Capitolo 2

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Pov Elia

Suonano alla porta di casa. Vado ad aprire la porta e mi trovo Emily.

Emily è la mia ragazza. Ha la mia stessa età, solo che lei é nata a maggio. É un po' più bassa di me. Ha I capelli biondi e gli occhi azzurri come il mare.

Entra e lascia cadere la giacca in jeans sul divano. Chiudo la porta. Mi giro e per salutarmi mi dà un bacio a stampo che però decido di approfondire facendolo diventare un bacio alla francese.

Dalla foga indietreggiamo finendo addosso al tavolo della cucina. Mi abbasso e la prendo per le coscie in modo tale da riuscire a metterla sull'isola della cucina. Le allargò le gambe infilandomi in mezzo. Una mia mano scivola in mezzo alle sue cosce. Sorrido quando le scappa un gemito.

Inizia a spogliarmi togliendomi la maglietta, facendo così resto a torso nudo ed Emily inizia a baciarmi i pettorali e non riesco a trattenere un gemito. Quando qualcuno mi chiama.

"Non rispondere" mi dice con le labbra sopra il mi collo.

"Potrebbe essere importante" ci stacchiamo entrambi di contro voglia prendo il telefono.

Vedo che è Noemi porto l'oggetto al mio orecchio e mi allontano dalla cucina andando in soggiorno che è separato dalla cucina ad angolo con solo porta. Sto per cinque minuti su al telefono e dopo ritorno in cucina.

"Emily scusa ma devo andare"

"E perché?" chiede con la voce seria

"Noemi ha bisogno di me!" Spiego in modo spicciolo.

"Sì giusto Noemi chiama e il suo cagnolino risponde! Ti tratta come uno zerbino" Dice guardandomi

"Non sono il suo zerbino è mia cugina e se ha bisogno di me io vado come farebbe lei" dico con un tono di voce duro

"Si, comunque dopo mi sente non può sempre intromettersi ci stavamo divertendo noi due, ora chi sa quando hai la casa libera tu, lo sai che a casa mia non ci possiamo divertire così." Mi spiega con un sorriso malizioso sulle labbra.

"Si, ma per favore non litigate non mi voglio trovare in mezzo a un fuoco incrociato ancora... e lo sai che in ogni caso è meglio non avercela come nemica Noemi." Detto questo esco di casa e vado in garage a prendere il pick-up di papà e ci attacco il trailer. Per precauzione prendo anche il kit del pronto soccorso dato che non so in che condizioni è l'animale e Noemi.

Noemi con gli animali è bravissima, specialmente con i cavalli ma non si è più avvicinata a un cavallo a meno che non siano dell'associazione dopo lui.

Scaccio questo pensiero dalla testa e parto per la radura. Dopo un po' di strada finalmente arrivo.

"Eccomi"

"Finalmente ci hai messo un eternità" Si lamenta Noemi.

"Mezz'ora non è un eternità. Ho litigato con Emily per colpa tua, deficiente, ci aspetta a casa, vuole parlarti sulla nostra privacy e dice che tu mi tratti come uno zerbino"

"Io non ti tratto come uno zerbino. Ora pensiamo alle cose importanti al cavallo" cambia discorso senza nasconderlo. Ci avviciniamo al cavallo e riesco a vedere che è messo male.

"Forse è meglio se chiediamo aiuto a qualcuno come papà forse oppure all' horse rescue." Cerco di fare il cugino maturo e responsabile per una volta.

"No, non serve ce la facciamo benissimo da soli, anche perché se volevo lo zio chiamavo lui." Ecco questa è una cazzata. Non mi convince per niente. Ho come un brutto presentimento.

Ci avviciniamo ancora di più all'animale e mi esce spontaneo commentare.

"Chi farebbe una cosa del genere" sarebbe un bel esemplare se non fosse abbandonato. Non é vecchio, ma per determinare l'età dobbiamo controllare o denti.

Ha segni di frustate il che vuol dire che sarà difficile avvicinarlo e anche segni di morsi e questo implica che sarà difficile farlo integrare con altri cavalli.

"Sì è terribile"

"Ok Noemi ci dobbiamo sbrigare, innanzitutto dobbiamo calmarlo è troppo agitato"

"Tu sei in grado di calmarlo?" Chiede quando lo sa benissimo che tra i due é quella più brava.

"No Noemi sei tu quella brava in queste cose non io" mi costa dirlo. Ho paura che quel cavallo le faccia male. Il brutto presentimento non va via per niente.

"Elia é che forse, e dico forse, hai ragione tu dovremmo chiamare lo zio. Non so... é come se... No niente lascia perdere" si ferma a metà discorso mia cugina.

"Noemi lo so, l'unico bravo quasi quanto te é Andrea che é a più di un ora da qua. Vuoi che questo stallone stia ancora male." Cerco di convincerla anche se il io istinto dice di fare l'esatto contrario di quello che sta facendo ora.

"Noemi io non sono bravo quanto te"

"E va bene!" Riesco a convincerla. Anche se dentro di lei lo voleva già fare. A volte ha semplicemente bisogno di un piccolo incoraggiamento.

"Cosa devo fare?" chiedo ora è lei al comando della situazione, non che prima fossi io al comando sia chiaro.

Noemi è una leader nata. Riuscirebbe a convivere una montagna a spostarsi se vuole. Con i suoi occhi nocciola e quel viso da bambina perennemente incorniciato da una coda da cavallo che tiene su i suoi lunghi capelli marroni. Le labbra sempre all'insù che le conferiscono un sorriso stupendo. Anche se parla di più con gli occhi quelli ti fottono sempre.

"Devi andare a prendere la corda" mi ordina.

"Ok corro"

Una volta arrivato mi accorgo che non l'ho portato, ma come si fa ad essere così stupidi.

Mi giro e corro nella direzione di cinque secondi fa. Una volta che poso i miei occhi su mia cugina e sul morello resto a bocca aperta.

"Wow l'hai calmato com..come hai fatto?"

"Un mago non svela mia i suoi trucchi" rispose sorridendo.

"Sempre la solita, sempre con la battuta pronta"

"Ovvio sono o non sono Noemi" alzo le mani in segno di resa con lei è impossibile vincere in uno scambio di battute, una volta Andrea ci ha provato e sono andati avanti tutta la serata e alla fine ha vinto Noemi. Solo perché papà ha decretato un vincitore se no loro continuavano Fino amatrina. Lor die sono i più competitivi della famiglia. Se si sfidano uno di loro due deve per forza arrendersi se non continuano all'infinito.

Succede tutto per una ragioneDove le storie prendono vita. Scoprilo ora