Capitolo 37 - Prego coglione puzzolente -

696 22 2
                                    

TW: attacco di panico


Corro, corro e corro più lontano possibile da quella casa. Il petto si comprime e le gambe cercano di cedere. Respiro a fatica.
Tu sei il problema.
Io credo di essere sempre stato un problema, per tutti intorno a me.  A partire da mia madre a finire con mio padre ritrovato da poco. Io causo guerre e scontri, omicidi e morte. Forse le voci nella mia testa hanno ragione. Hanno ragione su tutto. Io sono un problema, io sono un mostro psicopatico che uccide pian piano le persone intorno a se. Almeno una volta nella vita le persone che mi accerchiano hanno rischiato di morire, per me. Io non mi merito questo, non mi merito persone che morirebbero pur di salvarmi. Io non merito niente, nemmeno l'amore di un genitore. Lacrime bollenti mi scorrono sul viso. Mi guardo la mano e noto che trema. Strizzo gli occhi e mi accascio a terra quando realizzo che queste voci nella testa sono vere.
Non meriti amore!
Sono destinata a rimanere sola. Allora quando mamma mi chiamò Alexandra per via del suo significato - protettore degli uomini - cosa intendeva? Chi dovevo proteggere se non ci riesco? Chi meritava la mia protezione? Mi metto una mano sulla bocca per evitare di urlare. La notte che mi circonda è tetra e buia, fitta e quasi gelida. Azzeccata per l'occasione. Tutti quegli anni a chiedermi cosa non andasse in me e solo ora me ne rendo conto.
Tutto. Tu sei il problema.
Il respiro è corto e mozzato. Pensavo se ne fossero andati. Maledetti attacchi di panico.
Vorrei solo, solo fermare il cervello. Solo per 10 secondi. Singhiozzo più forte di prima. Appoggio la schiena ad un albero e mi siedo. Non riesco. Morirò, sto per morire. Le gambe sono pesanti e dolorose, i polmoni sono diventati un sacchetto della spazzatura floscio. Sento qualcuno arrivare. Si inginocchia davanti a me. Alan.
<<Ehi!>>
<<Io non...non riesco>> dico indicando il petto. Mi prende il viso tra le mani. Io mi agito e gli afferro le spalle.
<<Respira>>
<<Concentrati!>> guardo tutt'altro che i suoi occhi.
<<Guardami! Guardami!>> lo guardo ancora singhiozzando.
<<Concentrati su di me>> lo guardo negli occhi. Penso al calore delle sue mani sul mio viso. Con una mano, prende la mia e l'avvicina al suo petto.
<<Respira>> il suo battito è accelerato. Lo sento pulsare sotto la mia mano. Cerco di respirare profondamente con ancora le lacrime che non cessano di scorrere.
<<Va tutto bene. Tu stai bene, io sto bene>>
Una volta ripreso il controllo, le mie mani rimangono sulle sue spalle e le sue mani sono scese sul mio collo.
<<Io sono un problema>> affermo.
<<Oh ma sta zitta>>
Annuisco.
<<Tu non sei un problema, per nessuno>>
<<Allora sono un mostro, perché non si spiega tutta questa sofferenza>> affermo parlando piano.
<<Tu sei tutto, ma non un mostro>>
<<Tu sei Alexandra generosa, Alexandra che protegge i suoi uomini, Alexandra che ama leggere i vecchissimi classici>> continua. Lo ascolto attentamente.
<<Tu sei Alexandra l'eroina del giorno, tu sei Alexandra genio nella matematica, tu sei Alexandra pittrice!>>
<<Fidati potrei continuare all'infinito>>
<<Tu sei magnifica>>
Ricomincio a piangere per le sue parole.
<<Tu sei magnifica, non dimenticarlo mai>>
I suoi occhi chiari al buio sembrano di un grigio scuro. La luce lunare mi permette di osservare il suo viso definito.
<<Vieni qui>> mi faccio avvolgere dalle sue braccia muscolose e all'improvviso sono passata dall'essere la più potente persona dell'universo a una minuscola adolescente piena di traumi, avvolta nelle braccia della persona che amo di più. Improvvisamente mi sento al sicuro, e il mio cervello, si spegne.

POV KLAUS
<<Esattamente che problema hai?!>> urlo quando John se ne va subito dopo di Alexandra. Credo che il tour turistico sia saltato.
<<Ho detto la verità Klaus, ammettilo>> risponde Marcel.
<<Stavi dicendo solo cazzate>> si intromette Rebekah.
<<Illustrami il motivo per cui sarebbero cazzate>> dice rivolta a Rebekah alzando per un secondo le braccia in segno di 'non sapere'.
<<Ricordi il patto 'sempre e per sempre'?>> chiedo.
<<Quello in cui nei fai parte>> continuo.
<<Con molta fatica>> si intromette Kol stavolta.
<<Ma ne fa parte>> controbatto girandomi verso Kol.
<<Quando abbiamo scoperto lei chi fosse ne fa parte anche lei>> continuo guardando Marcel. Ha uno sguardo di sfida che conosco fin troppo bene, non si arrenderà facilmente, ma dovrà farlo.
<<Automaticamente>> dice Elijah mangiandomi la parola di bocca.
<<Quindi, la famiglia rimane unita, a costo di farci uccidere tutti>> affermo.
<<Io non morirò per quella>> continua Marcel.
<<Quella ha un nome e dovrebbe essere come una sorella per te>> dice Rebekah.
<<Avete combattuto fianco a fianco con onore e lei una volta ti ha risparmiato la vita, tienilo bene a mente>> dice Elijah.
<<Tutti noi abbiamo un lato oscuro>> dice Freya.
<<Ha dei sentimenti proprio come ogni essere umano sulla faccia della terra>> dico.
<<Ti assomiglia>> dice Marcel rivolgendosi a me.
<<Fin troppo>> dico convinto, perché è quello che credo fortemente. Non credo sia un bene.
<<Avrà la sua redenzione, se la ritiene necessaria per se stessa>> afferma Elijah.
<<Proprio come l'ha avuta Klaus, con tutti noi e Hope>> afferma Rebekah.
<<Cambia prospettiva>> affermo rivolgendomi a Marcel.
<<Come ti saresti sentito se io ti avessi detto le stesse parole?>>
<<Una merda>> afferma dopo averci riflettuto.
<<Lei ti vede come un componente di questa famiglia>> dice Rebekah.
<<Lo so>> dice Marcel affranto, abbassando la testa.
<<Io dormo sul divano letto>> dice Kol cogliendomi di sorpresa.
Tutti ci giriamo verso di lui.
<<Che c'è?>> chiede confuso.
<<Ti sembra il momento?>> chiede Freya.
<<Pensavo che la conversazione fosse finita!>>

Alexandra Mikaelson - the eldest child - Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora