Momo
Mi trovavo in cucina ad osservare la signora Minatozaki che armeggiava con le pentole, mi ricordava molto Sana, avevano lo stesso sguardo concentrato ed adorabile.
«Dunque Momo, comi ti trovi qui a Karuizawa?» Non era di certo la domanda che mi aspettavo dalla madre di Sana, solitamente mi chiedevano tutti se ero sposata o meno, ma ero felice che non me lo avesse chiesto, perlomeno per il momento.
«Bene, non ho ancora avuto l'opportunità di visitarla tutta, ma è riuscita a farmi una buona impressione»
«É insolito da parte di una ragazza di città apprezzare un piccolo villaggio come questo, ma anche io ho avuto il tuo stesso giudizio appena arrivata»
«Lei non è di qui?»
«No cara, vengo da Tokyo, mi sono trasferita per amore... Vladislavo è venuto a vivere qui dalla Russia durante la prima guerra mondiale e anche lui non è mai venuto via»
Lasciai perdere il nome buffo del padre si Sana, non volevo riderle in faccia e cercai in tutti i modi di rimanere seria. «Non sapevo che Sana fosse per metà Russa...»
«Beh non si direbbe in effetti, fortunatamente ha preso tutto da me» Ridacchiò tornando a maneggiare non so' quale brodaglia. «Ma dimmi di te Momo, di dove sei?»
«Mio padre viene da Aoshima, mentre mia madre è sempre vissuta a Sendai, ma io sono nata a Kyoto... Abbiamo tutti origini diverse»
«Aoshima? L'isola dei gatti?»
«Esattamente quella! I miei nonni vivono li e le posso assicurare che da piccola credevo che i gatti fossero i miei nonni...»
La signora Minatozaki si mise a ridere. «Ci sono stata un paio di volte da giovane e anche io credevo che fossero gli unici abitanti del villaggio...»
«Giurerei di aver sentito miagolare i vicini di casa dei miei nonni una volta, credo che abbiano imparato a comunicare con loro» La madre di Sana non riuscì a contenere le sue risate ed entrambe ci ritrovammo sdraiate a terra con le lacrime che ci scendevano sul viso ad imitare il miagolio dei gatti. Non era neanche tanto divertente, ma quando ti prendeva a ridere, non era una cosa che potevi controllare facilmente.
«Vi state divertendo?» Domandò Sana entrando nella stanza, mentre accompagnava suo padre sulla sedia a rotelle... Avevo quasi dimenticato che aveva perso le sue gambe durante la guerra.
«Mi spiace, ma la tua amica è troppo divertente» Commentò Niko rialzandosi da terra.
Poggiai le mani sulla sedia dove ero seduta prima e cercai di rialzarmi. Sana fece uno scatto verso di me, ma la fermai subito. «Aspetta, devo farcela da sola, altrimenti come farò quando non sarai in casa»
Sana annuì semplicemente e tornò ad aiutare suo padre facendolo avvicinare al tavolo. «Tu devi essere il generale Hirai» Mi disse Vladislavo guardandomi dritto negli occhi.
«Esatto» Dissi con fatica mentre mi tiravo su dal pavimento. «Piacere di conoscerla signor Minatozaki»
«Chiamami pure Vladislavo»
«Con tutto il rispetto signore, potrei continuarla a chiamarla signor Minatozaki? Non credo di riuscire a pronunciare il suo nome come si deve» O semplicemente senza riuscire a ridere.
«Anche Vlad va bene, se preferisci»
«Va bene» Sembrava che non volesse proprio che lo chiamassi signor Minatozaki, quindi acconsentii. «E scusi se mi permetto, ma come mai il suo cognome è giapponese se lei è russo?» Una domanda che mi venne sul momento.
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Fumo E Cenere
FanfictionMomo è un colonnello dell'esercito giapponese, mentre Sana una semplice insegnante in un villaggio sperduto nel nulla più totale. Sarà proprio grazie alla prima missione di Momo che avranno l'occasione di incontrarsi, ma potrà mai il loro amore, sov...