Capitolo 58 - Casa -

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ALEXANDRA POV'S
Mi risveglio di soprassalto. Mi guardo intorno, sono in un letto molto comodo, ricoperta da lenzuola. Per come sono sparpagliate, credo ci sia stata una guerra qui sopra. Mi metto a sedere con fatica, sentendo un dolore intercostale. Sicuramente sono a casa dei Mikaelson. Faccio mente locale e mentre riaffiora tutto, sono sempre più sorpresa da me stessa, e dagli avvenimenti in quanto accaduti di una velocità assurda.
Ho una maglietta bianca e un pantalone grigio lungo. Quando appoggio i piedi sento i brividi dietro la schiena. Per essere dicembre, dovevano almeno darmi delle pantofole! Non faccio caso al freddo e scendo giù le scale. Mi ritrovo davanti Hope che sta uscendo dalla cucina.
Spalanca gli occhi.
<<Felice di vedermi?>> chiedo, sarcasticamente. La guardo e sorrido.
Inizia a piangere.
<<Ti prego sta zitta>> si avvicina e mi abbraccia.
<<Mi dispiace, mi dispiace tanto>> scoppio a piangere.
<<Tu stai bene questo é l'importante>>
<<Non ti abbandonerò mai più, promesso>> la guardo dritta negli occhi.
Mi accarezza il viso, qualche mese fa non avrei mai pensato che un gesto così sciocco potesse suscitarmi tanta gioia.
<<Alexandra!>> mi stacco da Hope, sentendo la voce del mio papà.
<<Papà!>> quasi gli salto addosso. Ci abbracciamo come non lo abbiamo mai fatto. Si stacca.
<<Non farmi spaventare così tanto mai più, ci siamo intesi?>>
Gli sorrido.
<<Ti preoccupi per me?>>
<<É normale, tu sei la mia figlia primogenita>> scoppio di nuovo a piangere e lo riabbraccio di nuovo.
<<Accetta il fatto che sei mia figlia e sei parte di questa famiglia, sempre e per sempre>> mi dice quando siamo abbracciati.
<<Torto non ha>> sento la voce di Elijah.
Mi stacco e vedo che ci hanno raggiunto tutti.
<<Bello vederti ragazzina>> dice Marcel. 
Rido al suo 'ragazzina', prima mi avrebbe infastidita, ma ora no. Mi avvicino intenta ad abbracciarli tutti, comprese le ragazzine.
Quando arriva il loro turno, mi abbasso al loro livello. Ho paura del loro giudizio, dopo che mi hanno visto tagliare la testa ad una persona.
<<Non abbiamo paura di te>> dice la brunetta, non con fare cattivo ma come per rassicurarmi. Mi ha letto nella mente?
<<Io sono Alexandra>> mi presento ufficialmente.
<<Io sono Josette, ma tutti mi chiamano Josie e lei>> dice freneticamente e continuando, indica la bionda che mi sta guardando in un modo che non riesco a decifrare, tra il curioso e il cattivo.
<<É Elisabeth, ma tutti la chiamiamo Lizzie>>
<<Piacere di conoscervi ragazze>>
<<Ti piace lo shopping?>> chiede Lizzie.
<<Si>> mento per ingraziarmele.
<<Allora dovrai portarci>>
<<Affare fatto>> le porgo la mano e lei la stringe, sorridendomi. Si é sciolta un po'.
<<Che dite? Pranziamo?>> chiede Rebekah.
Ci sediamo a tavola e io vado al mio posto. Adesso ci sono proprio tutti.
Le inservienti ci servono e iniziamo a mangiare. Io ascolto, chiacchiero, rido alle battute di Kol, mangio. Ad un certo punto, propongo un brindisi.
Faccio tentennare il bicchiere attirando l'attenzione.
Mi alzo e alzo il calice, tutti mi seguono.
<<Voglio proporre un brindisi>>
<<A questa famiglia e alla sua salute, che duri per altri secoli>>
<<Ma anche ad Alexandra>> si intromette Elijah.
<<Che tu affronta i tuoi demoni, noi tutti saremo al tuo fianco>> sorrido.
Hope urla 'Ad Alexandra!' e tutti la seguono in coro.
Io mi sento profondamente grata. Guardo Klaus che mi sorride mentre avvicino il bicchiere alla bocca. Mi sento finalmente a casa.

Alexandra Mikaelson - the eldest child - Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora