Pov Derek
Sto aspettando da un'eternità. Picchietto le dite affusolate sul ginocchio sinistro, mentre la gamba destra continua a fare su e giù in modo ansioso, è da stamattina che non riesco a stare fermo.
Ho come la sensazione che i medici mi stiano nascondendo qualcosa, per questo ho saltato scuola e sono venuto in ospedale. Voglio sapere la verità è un mio diritto. Non mi devono addolcire la pillola, se vivrò bene se morirò andrò via da questa terra a testa alta sapendo di aver lottato.
Giro lo sguardo a destra e a sinistra e noto mia mamma che sta parlando con una collega. Cavolo. Prendo la prima rivista che mi capita in mano e la apro in modo che mi nasconda la faccia, spero che non mi riconosca. Dopo due minuti alzo lo sguardo e vedo che mia mamma è sparita tiro un sospiro di sollievo, pericolo scampato.
Giro il mio busto così da poter mettere giù la rivista, mentre le leggevo mi sono fatto tutti i cazzi del principe Harry e sua moglie Megan che hanno lasciato la famiglia reale, davvero la gente si diverte a leggere quelle cose, che si facciano una vita sociale.
"Salve dottoressa Grey." Mi giro e guardo ancora una volta quella porta rossa dove c'è un muro invalicabile invisibile fra i chirurghi e i familiari di chi è sotto i ferri.
Sto aspettando il dottor Parker. Sta operando una ferita da arma da fuoco da più o meno tre ore, più precisamente l'esatto momento che sono arrivato io.
Quando mi rendo conto che ho salutato la stessa persona che un mese fa mi aveva minacciato di morte se facevo del male a Noemi mi giro.
"Dottoressa Grey... che... che ci fa qui?" Cerco di mandare giù la saliva che mi si è formata in meno di tre secondi che potrebbe fare invidia a un bulldog inglese.
"Io ci lavoro, tu piuttosto cosa ci fai qui."
"Sto aspettando il dottor Parker dato che sta operando." dico con finta noncuranza.
"Capisco, seguimi nel mio ufficio, ti devo parlare."
"Ma perché?"
"Nel mio ufficio. Ora" Mi alzo e faccio quella che mi ha detto.
Ho seriamente paura di quella donna, non so il motivo ma secondo me è una di quelle donne che posso convincere anche il presidente a fare quello che vuole lei, poi quando ti guarda con quello sguardo stile Bailey mi mette in soggezione. La seguo fino al suo ufficio. Lei entra e si siede sulla sua scrivania.
"Chiudi la porta e siediti." Faccio come mi ha chiesto. Stiamo in silenzio per un tempo indeterminato e io inizio a sudare come se fossi in una sauna turca.
"Il sergente Parker non può parlare con te quindi ha chiesto a me di farlo, prima ti parlerò da medico e poi come amica son stata abbastanza chiara."
"Si, signora." Dico con un filo di voce che non so se mi ha sentito. Fa un sospiro e mi guarda serio.
"Derek tu sai meglio di me che quello che..."
"Niente giri di parole la prego, non mi indori la pillola mi dica la verità nuda e cruda."
"Ok... Derek la tua situazione non è bella, la tua cartella clinica ne è la conferma hai avuto un tumore al polmone all'età di..." Si ferma a metà frase perché qualcuno bussa alla porta.
"Avanti!" Entrano Niccolò e la sua fidanzata.
"Dottoressa le dobbiamo parlare con urgenza si tratta di Derek!!!" Bene mi fa piacere che la causa di tanta felicità sia io e il mio tumore. Nick si gira e mi guarda. La sua faccia da felice diventa triste.
"Scusa non pensavo ci fossi tu dentro."
"Derek, esci un attimo io devo parlare, tanto è inutile che te lo nasconda, della tua situazione clinica."
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Succede tutto per una ragione
Teen FictionNoemi una ragazza italo-americana di 17 anni. Vive con i suoi cugini e suo fratello nel ranch di famiglia. Con un passato difficile alle spalle finalmente trova qualcosa per cui lottare e mettersi di nuovo in gioco, nonostante tutto. Una storia di c...