Capitolo 32 - Ciao micetto! -

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KLAUS POV'S
Mentre guardo il soffitto, penso a tutto quello che sta succedendo. Il sonno mi è stato rubato dalla mia paranoia.
Starà bene? Dove si trova? Cosa sta pensando?
Domande su Alexandra a cui non riesco a dare una risposta, perseguitano i miei pensieri. Le lacrime che scorrono ai lati del mio viso sono inevitabili quando penso a lei. Quando penso a tutto il dolore che ha passato e che sta passando solo a causa della mia assenza.
Perché, Gloria?
Un tempo l'amavo, la donna che ha creduto nel bene che c'è in me. Mi ha insegnato a vivere la vita al cento per cento, ad apprezzare le piccole cose. Un tempo, nella baita vicino casa sua a Nashville, amavamo osservare la luna piena e parlarle. Parlarle della nostra vita, dei nostri sogni, dei nostri sentimenti. Le parlavamo come se fosse una persona a cui puoi confidare tutto. Quando l'ho abbandonata, dicendole che non l'amavo più, è stato l'unico momento, l'unica volta in cui avrei scelto l'amore al posto della famiglia. Mikael ci raggiungeva, avevo paura di lui, ma avevo più paura di abbandonarla. In effetti, non è stato così. Avrei potuto scegliere di fare in mille modi diversi, come ad esempio portarla con me, ma il passato è passato e il Klaus Mikaelson di una volta non esiste più.
Come sarebbero andate le cose se l'avessi portata con me?
I miei pensieri vengono interrotti da una notifica. Mi alzo e guardo il telefono. E' un messaggio di Hope.

Sto andando a dormire! Buonanotte, ti amo con tutta me stessa <3

Buonanotte lupacchiotta.

Le rispondo. Sono troppo preso da pensare a Hope, quando pian piano, lentamente, cado nel sonno, pur non avendolo.

Mi sveglio legato ad un muro. La mia vista è sfocata, non riesco ancora a distinguere le tre figure stanate lontano. Mi guardo intorno e riconosco il ciuffo di Kol, i capelli biondo di Rebekah, la cravatta di Elijah e le urla di Freya.
<<Padre!>>
Non può essere. Quando riprendo coscienza, li vedo, tutti e tre. Come se non fossero passati anni: Esther, Mikael e Finn, nel loro corpo originario.
<<Mi dispiace figlia mia>> afferma Mikael. Chi non lo conoscerebbe davvero, direbbe che è davvero dispiaciuto, ma tutti noi, compresa Freya che lo ha sempre venerato così tanto, sappiamo che è un mostro.
<<Come?>> chiede Elijah
<<Magia nera>> dice Esther, con la sua vanità, che l'ha sempre caratterizzata.
<<Dimmi che cosa vuoi prima che ti strappi le budella!>> urlo contro Mikael.
<<Siamo qui riuniti, figli miei, per compiere quello in cui ho sempre fallito>>
Tutti sanno la risposta e il mio unico pensiero va alla mia famiglia.
<<Uccidervi>>
<<Fallirai anche stavolta!>> urla Kol convinto, e lo siamo tutti. Siamo Mikaelson, noi non molliamo mai. Le catene mi provocano dolore alle braccia e alle gambe quando mi muovo leggermente. Un'aria magica, nera, le avvolge. Sento la potenza della magia che mi entra fin dentro al cervello.
<<Io non credo fratellino>> risponde Finn, con un tono che fa mandare sui nervi anche me.
<<Tutto questo è una pagliacciata, quante volte avete fallito madre? Eh?>> dico facendomi una risata. Li guardo dritto negli occhi ad uno ad uno.
<<Fallirete!>> affermo ridendo.
Mikael lancia un qualcosa e io me la ritrovo a un centimetro dalla fronte. É il paletto di quercia bianca, quello indistruttibile.
Lo aveva Marcus l'ultima volta
<<Rubato da un certo Marcus, avete tanti di quei nemici lì fuori...>> dice Esther, scuotendo la testa, come se fosse delusa da tutti noi.
Alexandra!
Alcune persone si raggruppano in lontananza. Streghe. Appena Esther li nota, si avvicina a loro, seguita dai due cagnolini.
<<È in combutta con le streghe la stronza, di sicuro>> dice Rebekah.
<<Siamo nella loro terra sacra, mi pare un po' ovvio>> dice Kol infastidito. Rebekah alza gli occhi al cielo.
<<Vi sembra il momento, fratelli?>> domanda Elijah mentre io rido della situazione.
<<La famiglia fa venire voglia di commettere omicidi>> affermo.
<<Spero che tu stia parlando di quei tre lì che hanno il nostro stesso sangue ma li reputo come gente qualunque>>
<<Mi pare ovvio anche questo Rebekah>>
<<Spero che nostra madre ti uccida per prima>> dice Rebekah, con tanto di sorrisetto.

ALEXANDRA POV'S

Dopo la mia fuga durata qualche ora, ritorno a casa, da sola, con i miei pensieri. Il pensiero di Ashley, Alexandra Junior, la mia famiglia. La mia famiglia che quando varco la soglia di casa, non mi aspetta strepitante di sapere se avessi ucciso qualcuno o se stessi bene. Amplifico l'udito, pensando di ascoltare il leggero russare di Elijah e il respiro pesante di Klaus, ma non sento niente, nessun battito, nessun rumore. Non ci sono nemmeno le governanti e le cameriere nel loro habitat naturale, la cucina. Non c'è anima viva. L'olfatto conferma la presenza di tutti i componenti. Mi guardo intorno e vedo la tavola, ancora piena di cibo e piatti rimasti abbandonati a se stessi.
Quanto cazzo ci vuole per, almeno, sparecchiare la tavola?
Niente, in confronto alla forza che ha un originale.
I bicchieri ancora intatti, un odore diverso che proviene dai bicchieri di sangue. Ne prendo uno e lo odoro. C'è qualcosa che non va in questo sangue, ne sono certa, Un odore fastidioso, mi da l'impressione di essere dolce, fin troppo per essere un tipo di sangue. Quasi zuccherato. Assomiglia allo 0 negativo, come odore, ma non è quello.
Per non perdere tempo, esco di casa. Il primo essere vivente che incontro è un gatto.
<<Ciao micetto!>> i suoi occhi felini mi guardano con sfida.
<<Vieni qui, ti ho portato da bere>> il gatto appena vede che sto sporgendo verso di lui qualcosa, senza esitazione, inizia a bere. Al terzo sorso capisce che non è acqua come credeva, così si allontana, mentre sento un leggero piagnucolare da parte sua.
<<Lo so mi dispiace e che->> non finisco la frase che il gatto si accascia, dolorante. Con gli occhi sbarrati e la bocca aperta, mi rendo conto di aver ucciso un innocente animale.
<<Oh cazzo!>> dico e mi accovaccio sul suo corpo. Lo scuoto leggermente come se lo potessi rianimare. Guardo la luna piena in cielo, di fronte a me.
<<Cara amica, abbi pietà di me>> dico e corro dentro.
Mi siedo sul divano del salone, metto le mani in testa e i gomiti sulle ginocchia.
<<Ragiona, andiamo, concentrati>>
Se quello che c'era dentro il sangue ha ucciso un gatto, non avrà fatto nulla di così grave ad un originale. Li avrà addormentati per un po', al massimo, così da prenderli e portarli da qualche parte.
Ma dove? Ma chi?
Alla seconda domanda so la risposta al novantanove per cento, alla prima non so rispondere. Il veleno era nel sangue, quindi le cameriere lo avranno servito, qualcuno lo avrà preso dal frigo.
C'è una cameriera traditrice in mezzo a noi!
Ci mancava solo lei...Di solito chi serve il sangue?
Quella tipetta dai capelli biondo ossigenato, con la pelle più chiara della sposa cadavere. Si! Serve a tutti il sangue, dev'essere stata lei. Mi alzo di scatto ma una domanda mi fa risedere all'istante.
Come la trovo?
L'unica che conosco è Lucy!
<<Signorina scusi l'intrusione ho dimenticato le chiavi>> alzo lo sguardo e vedo lei, quella che sto cercando. Mi alzo e la guardo a braccia aperte, come se fosse venuta la madonna a casa Mikaelson.
<<Posso. Aiutarla?>> chiede a parole staccate. Il suo battito si è accelerato di botto. Guardo il cielo e lo ammiro.
<<Luna, grazie per aver avuto pietà di me>>
I suoi occhi sbarrano e lentamente indietreggia. Io so brutta stronza! Certo che nella vita per sopravvivere, bisogna avere anche botte di culo.
<<Chi ti ha detto di mettere il veleno nel sangue?>> chiedo soggiogandola. Lei resiste, grazie alla verbena.
<<Andiamo!>> dico scuotendola con le braccia. Sta soffrendo, alcune gocce di sudore scendono sul collo che tanto sto bramando.
Aspetta.
<<Non farmi del male, ti prego>> ora ha iniziato a piangere. Alzo gli occhi al cielo.
<<Tesoro, non voglio farti male, davvero>>
Bugiarda.
<<Ma sarò costretta se non risponderai alla domanda>>
<<Te lo giuro non lo so!>>
La scuoto ancora di più e la avvicino a me.
<<Lo sai che servi vampiri?>> dico mostrando i miei occhi da ibrido.
<<Non lo so davvero! E' venuta una donna alta e bionda, con uno sguardo a cerbiatto, mi ha detto di essere una strega e che>> si interrompe per singhiozzare.
<<Continua>>
<<Vuole uccidere i Mikaelson, tutti! A me sta bene così! Voi siete il male, il diavolo sceso in terra!>> urla in preda ad un improvviso attacco di coraggio.
<<Molto bene>> mi nutro di lei, ma la lascio vivere. Mentre si accascia a terra, ancora viva ma priva di sensi, faccio una veloce constatazione. Se è una strega, vuole offrirli in sacrificio, nella proprio terra sacra, così da imprimere il loro potere e uccidere tutti i vampiri. Non ne sono sicura, ma è un tentativo. I sacrifici di solito avvengono quando la luna è al culmine della sua potenza, sopra al proprio capo. 5:00, alle cinque del mattino. L'orologio segna le quattro spaccate.

Alexandra Mikaelson - the eldest child - Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora