Spegni.

No!

Vengo buttata per aria da qualche forza, di lato, che non sono riuscita a vedere. Mi copro la testa e chiudo gli occhi. Con un tonfo, la macchina atterra e la mia schiena scatta all'indietro. Sono a testa in giù. Guardo verso il finestrino che non esiste più. I pezzi sembrano mille e sono a terra. Ci sono quattro figure stagliate davanti ad una macchina. E adesso chi cazzo sono?
Slaccio la cintura e cautamente faccio una capriola. Un calcio, due calci e la porta è a terra proprio come me poco fa. Esco dalla macchina trascinandomi con i gomiti. Metto un ginocchio a terra, metto l'altro e alzo il capo. Una mano mi stringe il collo. Sogghigno. Davanti a me c'è un uomo attraente, viso leggermente squadrato e occhi marroni. Leggo la cattiveria nei suoi occhi.
<<Allora tu sei sua figlia>> dice e mi da un pugno in faccia.
Concentrati Alexandra andiamo!
Mi prende di nuovo per il collo e continua a parlare.
<<Vedo lo stesso mostro che vedo nei suoi occhi>>
Con la mano prendo il suo pollice e me lo levo di dosso, come se fosse una mosca. Prendo il suo collo e lo sbatto vicino alla macchina.
<<Dite tutti le stesse cose, dopo un po' siete patetici>> mostro i miei occhi da ibrido ma una magia mi porta all'indietro. Volo per metri e metri fino a quando una mano blocca da dietro il mio collo. Qualcuno mi butta a terra di faccia mantenendo ben salda la presa.
<<Sei carina>>
Cerco di girare la testa per guardarla in faccia e ci riesco.
<<Si può sapere chi cazzo siete?>>
La donna ha i capelli rossi lucenti. Occhi lucenti e verdi. Un sorriso avido e pieno di sarcasmo.
<<Aurora De Martel>> fa un piccolo inchino con la testa ed è la mia occasione.
Le do un pugno in faccia, la presa si scioglie e io mi alzo ufficialmente in piedi. Sono accerchiata. C'è un altro uomo e una donna. I vestiti dell'uomo mi ricordano Elijah, invece la donna, con il suo trucco e il suo taglio d'occhi, mi ricordano una puttana.
<<Ti presento Tristan De Martel>> annuncia Aurora, con un gesto della mano rivolto al così chiamato Tristan.
<<Lucien Castle>> dice indicando l'uomo attraente.
<<E la strega Alexis>> dice indicando la bionda-puttana.
<<Quattro contro uno, non mi sembra giusto>> dico.
<<Non siamo per gli scontri leali>> dice Tristan.
<<Fanculo voi e gli scontri leali, che cosa volete da me?>> chiedo guardandoli ad uno ad uno.
<<Accetterai il destino che era riservato a tuo padre>> afferma Aurora.
<<Tre vampiri e una strega non mi uccideranno>> dico sorridendo.
<<Tre vampiri nati molti secoli fa>> dice Tristan.
<<Avete finito con queste cazzate? Sto per addormentarmi davvero>> improvvisamente sento una fitta al fianco dell'addome. Abbasso lo sguardo e vedo un pezzo di vetro conficcato nella pelle. Lo prendo e cerco di estrarlo ma una mano mi blocca, quella di Lucien. Gli do una testata senza neanche ragionarci tanto. Estraggo il pezzo. Inizio a sentire il sangue nel cervello ribollire. Maledetta strega! Mi accovaccio e mi lamento del dolore.
<<Puttana!>> urlo. Mi alzo e con le mani che cercano di spingere qualcosa verso il basso, la strega Alexis vola.
Aurora e Tristan sono ai miei lati e Lucien è dietro di me quando iniziamo a combattere. Il combattimento è tosto, si sente e si vede che sono forti per essere dei semplici vampiri trasformati. La mia testa, però, è da un'altra parte, viaggia, viaggia e viaggia, verso quello che è il mio dolore interno, il mio dolore che non cessa di farsi sentire.

SPEGNI. TUTTO!

No!
I miei poteri vanno fuori controllo, una forza si espande e i tre moschettieri vengono trasportati via dalla mia magia. Mi accascio a terra. Mi sento debole e non è mai successo.
Non sento più le gambe. Non ho neanche il tempo di realizzare, che Lucien mi afferra e mi lancia verso la macchina. Sfondo una portiera con la schiena e sono dentro la macchina. Sento odore di benzina.
Cazzo!

Alexandra Mikaelson - the eldest child - Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora