Capitolo 25

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Una settimana

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Una settimana.
Erano passati esattamente 7 giorni, 168 ore, 10.080 minuti e 604.800 secondi da quando Jungkook aveva firmato il contratto con il diavolo di nome Dongyul e iniziato a lavorare per la Seoul Electronics.
La pesante litigata di quel giorno con Taehyung, era ancora incisa profondamente dentro il corvino.

Nonostante avessero risolto quella notte e avessero fatto l'amore, la mattina dopo entrambi erano diversi. Questo aveva fatto capire al corvino che, nonostante la pace, c'era ancora qualcosa di sospeso tra di loro.
Probabilmente non era vero che Taehyung si fidava ciecamente di lui in quel caso e forse perché aveva paura che Jungkook si facesse male. E lo capiva. Il corvino quello lo capiva.
Anche lui aveva paura di deluderlo e di mettersi solo più nei casini ma ormai ci era dentro fino al collo e il piano doveva essere portato a termine.

Ovviamente si sperava in meglio e non in peggio perché c'erano in gioco tante cose e soprattutto tante vite. Mettersi contro uno come Dongyul non era la cosa migliore da fare, ormai Jungkook l'aveva capito ma anche Minji, Taehyung e anche Jimin.
In quel piano erano previste diverse persone che dovevano fare benissimo la propria parte in modo che tutto filasse liscio.
Yoongi stava lavorando al meglio e l'unica sua condizione con Jungkook era stata quella di tenere fuori Jimin da tutto questo.

Il ragazzo ovviamente aveva fatto una scenata sul quanto non fosse d'accordo e sul come Jungkook fosse il suo migliore amico e Yoongi il suo fidanzato ma il maggiore non aveva voluto sentire ragioni: Jimin ne sarebbe rimasto fuori.
E così successe. Jimin non gli aveva rivolto la parola per ben 3 giorni. Nonostante Yoongi si presentasse a casa sua per portarlo a scuola, a scuola per riportarlo a casa, gli avesse comprato fiori e cioccolatini e chiamato al telefono milioni di volte, Jimin sembrava irremovibile.

Così Yoongi passò alle maniere forti: prese una scala bella lunga e si arrampicò fino alla finestra di Jimin. Discusse con il fidanzato per ben 2 ore prima che egli si decidesse a farlo entrare dentro e quando lo fece, scoppiò il finimondo.
Yoongi gli vomitò addosso tutto il suo amore ma anche l'ansia che stava passando per questo folle piano di Jungkook, la paura che qualcuno si facesse ancora male dopo quello che era successo a Taehyung, la paura che lui, Jimin, ci finisse di mezzo.

Jimin allora capì che aveva sbagliato approccio e si era comportato da bambino. Gli disse che non gli piaceva quando lo tenevano all'oscuro delle cose pensando che non si sappia difendere da solo o quando lo trattano come un pezzo di cristallo.
Voleva sentirsi utile anche lui in qualche modo e soprattutto detestava che Yoongi si mettesse in pericolo da solo.
Dopo quella sfuriata di entrambi, Yoongi gli raccontò qualcosa sulla sua parte di piano a cui stava lavorando e poi si ritrovarono nudi sotto le lenzuola fino al giorno seguente.

Neanche Taehyung se la passava bene. Se Jungkook aveva avvertito che qualcosa tra di loro si era congelato drasticamente, anche Taehyung lo sentiva e questo rendeva ancora più instabile il filo che gli legava.
Il lavoro al supermercato procedeva molto bene e ne era davvero entusiasta. Erano le uniche ore del giorno in cui riusciva a occupare la mente di altro e non pensare a Jungkook, a Dongyul o a tutto quello che sapeva sarebbe successo prima o poi.
Il caos. Un disastro.

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