Pov Elia
Tolgo la sella da Pegaso e l'appoggio sopra al poggiasella. Saluto il mio cavallo e lo ringrazio per quello che sta facendo.
Ci stiamo allenando per la gara che farò tra quattro mesi. Quando mi arriva un messaggio. Prendo l'oggetto da dietro i miei pantaloni. Guardo chi è il mittente: Melissa. Apro subito il messaggio per paura che sia successo qualcosa a Derek:
Melissa- Ho bisogno di un favore quando puoi ci possiamo trovare al bar dell'Ospedale?
Io- Certo ho appena finito di allenarmi mi faccio una doccia e tempo tecnico di arrivare, mi devo preoccupare? È successo qualcosa a Derek?
Melissa- Grazie mille. No tranquillo, centra Derek, ma lui sta bene. Quando arrivi mandami un messaggio che ti raggiungo.
Chi udo il telefono e vado a farmi una doccia. Anche se siamo al trenta di dicembre ho sudato un sacco.
Corro a casa e mi fiondo subito in bagno. Devo fare in fretta, non mi piace per niente il messaggio che mi ha inviato Melissa, ho come un brutto presentimento.
"Elia ricordati che alle sette partiamo per andare allo chalet di Jessica e tu devi ancora fare la valigia." Mi urla Noemi dalla sua stanza.
"Ora non posso devo andare in città." Urlo dal bagno.
"A fare cosa in città?" Entra mia cugina fregandosene che mi sto spogliando e che sono a torso nudo.
Si appoggia allo stipite della porta, incrocia le braccia sotto il seno e alza le sopracciglia. Questa è la sua posizione tipica di una persona che vuole delle risposte.
"Devo aiutare Albert a prendere un regalo per una tipa, vuole chiedere se si fidanzano?" Mento.
"Chi cazzo è Albert? Io conosco tutti i tuoi amici e non c'è nessuno che si chiama Albert." Mi ha già messo spalle al muro.
Non so nemmeno io chi è Albert ma magari in un altro universo esiste un Elia Neri che conosce un Albert e lo sta veramente aiutando. Ok devo smettere di vedere teoria su Doctor Strange e multivers of mandness.
"Un mio amico del corso di letteratura inglese. Che poi cosa sono tutte queste domande mi stai facendo il quinto grado. Non lo vedi che mi stavo per fare la doccia." Dico sbattendo la porta in faccia.
"Si dice terzo grado cretino." La sento urlare da dietro la porta correggendomi.
Alzo gli occhi al cielo. Mi spoglio anche degli ultimi indumenti ed entro in doccia.
Dopo la doccia mi lego un asciugamano in vita e prendo un asciugamano per asciugarmi i capelli ed esco dal bagno.
"Elia ho capito che ti ho fatto bello, ma vestiti che prendo freddo io per te." Sento mia mamma parlarmi, faccio un salto dallo spavento siccome non l'avevo vista.
"Mamma ho appena finito di farmi di farmi la doccia dammi un secondo." Dico, mi giro per aprire la porta della camera ma quando mi rigiro per guardarla è già sparita.
Vado in camera mia, prendo dal cassetto i box e i calzini poi dalla sedia afferro dei pantaloni della tuta grigi e la felpa viola che mia cugina dice che è lilla. Capire la differenza.
Corro giù per le scale prendo le chiavi della moto al volo e il casco. Salgo in sella e parto a tutta velocità. Destinazione ospedale. In quaranta minuti arrivo all'ospedale.
Apro il cellulare e mando un messaggio a Melissa dicendole che sono arrivato. Nel frattempo che l'aspetto ordino due caffè uno per me e uno per lei. Quando la vedo arrivare con la sua chioma di capelli neri sempre sciolti al contrario di Noemi.
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Succede tutto per una ragione
Roman pour AdolescentsNoemi una ragazza italo-americana di 17 anni. Vive con i suoi cugini e suo fratello nel ranch di famiglia. Con un passato difficile alle spalle finalmente trova qualcosa per cui lottare e mettersi di nuovo in gioco, nonostante tutto. Una storia di c...