Sana
Finita la cena da Nayeon, io e Momo decidemmo di rientrare subito a casa. Nonostante tutto il sesso che avevamo fatto in questi giorni, non eravamo ancora stanche e non scherzavamo quando dicevamo di non sprecare neanche un secondo del nostro tempo.
Eravamo mano nella mano mentre percorrevamo il vialetto che portava a casa sua e quella sottile luce dei lampioni che illuminava la strada rendeva tutto molto romantico. Mi piaceva la sensazione delle sue dita che si intrecciavano con le mie, lo trovavo molto intimo.
Un bagliore accecante di luce improvvisa però, ci fece abbassare lo sguardo e lo rialzammo nel momento esatto in cui cessò.
«Cosa sono tutte queste auto?» Domandò Momo lasciandomi la mano.
Stavo per risponderle, ma sentii qualcuno afferrarmi da dietro per farmi volteggiare in aria: «Sana!» Anche se non lo vedevo da molto tempo, Takuya aveva una voce molto riconoscibile.
«Takuya, ciao!» Gli risposi appena mi rimise a terra. «Ma non dovevi tornare la settimana prossima?»
«Che c'è? Non sei contenta che sono tornato prima?» Mi domandò. Subito i miei occhi si spostarono verso di Momo e Takuya seguì il mio sguardo. «Lei deve essere il generale Hirai» Disse Takuya voltandosi verso di lei. «Takuya Terada» Disse facendo il saluto militare.
Momo lo guardò con aria da superiore e lo salutò controvoglia: «Si, salve»
«Suo padre mi ha parlato molto di lei... Mi aveva anche detto che era molto severa con i cadetti» Disse Takuya con tono quasi scherzoso, guardandola però dritta negli occhi.
«Mio padre?» Domandò Momo alzando un sopracciglio.
«Si, i suoi genitori sono venuti con me per riportarla a casa, non è contenta?»
Momo aveva uno sguardo preoccupato che si moltiplicò appena vide i suoi genitori scendere da una delle auto parcheggiate nella piazza. «Sana, potresti scusarmi per un momento?» Mi chiese girandosi poi verso di me.
«Certo, ci vediamo dopo, vero?» Le domandai accarezzandole il braccio. Momo sorrise e posò la sua mano sulla mia annuendo dolcemente, gesto che non sfuggì agli occhi di Takuya.
«Allora, non hai risposto prima, sei contenta o no di vedermi?» Chiese Takuya prendendomi per mano.
«Oh si, certo» Ero meravigliata del suo improvviso arrivo e risposi esattamente come voleva che gli rispondessi ad ogni minima domanda che mi faceva o ad ogni racconto della sua vita da militare... Senza però mai staccare lo sguardo da Momo.
Momo
Era tutto così talmente inaspettato, che c'erano persino delle persone affacciate alla finestra per vedere lo strano corteo dei militari alle dieci di sera in un paese sperduto nel nulla.
«Maresciallo Hirai, Madre» Salutai i miei genitori in maniera molto formale mentre andavo da loro zoppicando.
«Momo, tesoro come stai?» Domandò mia madre sorreggendomi pensando che senza stampelle non ce la potessi fare. Non era vero ovviamente, ma la lasciai stare, d'altronde è sempre mia madre e non importa se riesco a camminare, lei sarà comunque sempre li per me.
«Tutto ok mamma, non preoccuparti»
«La ragazza laggiù è la signorina Minatozaki?» Domandò mio padre guardando dietro di noi.
«Si, è lei» Risposi rattristita nel vedere che stava baciando Takuya. Mi sentivo male a guardare una scena del genere, ma ancora di più perchè Sana non voleva staccarmi gli occhi di dosso.
Mi girai subito verso i miei genitori, perché se fossi rimasta a guardarli ancora un po', non avrei resistito e sarei scoppiata a piangere.
