Momo
Eccola di nuovo, quella strana sensazione nello stomaco, non era fame, non era l'emozione di partire per il mio primo in carico come colonnello, era qualcos'altro, ma non sapevo cosa...
Il generale Kim, mi aveva affidato una piccola missione, giusto per vedere come me la cavavo come colonnello. Io e la mia squadra, composta da circa una dozzina di soldati, dovevamo semplicemente consegnare dei bauli contenenti informazioni del nemico da una parte all'altra del Giappone, niente di più semplice in realtà.
Eravamo partiti da Sendai e dovevamo dirigerci verso Hiroshima per lasciare questi documenti al generale Myoui, padre del sottotenente Mina.
Per semplificare il viaggio, ci eravamo divisi in due gruppi da sei, nel mio camion eravamo io, il maggiore Yoo, il sottotenente Myoui e altri soldati minori, tra cui una certa Park Jihyo. La ragazza era stata nominata da mio padre in persona, a quanto pare era uno dei migliori cadetti del suo corso, un vero prodigio come cecchino.
«Momo, ho fame... Ti prego, dimmi che hai una barretta nello zaino» Jeongyeon si accasciò sulla mia spalla e tutti gli altri soldati si girarono verso di noi, meravigliati dal gesto così poco professionale della mia amica.
La scrollai dalla spalla ed aprii il mio zaino. Mi dispiaceva essere stata così rude nei suoi confronti, ma non volevo perdere la mia autorità come colonnello.
Tirai fuori dal mio zaino delle provviste ed iniziai a distribuirle a tutti: «Mangiate, il viaggio sarà piuttosto lungo e ci fermeremo per pranzare tra circa cinque ore»
Accettarono tutti il cibo, ma Myoui fu l'unica a ringraziarmi: «Grazie colonnello»
«Figurati, dovete rimanere in forza, non sappiamo cosa ci attende durante il tragitto»
«Crede che possa accadere qualcosa?»
«Non penso in realtà, il generale Kim ha personalmente tracciato il percorso più sicuro, ma siamo in guerra e tutto è possibile»
«Crede che potremmo fermarci tra un ora per sgranchirci un po' le gambe e per fare i nostri bisogni?»
«Certo, delle brevi pause le faremo senz'altro, non possiamo mica viaggiare quindici ore filate»
«Quindici ore?» Si lamentò Jeongyeon. «Il generale Kim è matto... Servono davvero dodici persone per consegnare dei bauli?»
«Il generale Kim è stato molto chiaro, è una consegna molto importante maggiore Yoo, vedi di non lamentarti»
«D'accordo, mi riposo un po' allora, svegliatemi quando arriviamo a Takasaki, dicono che fanno il miglior Takikomi gohan di tutto lo stato»
«Non stiamo facendo tutto questo per mangiare» La rimproverò Jihyo che in quel momento era rimasta del tutto in silenzio.
«Sei un semplice soldato, non puoi dirmi quello che devo o non devo fare»
«Silenzio, non siamo qui per discutere, passeremo molto tempo insieme e cercate di mantenere un rapporto professionale per favore» Dissi cercando di rimanere il più seria ed imparziale possibile.
«Si si... Buonanotte» Rispose Jeongyeon sdraiandosi e usando il suo zaino come cuscino.
«Che insolente» Sussurrò Jihyo volgendo lo sguardo fuori dal finestrino.
«Ti ho sentita» Rispose Jeongyeon ad occhi chiusi.
Prevedo un viaggio davvero lungo.
Sana
Io e Nayeon eravamo partite da circa venti minuti con un gruppo di ventisei bambini, più o meno chiassosi e, come da programma, ci eravamo fermati sulla stradina sterrata ad osservare la fauna e la flora locale... Non che cambiasse molto dal nostro villaggio in realtà, ma non è che avevamo svariate alternative da proporre.
«Sana, Sana!» Un piccolo bambino, il figlio della signora Chou, mi chiamò da lui. Era molto emozionato e corsi subito verso la sua direzione.
«Che succede Bo?»
«Una rana verde e gialla, è bellissima!»
Mi avvicinai lentamente e proprio come immaginavo, si trattava esattamente di una delle rane più velenose del Giappone. «Allontanatevi tutti lentamente bambini» Dissi con tono calmo, anche se ero molto preoccupata.
«Perchè? É così bella?» I bambini erano come attratti da quella rana e i loro occhi brillavano.
