Capitolo 20 - Telefono

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Sana


Non era mia intenzione metterla davanti ad una decisione del genere, ma volevo capire bene se portare aventi o meno questa cosa, qualunque essa fosse... Stavamo rischiando entrambe la vita per una cosa così e non avrei mai affrontato nulla del genere con una persona che aveva più paura di me.

Momo si era alzata da terra e se ne stava semplicemente li a fissarmi, come se stesse riflettendo sulle sue azioni future, ma il tempo stava per scadere, quindi decisi di motivarla ulteriormente: «Niente? Bene, da oggi in poi considerami semplicemente come una donna che ti ospita a casa sua e niente più, basta chiacchierare, basta guardare film insieme e non voglio neanche che mi abbracci o che mi tocchi, dormirai in camera mia come avevo pensato di fare all'inizio e dovrai rivolgermi la parola solo e quando sarà strettamente necessario, è chiaro?» Dissi senza distogliere lo sguardo da lei.

Momo non si degnò neanche di rispondermi ed io, presa dalla rabbia andai dritta in camera mia sbattendo la porta violentemente. Come avevo fatto a prendermi una cotta per una persona del genere? «Generale dell'esercito giapponese un cazzo» Dissi prima di buttarmi nel letto.

Sentii poco dopo bussare alla mia porta, ma decisi di ignorarlo semplicemente e di iniziare a disfare il letto per cambiare le lenzuola a quella là.

«Sana, posso?» Domandò Momo entrando in camera.

«Che vuoi?» Domandai senza smettere di rifare il letto.

«Non mi hai dato il tempo di rispondere, ho bisogno di tempo per queste cose, non sono una persona impulsiva»

Alzai gli occhi al cielo e mi girai furiosa verso di lei: «Allora non capisci? Sono stan-» Ero furiosa, ma non riuscii a finire il mio discorso perché le sue labbra erano attaccate alle mie. Il suo era un semplice bacio a stampo, e si staccò quasi subito da me, ma quel breve tocco, riuscì a calmarmi almeno un po'. «Quindi?» Domandai perplessa.

«Mi hai detto di baciarti se lo volevo veramente, quindi è quello che ho fatto»

«Ma non sei stata in grado di farlo subito, perché?»

«Te l'ho detto, non sono una persona impulsiva, ho bisogno di pensarci»

«L'altra sera sul divano non ci hai pensato due volte però...»

«Preferiresti che facessi sempre cose impulsive? Perchè non conosco una via dimezzo»

«Preferisco la Momo impulsiva che quella amorfa, mi piace di più»

«Così sia» Lanciò la sua stampella in mezzo alla stanza e si poggiò sulle mie spalle per mantenere l'equilibrio.

«Che fai?» Domandai sorridendo del suo gesto.

«Faccio la Momo impulsiva»


Momo


Scelsi di non stare più alle regole piuttosto che perdere Sana. Non mi importava più delle leggi, dei miei genitori o di qualunque altra cosa che non fosse lei... Aveva ragione, basta con le stronzate, ora la vera Momo, quella rinchiusa nel mio corpo da anni, la stessa che era con Sana su quel divano l'altra notte sarebbe riuscita fuori e non avrebbe più lasciato che nessuno le mettesse i bastoni fra le ruote... Momo voleva Sana e Sana avrebbe avuto.

«Sei sicura? Non è che poi ci ripensi...?» Mi domandò per sicurezza.

«Mai stata così sicura in vita mia»

Portai dolcemente una mano al viso della donna che mi aveva fatto perdere la testa, accarezzai con attenzione i capelli di Sana, fissando il suo sguardo e sentendo il mio cuore battere nervosamente. Deglutii a fatica e notai come Sana chiudeva gli occhi, aspettando che le dessi un bacio. Mi leccai le labbra prima di catturare le sue. Le afferrai con calma, alternando il labbro superiore e quello inferiore. Sentii le sue mani avvolgermi la vita ed il calore del suo corpo mischiarsi con il mio.

Fumo E CenereDove le storie prendono vita. Scoprilo ora