Capitolo 41 - Insieme -

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<<Perché ci siamo riuniti?>> chiedo quando entro nell'ufficio di John. Sono passati alcuni giorni dalla cena. Ho riposato e messo in pausa il cervello, per la prima volta, dopo tanto tempo. Sono stata serena e calma. I miei poteri in completo controllo. So il motivo della riunione con la mia famiglia, perché quella calma è giunta al termine.
John è seduto dietro la scrivania e Alan lo affianca in piedi. Anthony è all'angolo della stanza. Rebekah e Freya sono sedute, circondati dai loro fratelli e da Marcel in piedi. Mi avvicino ad Anthony e mi appoggio alla libreria. Nessuno risponde alla mia domanda.
<<Troviamo un modo per sconfiggere Marcus>> afferma John guardando davanti a sé.
<<Insieme>> aggiunge.
<<Come facciamo a collaborare se il branco non ci vuole qui?>> chiede Rebekah.
<<Il branco farà quello che dirò>> afferma John convinto.
<<Ho un'idea>> dice Anthony di fianco a me.
<<Usiamo la battaglia navale>>
<<Il gioco?>> chiede Marcel perplesso.
<<No, è un aggeggio magico di migliaia di anni>>
<<Ci sono delle pedine, ognuno si muove e attacca a suo piacimento, il sistema ti dice le probabilità di vincita di una delle due parti>>
<<Le pedine saremmo noi?>> chiede Freya.
<<Si>>
<<È sicuro il risultato?>> chiede Kol.
<<Si, dobbiamo solo capire la strategia>> continua Anthony.
<<Proviamoci>> dico.
John ci alza e ci guida nella palestra. Usciamo di casa e attraversiamo la palude, tra gli alberi c'è un sentiero che seguiamo in fila a coppie. Io sono vicina a Klaus.
<<Funzionerà?>> chiede
<<Mamma ha studiato questo oggetto per almeno un anno o due, è arrivata alla conclusione che funziona>>
<<Se non ci vogliamo fidare dell'aggeggio, fidiamoci di lei>> continuo, sorridendo per confortarlo.
Mi prende la mano. Gli sorrido per il gesto carino. Lo leggo nei suoi occhi che è preoccupato. Lo sono anch'io ma cerco di non farlo vedere. Arriviamo in palestra. La pedana è luminosa e divisa in quadrati. La scrivania è di fronte a me oltre la pedana. John si siede affiancato ad Anthony. Quando eravamo ragazzini Anthony ci ha smanettato per parecchio tempo. Per un attimo ho un flash di un Anthony un po' più giovane, basso e senza muscoli. La pubertà può avere due risultati: Anthony o nulla, rimani sempre un bambino fisicamente - forse anche mentalmente -.
<<Che si fa?>> chiede Alan.
<<Sto creando gli avatar>> risponde John. Degli ologrammi si compongono man mano sulla pedana a partire dal basso. Pian piano, Marcus e dei prototipi dei suoi scagnozzi si palesano. Sono rivolti verso di me. Hanno gli occhi spenti.
<<Fanno senso>> dice Alan di fianco a me.
<<Decisamente>> dico.
<<Prepariamo i nostri avatar adesso>> dice John.
So come funziona. Con gli sguardi che mi seguono, salgo sulla pedana all'estremo, di fronte a Marcus. Mi affianca Klaus, Elijah e Kol.
<<Vediamo che succede usando solo la forza>> dico.
<<Ok, ci siamo>> dice John.
<<Alan, muovi le sue pedine>>
Alan fa quello che gli dico. Sa quali potrebbero essere le mosse di Marcus. Lo conosciamo fin troppo bene.
<<Inizia tu>> dico sorridendo a Alan.
Ha le braccia incrociate. Un sorrisetto divertito lo rende dannatamente sexy.
<<Marcus avanza>> l'ologramma avanza. Un rumore macchinoso fa da sottofondo, la macchina funziona. Io avanzo di un passo.
<<Il miglior giocatore avanza>> dice Anthony al posto mio. Gli sorrido e aspetto la prossima mossa.
<<Marcus attacca>> l'ologramma sta fermo.
<<Lancio un incantesimo di movimento>>
<<Danno 5 per cento>> dice John.
<<Lancio un incantesimo di soffocamento>> dice Alan.
<<Lancio un paletto dritto alla gola>> dice Klaus.
<<Marcus lo para, ma l'incantesimo di soffocamento si scioglie>>
<<Corro verso di lui>> dico.
<<Il paletto lanciato lo rimanda contro il tuo cuore>> dice John.
Un foglio esce dalla macchina e si ferma.
<<Morta>> dice Antony.
<<Riproviamo>> dico.
[...]
<<Percentuale di vita al 10 per cento>> dice Anthony.
<<Mi rialzo e lo colpisco>> dico.
<<Colpo incassato!>>
<<Lo colpisco ancora>>
<<Danno 40 per cento>>
<<Lo colpisco al petto>>
<<Danno 60 per cento>>
<<Prendo il cuore>>
<<Danno 90 per cento!>> urla Anthony.
<<Lo tiro fuo->> dico ma vengo interrotta. La macchina ha smesso di fare rumore, segno che è successo qualcosa. Anthony guarda l'ultima riga del foglio allibito.
<<Ti ha tirato un paletto nel cuore>> dice.
<<Cazzo!>> urlo. È l'ennesimo tentativo andato a vuoto e non so nemmeno quanto tempo è passato da quando sono qui. Dopo vari tentativi la mia famiglia è andata via, promettendomi di riprovarci il domani stesso, ma io sono rimasta insieme ad Anthony e Alan. Nessuno sa che siamo qui. Sto cercando ogni modo possibile per tenere tutti fuori dalla battaglia ma è tutto inutile. Mi è difficile ammetterlo ma non posso farcela da sola. Mi metto una mano davanti agli occhi. Sono esausta. La testa continua a girarmi fastidiosamente. I miei occhi bruciano.
<<Ehi>> si avvicina Alan.
<<Andiamo a dormire>>
<<Non posso>>
<<Andiamo devi riposarti>>
Levo la mano e lo guardo negli occhi.
<<Marcus non ha attaccato in questi giorni, perché dovrebbe farlo proprio adesso?>> chiede Alan. In effetti, non ci avevo pensato. Perché non sta attaccando?
Esco dalla palestra seguita da Anthony e Alan.
Anthony si separa da noi e va a casa sua. Io e Alan entriamo dalla finestra di camera sua per non farci vedere.
Prendo una felpa over size dal suo armadio e un pantalone di un pigiama. Senza pensarci, mi spoglio e mi vesto girata di spalle ad Alan
<<Hai freddo la notte?>>
Mi giro verso di lui e annuisco leggermente mentre mi infilo il pantalone. Alan entra in bagno e io mi infilo sotto le coperte rannicchiata a guscio. Muoio di freddo. Sento il sonno che sta per arrivare quando Alan entra nel letto di fianco a me. Sento il calore umano dietro alla mia schiena e una mano che mi avvolge il petto. La sua mano si intreccia con la mia ed è così che ufficializzo la cosa tra tutti i miei pensieri. Io lo amo.

Alexandra Mikaelson - the eldest child - Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora