La realtà virtuale ha preso il sopravvento su quella effettivamente reale e tutto quello che succede dentro al visore si riflette anche sulla vita dei giocatori. Jungkook è un ragazzo di 17 anni,fan accanito del videogioco del momento: CountrySide...
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Jungkook si era svegliato in piena notte, piuttosto irrequieto. Quel pomeriggio sarebbe dovuto tornare nel gioco per sposarsi e partecipare alle celebrazioni di un matrimonio che non voleva e questo lo angosciava. Si trattava solamente di un gioco ma non lo era del tutto. Se CountrySide fosse stato un gioco come un altro, Alex non sarebbe stato in pericolo e Taehyung non avrebbe avuto paura di passare del tempo con il corvino.
La verità era che non bisognava mai dare niente per scontato. Era ormai più che ovvio l'impatto che la realtà virtuale aveva avuto nel mondo e sulla società. Le persone arrivavano a suicidarsi pur di non subire l'umiliazione di aver perso. Era sadico, malato e folle. La gente impazziva letteralmente per potersi permettere un visore, l'abbonamento ad un gioco ma anche solo il tempo effettivo per poterci giocare. Alcuni abbandonavano il lavoro per potersi dedicare a tempo pieno alla loro nuova vita virtuale ma logicamente, le monete d'oro del FarWest non ti pagano l'affitto di casa o le bollette.
Molto finivano quindi in strada o sotto i ponti con le case pignorate, le utenze staccate o un divorzio in corso alle spalle eppure continuavano a giocare come pazzi. Per loro era sicuramente un danno che la batteria del visore avesse così tanta autonomia. Gli incidenti erano triplicati se non quadruplicati. Non solo c'era chi attraversava le strade con i visori negli occhi ma anche chi guidava mentre giocava e la polizia non sapeva più a quale santo appellarsi per chiedere aiuto.
Naturalmente il Governo se ne infischiava bonariamente. Ogni tanto faceva delle interviste live in cui parlava a tutti i cittadini e chiedeva di essere prudenti nel giocare per non nuocere alle altre persone ma mai che usasse un imperativo e dicesse di smetterla. Naturale. D'altronde non ci avrebbe più guadagnato no? Dietro ogni cosa c'è la burocrazia e la politica. È inutile nasconderlo e sicuramente per quanto riguarda la realtà virtuale, la casa produttrice non è l'unica che ci guadagna.
Era pericoloso uscire da soli per le strade, soprattutto di notte. Alcune bande di teppisti si divertivano ad impersonare i personaggi dei loro giochi anche nella vita reale e commettevano rapine a mano armata, distruggevano macchine, finestre. Fortunatamente il numero degli omicidi per ripicche o vendette si era fermato a 4. Anche i genitori di Jungkook avevano iniziato a preoccuparsi e avevano deciso di fare un bel discorsetto con il loro unico figlio.
Sapevano e credevano ciecamente in Jungkook. Era un ragazzo sveglio, maturo e non avevano notato nessun cambiamento in lui quindi non erano preoccupati che lui potesse avere delle conseguenze. Erano più che altro preoccupati che lui le subisse da parte di altri. Jungkook gli aveva rassicurati dicendogli che il suo era un gioco tranquillo, conosciuto da pochissime persone e che ci giocava solo con Taehyung. Non tutto era una balla ma di sicuro non era un gioco tranquillo. Il corvino odiava mentire alla propria famiglia ma non voleva che si preoccupassero e tantomeno voleva mettergli in pericolo.
Era stato un grosso azzardo anche parlarne con Jimin e dopo il rimprovero morbido di Taehyung riguardo a quello, aveva deciso che non ne avrebbe mai più parlato con il suo Soulmate. La presenza di Taehyung lo aiutava. Ora più che mai nella vita reale. Era bello condividere tutto con lui, come amici e come fidanzati ma a volte si sentiva schiacciato da tutta la paura e l'ansia che provava. Il non sapere cosa realmente succedeva a Taehyung e cosa potrebbe succedere, iniziava a renderlo quasi instabile.