Capitolo 16 - Stupida

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Sana


Momo era solita svegliarsi presto al mattino e gironzolare tutto il giorno per infastidirmi, ma per qualche strana ragione era sera e aveva passato tutto il tempo sdraiata sul divano a riposare. La televisione era accesa e davano il solito film sulla guerra tra samurai... Andava molto di moda ultimamente e Momo era solita prendere in giro il modo in cui i costumisti gli rifilavano quei quattro stracci senza pensare minimamente a come fossero realmente.

«C'è qualcosa che non va?» Le domandai mettendomi seduta accanto a lei.

«No, va tutto bene»

«Sei sicura?» Le domandai accarezzandole i capelli. «Ti vedo che sei giù di morale, ancora non hai fatto nessuna strana battuta sull'abito dei samurai»

«Sono sempre brutti, per questo non ho niente da dire... Avanti, sono ridicoli, come possono minimamente pensare di mandarli in giro conciati così?»

«Ora ti riconosco» Ci scambiammo un sincero e dolce sorriso.

«Vuoi vederlo con me?»

«Speravo me lo chiedessi!» Dissi sdraiandomi accanto a lei. Momo tirò su le coperte per riscaldarci entrambe e mi avvolse con il suo braccio. Amavo questi nostri momenti insieme e non era mia intenzione rovinarli, ma da tempo avevo una domanda che mi martellava in testa, quindi richiamai la sua attenzione. «Momo?»

«Che c'è?» Mi domandò sottovoce. La sua bocca era molto vicina al mio collo e mi fece venire i brividi.

«Che succederà quando sarai guarita?»

«Perchè questa domanda ora?»

«Non lo so, è da molto che ci penso...»

«Credo che tornerò a Kyoto dai miei genitori e, se sarò idonea, tornerò a fare quello che facevo prima»

«Mmm» Annuii senza dire nient'altro, ero già abbastanza triste e non volevo proseguire la conversazione sapendo che molto probabilmente avrei pianto.

Non volevo che tornasse a casa sua, volevo che rimanesse con me e finalmente dopo tanto tempo, sapevo anche il motivo... Momo mi piaceva, provavo qualcosa per lei e sapere che un giorno se ne sarebbe andata, mi faceva male allo stomaco, come quando hai fame, ma sai di essere sazia.


Momo


Sana sembrava piuttosto giù di morale per quello che avevo detto, ma era abbastanza ovvio che sarebbe successo prima o poi... Mi piaceva Karuizawa, ma non era casa mia. «Sana?» Richiamai la sua attenzione appena iniziarono i titoli di coda. «Tu vuoi che rimanga qui?». Non ricevetti nessuna risposta, quindi mi esposi leggermente in avanti e notai che se ne stava tranquillamente ad occhi chiusi. Mi uscì una lieve risata, poi mi sdraiai nuovamente avvolgendola con il mio braccio per lasciarle dei grattini sulla pancia. Mi rilassava molto fare i grattini alle altre persone, al contrario odiavo quando li facevano a me.

Sembrava proprio come il sogno che avevo fatto tempo fa, con l'unica differenza che li Sana si era girata per baciarmi e so' esattamente che non lo avrebbe mai fatto nella vita reale.

Presa dai miei pensieri, non mi ero accorta che la maglia di Sana si era leggermente tirata su e che le stavo facendo i grattini sulla pelle scoperta... Appena me ne resi conto, cercai di togliere la mano, ma Sana mi afferrò il polso e fece si che non la spostassi neanche di un millimetro. «Continua» Disse sottovoce.

Deglutii in un primo momento, poi ripresi a farle i grattini spostando la mano sempre più verso il basso per vedere la sua reazione, ma niente... Sembrava come se stesse ancora dormendo, ma esattamente come nel mio sogno, il suo respiro si faceva sempre più affannoso.

Con l'altra mano le scostai i capelli di lato per lasciare in bella vista il suo splendido collo e mi feci coraggio prima di iniziare a baciarlo. Finalmente Sana ebbe la sua prima reazione e mi afferrò la nuca forzandola a rimanere esattamente dove stava. Presi questo suo gesto come se volessimo esattamente la stessa cosa, quindi lasciai scivolare la mano sempre più verso il basso, entrando finalmente nelle sue mutandine.

Pensai che al minimo dubbio da parte sua, avrei semplicemente tolto la mano, sembrava però essere favorevole quando sentii le gambe aprirsi concedendomi il pieno accesso, quindi decisi di procedere.

Mi feci strada tra le sue fessure e cominciai a massaggiarle il clitoride con delicatezza. Messe in quella posizione era come se lo stessi facendo a me, quindi trovai tutto piuttosto facile anche senza esperienza alcuna.

Sana ansimava e gemeva di piacere, ma smise appena entrai nelle sue pareti con il dito medio. Un urlo soffocato le uscì dalle labbra e chiuse leggermente le gambe appena sentì il mio dito dentro di lei, ma le riaprì quasi subito per lasciarmi "lavorare" con calma.

I miei movimenti erano piuttosto lenti, non sapevo ancora quali punti toccare per darle più piacere possibile, ma riuscii in poco tempo a capire cosa volesse... Lei ne voleva semplicemente di più.

Inserii un altro dito, mentre con il pollice le massaggiavo il clitoride con movimenti circolari. Non so' con quale maestria ci riuscii, data la mia scarsa esperienza, ma sembrava che ogni dito avesse un movimento proprio e a Sana sembrava piacere molto, visti i gemiti che stava rilasciando.

Poi accadde, finalmente iniziai a sentire le sue pareti incordarsi sulle mie dita e capii che stava per raggiungere il suo apice. Il suo petto si alzava e si abbassava con movimenti veloci, fin quando dalla sua bocca non uscì un feroce grido di piacere che rimbombò per tutta la stanza.

Una volta concluso, Sana scostò le coperte e si alzò dal divano senza guardarmi in faccia. «Dove vai? É stato così brutto?» Le domandai scherzosamente baciandole la schiena.

«Vado a dormire, domani devo alzarmi presto»

«Aspetta» L'afferrai per il polso, ma strattonò via la mia mano e si alzò in piedi. «Mi dispiace se ho fatto qualcosa di sbagliato, possiamo parlarne se vuoi»

«Ne parliamo domani, buonanotte Momo» Non aggiunse altro e si ritirò nelle sue stanze, lasciandomi li, come una banale prostituta da quattro soldi...

Mi sentivo come se mi avesse usata, perché se n'era andata senza parlarne? E perché non mi voleva guardare in faccia? Eppure sembrava volerlo tanto quanto me, ma forse mi sbagliavo, voleva solo che le procurassi piacere... Era ovvio che non le interessassi in quel senso... Che stupida che sono stata, darmi speranza da sola è stato l'errore più grande che avessi mai fatto.








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ANGOLETTO:

Hola! Nei prossimi capitoli spiegherò un sacco di cose, ma visto che nella mia mente sono come delle cuffiette arruffate, spero di averle sciolte a dovere e che si capisca tutto ✌🏻😆

P.S. Pubblico a quest'ora perchè piú tardi non sono a casa 😅

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