Capitolo 27 - Partenza!

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Momo


A mezzanotte in punto, un piccolo furgone rosso arrivò davanti alla porta dello scantinato. Uscii in fretta e senza farmi vedere ed entrai subito dalla portiera del passeggero.

«Salve» Salutai l'autista che mi accompagnava sporgendomi leggermente in avanti per vedere chi fosse. La luminosità era piuttosto scarsa, ma appena riconobbi il suo viso, i miei occhi si illuminarono. «Myung! Che ci fai tu qui?» Domandai abbracciandolo da dietro.

«E secondo te mi perdevo l'occasione di parlare per cinque ore di fila con il mio generale preferito?» Disse ridendo.

«Ha ha... Non sono più un generale ora, sono la signorina Hirai» Puntualizzai ironica. «Ma sul serio, che ci fai qui?» Domandai nuovamente lasciando la mia presa su di lui.

«Tuo padre mi ha contattato un paio di mesi fa e sono entrato a far parte anche io di questo strano giro... Sa come sono fatto e che farei di tutto per aiutare mia sorella»

«Non sai quanto io sia contenta di vederti!»

«Non eri così contenta quando ti ho chiesto si sposarmi» Rispose mettendo in moto il furgone.

«Sta sera sei molto divertente, è successo qualcosa in particolare?»

«Hai indovinato! Io e Megu abbiamo deciso di sposarci in segreto»

«Ma dai! E verrete anche voi sull'isola?» Chiesi entusiasta di avere entrambi i fratelli Yoo in questa folle avventura che mi attendeva.

«Non ancora... Prima vorrei vedere la reazione di mio padre ed in base a quella, deciderò se venire a vivere da rifugiato con voi o meno...»

«Beh è giusto... Ma vedrai che tuo padre non si farà troppi problemi... Ha già perso una figlia e dubito che vorrà perdere anche te»

«Non lo so' Momo... Da quando Jeongyeon è scappata, si respira un clima diverso in casa mia e i miei non fanno altro che litigare per qualunque cosa...»

«Credo sia inevitabile di fronte a certe situazioni... Ma sappi che qualunque decisione tu prenda, sarai sempre il benvenuto»

«Non ho dubbi!»

Io e Myung conversammo per tutto il viaggio senza mai smettere di ridere e di scherzare... Credo che se non mi fossero piaciute le ragazze, probabilmente lui sarebbe stata la mia seconda scelta... Dopo Sana ovviamente, per lei sarei stata indubbiamente gay.


Sana


Alle undici in punto, decisi di uscire di casa trovando qualche scusa plausibile da raccontare a Takuya ed andai dritta a casa dei miei genitori.

Bussai alla loro porta ed aspettai che mia madre mi venisse ad aprire.

«Chi è?» Domandò mia madre per l'appunto mentre apriva la porta di casa. Aveva una camicia da notte lunga e dei bigodini verdi e gialli fluo sulla testa... Non so' cosa mi trattenne dal non riderle in faccia.

«Mamma, scusa per l'orario, dormivi?»

«Non ancora, ma è successo qualcosa di grave? Tutto apposto?» Si preoccupò molto, ma era inevitabile dato l'orario...

«Tutto ok, non preoccuparti... Papà dorme?»

«No, sta ancora scrivendo... Vuoi che lo porti qua?»

«Non c'è bisogno di prendere la sedia, andiamo in camera che voglio parlare ad entrambi» Dissi mentre camminavo verso la stanza.

«Sicura che non è niente di grave? Mi sto' iniziando a preoccupare Sana»

«Mamma, stai tranquilla, se fosse stato qualcosa di grave te lo avrei già detto, no?» Dissi cercando di non farla preoccupare troppo.

«Che succede qui?» Domandò mio padre vedendomi entrare in camera.

«Volevo parlarvi di una cosa...» Decisi di sedermi sul bordo del letto prima di porgli la domanda. «Cos'è successo quella sera? La sera in cui Nayeon è scomparsa intendo»

«Così? All'improvviso?» Domandò mio padre sorridendo mentre metteva da parte il libro che stava scrivendo. La sua espressione però cambiò subito appena notò che non accennavo minimamente ad un sorriso.

«Tesoro noi eravamo con te quella sera... Sai che non ne sap-»

Il discorso di mia madre fu interrotto da mio padre che le accarezzava dolcemente la mano. Discorso, che proseguì egli stesso. «La tua amica e l'altra ragazza, il militare Yoo, sono state scoperte a letto insieme dal padre di quest'ultima e dicono di averle viste scappare nella foresta quando le stavano per arrestare»

«E come hanno fatto a scappare?»

Mio padre scosse la testa. «Mi dispiace ma non sappiamo altro... I militari hanno detto a tutti di tacere sull'argomento e nessuno sa altro... Credo che soltanto Tzuyu e Momo sappiano davvero tutto il resto, mi dispiace piccola» Tzuyu? Non ci stavo capendo niente...

«Non preoccuparti papà... Anzi grazie per avermelo detto, l'avevo chiesto a Takuya ma non è riuscito a darmi nessuna risposta» Dissi affranta. «Ora però c'è un'altra cosa che volevo dirvi, ma dovete promettermi di non dire niente a nessuno, ok?»

«Certo, sai che puoi fidarti... Siamo la tua famiglia»

Raccontai ai miei genitori tutto quello che mi aveva detto Jihyo e di come a mezzanotte mi avrebbero aspettate alla grotta del diavolo per partire tutti insieme e di come ero intenzionata ad andare con loro per capire di più l'intera faccenda.

«Vai» Disse mia madre senza neanche pensarci.

«Sei sicura? Insomma, non so' per quanto tempo starei via e in più Takuya non sa niente...»

«Tu non sei più felice come prima da quando Nayeon e Momo se ne sono andate... Hai bisogno di partire piccola»

«Non so' neanche dove stiamo andando, non posso darvi l'indirizzo e non so' se e quando potrò tornare...»

«Un modo lo troveremo, poi la guerra ormai è finita, tra un po' di tempo non ci saranno più queste preoccupazioni e a quel punto ci ritroveremo... Mi dispiace solo che sia rimasto poco tempo per salutarci» Disse mio padre guardando la sveglia sul comodino che segnava le undici e quarantacinque.

«Mi mancherete tanto» Dissi scoppiando in un mare di lacrime prima di abbracciarli.

«Ci mancherai tanto anche te»

Rimanemmo per un po' ad abbracciarci sul loro letto. Mi dispiaceva lasciare il mio paese, il mio lavoro e la mia gente... Ma soprattutto lasciare la propria famiglia era qualcosa che nessuno avrebbe mai dovuto fare...








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ANGOLETTO:

Non sono molto soddisfatta di questo capitolo... In ogni caso, sto' finendo di scrivere l'ultimo che sarà il "Capitolo 30", prevedo che sarà piuttosto lungo, quindi preparatevi 😆

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