Mi voltai verso Nayeon e cercai di farle un cenno con la mano per aiutarmi, ma stava giocando insieme ad un altro gruppo di bambini e purtroppo non mi stava guardando. «Ragazzi... Per favore, allontanatevi subito»
Bo tirò fuori un bastoncino e si avvicinò ad essa per toccarla. Vedevo la scena a rallentatore e già mi immaginavo la rana che gli si attaccava addosso, ma un forte tonfo inaspettato, la fece saltare via da noi.
Io e Nayeon cominciammo a raggruppare tutti i bambini in un unico punto. Lo spavento ci aveva avvolti come un telo sottile e trasparente, ma io e Nayeon eravamo le uniche adulte, e come tali dovevamo rimanere calme e non farci prendere dal panico.
«Sana...» Sussurrò Nayeon mentre abbracciava i bambini.
«Che cos'era?» Le domandai.
Fece un gesto con le mani per indicare un elmo che era appena volato nella nostra direzione. Dio, era scoppiata una bomba proprio accanto a noi, stavo per entrare nel panico, ma mi feci coraggio e presi un enorme respiro. «Nayeon, torna a scuola e chiama subito Jimin» Volevo controllare la situazione e speravo di non trovare morti, ma se anche un soldato era riuscito a salvarsi, avrei fatto il possibile per aiutarlo.
«Che cosa? Perchè?»
«Dammi retta, digli di venire qui appena possibile» Non potevo dirle altro, c'erano ancora i bambini e non volevo spaventarli.
«Ma, sei sicura?»
«Si, ma ora vai e sbrigati per favore» Nayeon annuì e raggruppo tutti i bambini in fila indiana.
Non aspettai che se ne andassero, sparii direttamente dietro i cespugli per non dare nell'occhio. Camminai per un po', inoltrandomi nel bosco, finché notai un forte fumo proveniente dalle colline. Corsi verso quella direzione e più mi avvicinavo, più il mio cuore cominciava a battere all'impazzata. «Ti prego, dimmi che ci sono dei superstiti... Ti prego, dimmi che ci sono dei superstiti» Sussurravo tra me e me mentre cercavo di fare attenzione che non ci fossero altre mine piantate nel terreno.
Notai che c'erano due camion completamente distrutti, uno più dell'altro e dei soldati ammucchiati che cercavano di farsi strada per uscire fuori da essi.
Alcuni erano in fin di vita, altri del tutto morti... Una scena del genere non pensavo mai di poterla vedere in vita mia, eppure eccomi qui: Un'insegnante d'asilo di umili origini che sta tirando fuori dei soldati quasi morti da dei camion.
«Da questa parte» Sentii qualcuno urlare dall'altro camion e mi precipitai subito. «L-la gamba» La ragazza in questione aveva una gamba bloccata sotto le macerie.
Cercai di farmi strada tra le macerie, ma quando arrivai ad un tubo di metallo presi un forte respiro e guardai la ragazza dritta negli occhi: «Ok, al mio tre sfili la gamba, d'accordo?» La ragazza annuì e misi le mani sotto il tubo rovente. «Uno, due...» Alzai il tubo senza pronunciare il tre e la ragazza tirò subito via la gamba. «Tutto ok?» Dissi prendendola tra le mie braccia.
«G-grazie» Mi accarezzò la guancia un momento prima di perdere i sensi. Controllai il battito cardiaco e dopo essermi assicurata che fosse tutto apposto, la presi in braccio e l'allontanai da li.
Quei pochi soldati che non avevano ancora perso conoscenza, mi aiutarono a recuperarne qualcuno, ma le auto stavano per scoppiare e purtroppo non riuscimmo a salvare tutti.
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ANGOLETTO:
Questa storia sarà piena di parole come "mina" ma almeno sapete quando parlo dell'una o dell'altra grazie alla lettera maiuscola 😆
PS: Vorrei un consiglio, secondo voi la copertina è troppo gialla? Perchè vista dal pc è normale, ma quando la apro dal cellulare mi sembra tipo pippofonica (Non so se sono riuscita a spiegarmi 😅)
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Fumo E Cenere
FanfictionMomo è un colonnello dell'esercito giapponese, mentre Sana una semplice insegnante in un villaggio sperduto nel nulla più totale. Sarà proprio grazie alla prima missione di Momo che avranno l'occasione di incontrarsi, ma potrà mai il loro amore, sov...