La realtà virtuale ha preso il sopravvento su quella effettivamente reale e tutto quello che succede dentro al visore si riflette anche sulla vita dei giocatori. Jungkook è un ragazzo di 17 anni,fan accanito del videogioco del momento: CountrySide...
Oops! Questa immagine non segue le nostre linee guida sui contenuti. Per continuare la pubblicazione, provare a rimuoverlo o caricare un altro.
Le strade di Seoul erano piuttosto silenziose quella notte. Il freddo stava iniziando a coprire i tetti delle case e dei grattacieli più alti della città quindi non si vedevano molte macchine in giro a quell'ora. Erano quasi mezzanotte ma Jungkook mandò comunque un messaggio a sua madre per avvertirla che il viaggio era andato bene, erano appena arrivati a Seoul e avrebbe dormito da Taehyung per non disturbare loro. Il messaggio rimase non letto ovviamente. La signor Jeon l'avrebbe letto come prima cosa la mattina successiva.
Non aveva avuto ripensamenti nel mandare Jungkook da solo a Daegu. Si fidava di suo figlio e inoltre sapeva che il corvino era molto maturo e responsabile. Inoltre stava facendo un grande gesto per Taehyung e la sua famiglia. Al telefono aveva avuto modo di parlare con la signora Kim sia delle condizioni che peggioravano di suo marito che dell'imminente arrivo di Jungkook con i soldi per la casa di cura del signor Kim. Aveva anche invitato la donna a stare qualche giorno da loro a Seoul, in modo da potersi riposare e stare con qualche vecchio amico.
Entrambe poi si erano ritrovate a spettegolare sui loro rispettivi figli e soprattutto riguardo il forte legame esistente tra Taehyung e Jungkook. Le mamme hanno un sesto senso incredibile dal momento in cui una nuova vita inizia a crescere dentro di loro e per entrambe i due ragazzi erano come un libro aperto. La signora Jeon aveva raccontato tutto il trambusto e il duro lavoro che suo figlio aveva fatto per racimolare tutti quei soldi e la signora Kim le aveva parlato di come suo figlio sentisse costantemente la mancanza di Jungkook.
Taehyung cercava di tenersi impegnato e non pensarci ma era inevitabile, arrivato a fine serata, sentire la mancanza della presenza vicina di Jungkook. Ed era inevitabile piangerci sopra e sfogare tutto quel malessere. Non aveva detto questo al corvino ma parlare di lui con la sua sorellina, lo aveva fatto stare meglio. Raccontarle alcuni momenti che avevano passato insieme o il modo in cui Jungkook schioccava la lingua contro il palato quando qualcosa non gli piaceva. Rivivere quei momenti, gli aveva fatto sentire meno la mancanza di Jungkook e doveva ringraziare sua sorella per questo.
Una volta entrati nell'appartamento di Taehyung, i due si guardarono intorno. Sembrava che stessero cercando qualcosa da fare pur di non andare subito a dormire. Erano stanchi, parecchio ma al tempo stesso non volevano già terminare quella giornata. Erano di nuovo a Seoul, erano tornati alle loro solite vite ma quello era il primo momento che passavano davvero da soli e nessuno dei due voleva mettervi fine. Avevano già mangiato a sufficienza quindi non avevano neanche quella scusa.
«Sembriamo due idioti vero?» mormorò Taehyung dopo qualche minuto e il corvino si aprì in un timido sorriso prima di annuire. «Andiamo in camera. Ci cambiamo e...parliamo. Se vuoi» propose allora e Jungkook annuì nuovamente, concordando con le sue parole. Taehyung gli prestò alcuni vestiti più comodi dei jeans che indossava e si cambiò davanti a lui, ricordandosi di quando l'aveva fatto sotto lo sguardo di Alex. Sembrava familiare anche quella scena e Jungkook sentì un calore piacevole invadergli il petto nel ricordare gli ultimi momenti vissuti con il cameriere del Saloon.