Capitolo 10 - Chiacchiere

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Momo


Karuizawa è davvero un bel paesino e sono sicura che un giorno diventerà una gran bella cittadina. Ha questo stupendo vulcano silente posto al confine, che lo rende davvero affascinante; Per non parlare poi queste splendide casette in legno nel centro del paese.

«Allora, che ne pensi di Karuizawa?»

«Sincera?»

«Si, anche se sono commenti negativi»

«Negativi? Scherzi?!? É bellissima... Il fiumiciattolo circondato da quei folti cespugli è una delle cose che mi è piaciuta di più»

«Davvero? Credevo che chi venisse dalla città, non apprezzasse questi piccoli villaggi al confine del mondo»

«Te l'ho già detto Sana, sono unica nel mio genere e adoro questo posto»

«Allora appena sarai guarita ti porterò a visitare le grotte del diavolo»

«Le grotte del diavolo? Mi piace, sembra inquietante»

«Invece non lo è per niente... Si chiamano così perché durante il tramonto, le rocce si colorano interamente di rosso... Ed in realtà ci vanno le coppie quando vogliono fare proposte di matrimonio o roba simile, non c'è nulla di vagamente inquietante»

«Sono lusingata Sana, ma ci conosciamo da troppo poco, non credi? In più sei fidanzata e non me la sento di ricevere una proposta di matrimonio ora...»

«Io... Ma che vai a pensare? Era... Oh avanti...»

Iniziai a ridere come una matta: «Sto' scherzando Sana, è che diventi estremamente imbranata quando ti imbarazzi» la ragazza non rispose, si girò semplicemente di spalle ed incrociò le braccia mettendo il broncio. «E su non fare così» Mi avvicinai e l'abbracciai da dietro, poggiando prima le stampelle a terra. «Diventi molto carina quando ti arrabbi, lo sai?» Le sussurrai all'orecchio.

Ci conoscevamo da molto poco tempo e sicuramente il mio gesto era abbastanza avventato, ma trovavo le ragazze particolarmente attraenti quando si comportano in questo modo, figuriamoci una come Sana di una bellezza sopra le righe... Era una calamita per il mio corpo.

Ci fu qualche secondo di silenzio prima che Sana ricominciasse a parlare. «E non filtrare con me, ci conosciamo da troppo poco tempo, giusto?» Disse girandosi verso di me, ma i nostri volti erano più vicini di quanto dovrebbero.

«In realtà è diverso... Si può filtrare con qualcuno anche appena conosciuto» Risposi mettendo le mie mani sui suoi fianchi per non perdere l'equilibrio.

«Ah si?»

«Certo... Nessuno ha mai filtrato con te?»

«Non lo so, immagino di si» I suoi occhi si alternavano nel guardare i miei e le mie labbra.

«Takuya non ha mai filtrato con te?» La mia domanda le fece interrompere i lcontatto visivo e finì per schiarirsi la voce ed allontanarsi per prendere le mie stampelle da terra.

«Si, certo... Altrimenti non ci saremmo fidanzati, giusto?» Annuii e ripresi le mie stampelle.

Il momento era perfetto e giurerei che stava quasi per cedere, probabilmente non avrei dovuto tirar fuori il suo ragazzo nella conversazione, ma molto meglio così, non avrei mai potuto trascinare Sana in qualcosa di così grande per un mio mancato autocontrollo.


Sana


Momo mi mandava letteralmente in pappa il cervello... Ero sicura di amare Takuya, ho pensato a lui molto spesso in questo periodo... Mi domando allora perchè da quando c'era Momo non pensavo più a lui... Lo avevo messo in disparte, come fanno i bambini con i giochi vecchi appena ne ricevano uno nuovo. Ma Momo non era un gioco, sembrava qualcosa di molto di più.

«Mi piacerebbe passare anche da Jeongyeon e dagli altri sopravvissuti del mio plotone, sarebbe possibile?» Disse Momo mentre camminavamo verso casa dei miei genitori.

«Certamente, questa sera chiamerò le famiglie che li ospitano, d'accordo?»

«Non possiamo andare direttamente?»

«Andare a casa di qualcuno senza chiedere prima il permesso non è educato Momo»

«Ma se non chiudete neanche le porte a chiave...»

«E questo che c'entra con l'educazione? Ti piacerebbe se qualcuno venisse a casa tua senza prima avvertirti? E se avessi da fare?»

«Noi lo facciamo sempre, se hanno da fare pazienza, torniamo un'altra volta»

«Ecco perché non andrò mai a vivere in una città... Non avete il minimo senso del tatto»

«Ok che non ti sta bene, ma non dirlo con questo tono altezzoso, mi fai sembrare un cane»

«Perdonami, ti stavo trattando come una mia studentessa»

«E tratti così i bambini dell'asilo?»

«Quelli insolenti si...»

«Quindi sono stata insolente Sana?» Mi domandò con un ghigno sul viso.

«Siamo arrivate» Dissi per cambiare argomento, la conversazione stava andando troppo oltre.

Bussai alla porta della casa dei miei genitori e mia madre venne subito ad aprirmi, felice che fossi passata da loro. «Sana! Piccola, come stai?» Mi disse dopo avermi abbracciata. «Non mi avevi detto che avresti portato degli ospiti» Guardai dietro a me e c'era Momo in piedi con delle stampelle ed un tenero sorriso rivolto a mia madre.

«Salve signora Minatozaki, mi scuso per non averle detto in anticipo che sarei venuta» Disse Momo prima di avvicinarsi al mio orecchio: «Vedi? So' essere anche io educata»

«Non c'è problema, Sana mi aveva detto che avrebbe ospitato uno dei soldati e dovevo immaginare che venisse con te» Le rispose porgendole la mano. «E chiamami pure Niko, ...» Si fermò per qualche secondo. Le avevo già detto come si chiamava, ma evidentemente le era passato di mente.

«Generale Hirai, ma anche lei può chiamarmi semplicemente Momo, tanto sua figlia ha iniziato a farlo senza chiedermelo»

«Che vuoi? Non è che tu hai iniziato a chiamarmi signorina Minatozaki, ho semplicemente seguito il flusso» Risposi fingendomi alterata.

«Perdona mia figlia Momo, a volte sa essere davvero...»

«...Insolente» Disse Momo, completando la frase di mia madre.

«Già, parola azzeccatissima, ma ora entrate, avete già mangiato?» Domandò facendoci strada fino alla sala da pranzo.

Fulminai Momo con lo sguardo. Non solo aveva copiato le mie parole, ma era anche riuscita a battermi al mio stesso gioco.

«No mamma, ma non preoccuparti, eravamo solo passate a domandarvi se vi occorreva qualcosa dalla bottega» Risposi riportando la mia attenzione su mia madre.

«No tesoro, ci siamo stati questa mattina, ma insisto... Voglio che vi fermiate per il pranzo»

«Io accetto volentieri il suo invito Niko, ho una gran fame» Rispose Momo impedendomi di declinare nuovamente l'invito.

«Ok, allora inizio a preparare... Tesoro, potresti andare a prendere tuo padre per favore?»

«Vado subito» Dissi alzandomi dalla sedia dove mi ero appena seduta.

Mio padre era solito rimanere a letto a scrivere durante il pomeriggio, d'altronde senza gambe non è che potesse fare chissà cosa durante il giorno e scrivere libri lo aiutava a rilassarsi.

Lasciai mia madre e Momo da sole in cucina, spero solo che le faccia domande imbarazzanti come era solita fare.








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ANGOLETTO:

Scusate se ieri non ho pubblicato niente, ma mi hanno avvertita all'ultimo che avremmo giocato tutta la sera e sono tornata a casa verso le quattro... Perdonatemi 🙏🏻

P.S.: Questi capitoli saranno molto incentrati sul conoscersi e robe varie, ma non preoccupatevi, non durerà ancora per molto.

Fumo E CenereDove le storie prendono vita. Scoprilo ora