«Signorina Minatozaki!» Urlò mio padre sventolando al cielo una mano per farsi notare. Tutti e dico Tutti si voltarono a guardarlo meravigliati dal suo gesto... Mio padre era sempre un tipo composto e serioso... Non era da lui fare cose del genere.
Sana d'altro canto, non sembrava affatto meravigliata e si staccò dal suo ragazzo per venire subito da noi con un sorriso divertito stampato in faccia. «Signor Hirai!» Disse avvicinandosi per salutarlo. «Posso chiamarla così?»
«Chiamami pure Kayto» Perchè mio padre sorrideva così tanto, cosa gli era successo? Farsi chiamare per nome da una popolana poi? Che diavolo si erano detti quei due al telefono quella volta? Mi voltai verso mia madre e sembrava essere più sconvolta di me.
«É un piacere incontrarla da vivo» Disse porgendogli la mano.
«Anche per me» Ricambiò la stretta di mano. «Allora Sana, mia figlia mi ha detto che anche tuo padre era un militare ed ho fatto delle ricerche su di lui»
«Che genere di ricerche?»
«So che ha perso entrambe le gambe durante lo scoppio di una mina giapponese... Putroppo non potrò mai recuperare i danni fatti dai miei superiori dell'epoca, ma sarà contento di sapere che stanno costruendo una scuola a suo nome a Kyoto e vorrei tanto che partecipasse alla sua inaugurazione tra cinque mesi»
«Una scuola? Davvero?»
«Ha salvato molte vite con il suo gesto e mi è bastato fare delle ricerche approfondite per conoscere i figli dei soldati che non sarebbero nati se non fosse stato per lui... L'idea della scuola mi è venuta perchè mia figlia mi ha detto che sei un'insegnante, giusto?»
«S-signor Minatozaki... Io non so' che dire» Sana aveva le lacrime agli occhi e senza pensarci due volte abbracciò mio padre. «Non so' davvero come ringraziarla, mio padre ne sarà entusiasta quando glielo dirà»
Mio padre sembrava scandalizzato dal fatto che qualcuno lo stesse abbracciando, ma ricambiò subito quel piccolo segno di affetto e per la prima volta in vita mia, provai della gelosia... Perchè mio padre sembrava voler più bene ad una ragazza appena conosciuta invece che a me?
«Che ne dici se vai a dirglielo te?» Disse mio padre staccandosi dall'abbraccio.
«Ne è sicuro? É stata una sua idea, non vorrebbe prendersi i meriti?»
«Io non l'ho fatto per prendermi i meriti, l'ho fatto perché era la cosa giusta da fare... Poi vorrei scambiare due parole con mia figlia prima di ripartire, d'accordo?»
«Ripartire? Quando?» Chiesi meravigliata.
«Prima partiamo e prima torneremo a casa, non credi?» Mi rispose mia madre che fino a quel momento aveva taciuto.
«Hai ragione...» Risposi abbassando il capo.
«M-Momo» Sana mi guardò con aria triste, come se non volesse lasciarmi... Ma sapevamo entrambe che quel momento sarebbe arrivato.
«Vai a parlare con tuo padre» Dissi fingendo di sorridere. «Ci salutiamo dopo, ok?»
Sana annuì e si allontanò con Takuya.
Sapevo che quella sarebbe stata l'ultima volta che l'avrei vista, perché non avrei voluto farlo, ma forse partire senza salutarla sarebbe stato l'unico modo per non soffrire entrambe...
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ANGOLETTO:
Scusate per l'attesa, ma sono stata molto impegnata tra una cosa e l'altra in questi giorni... Tra una settimana partirò anche per una breve vacanza, quindi non sarò del tutto stabile con gli orari o altro... Scusate ancora, prometto che mi farò perdonare 😊
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Fumo E Cenere
FanfictionMomo è un colonnello dell'esercito giapponese, mentre Sana una semplice insegnante in un villaggio sperduto nel nulla più totale. Sarà proprio grazie alla prima missione di Momo che avranno l'occasione di incontrarsi, ma potrà mai il loro amore, sov...