They will try to make you unhappy
Don't let them
They will try to tell you you're not free
Don't listen
I, I know a place where you don't need protection
Even if it's only my imagination
[MUNA]
***
Alle soglie della notte più profonda, la risacca del mare ricordava lontanamente una ninnananna, piuttosto che un monito minaccioso capace di rovesciare imbarcazioni di ogni dimensione, a scapito dell'esperienza più vasta. The Meeting continuava ad accogliere un gran numero di clienti: via via che l'ora avanzava però, l'età media di essi cresceva. Brando, che era impegnato alla consolle e sulla folla danzante godeva di un notevole strapotere, era indubbiamente un animale da palcoscenico.
Escluso uno dei due proprietari, nessuno poteva immaginare che adorabile festicciola avesse luogo, metri e metri sottoterra...
Terminato di annodare i lacci dei pattini a rotelle, Lauren tornò eretta.
Diego era stato tanto gentile da consegnarle le chiavi del magazzino presso cui custodiva le scorte alimentari del locale. A intervallare un frigorifero e l'altro, tra scatoloni sigillati e alcuni prodotti destinati alla sanificazione, stava lo strato di cemento più liscio di tutta la costiera. Una frescura piacevole permeava da esso, e combatteva la canicola che invece infuriava a livello del mare, in maggioranza dovuta al sudore delle danze.
- Ci sai andare, vero? -.
- Per chi mi hai preso, ah? - ribatté Camila, con la menzogna tutta sparsa sul viso. Picchiettò il freno del pattino destro a terra, ostentando confidenza nell'esalare un verso di falso risentimento. Incrociò le braccia al petto, a mo' di sfida.
Lauren si aprì in un sorriso sornione che annegò poi tra le sue labbra, fugacemente.
- Allora perché non pattinavi, l'altra volta? - soffiò, suadente.
Si discostò e prese subito velocità, forte di anni e anni di allenamento, cadute e competizioni giovanili. Percorse l'intero perimetro del magazzino per riscaldarsi, una, due, tre volte. Raggiunse il centro per piroettare dolcemente, senza forzare i muscoli ancora freddi.
Poiché pareva volare, talmente era rapida, Camila la divorava con lo sguardo, ammaliata. Esso guizzava da una parte all'altra dell'ambiente, tentando di catturare il movimento più piccolo.
Non sapeva affatto pattinare, doveva ammetterlo. Quella sera aveva accettato di sfuggire alla guardia di Ecuba soltanto per bearsi della stessa vista che a Battipaglia l'aveva rapita.
- Lauren! - chiamò, ridendo delle proprie mancanze. Ah, era così evidente che su quelle rotelle non sapesse muovere un passo senza capitombolare!
Lauren fu subito al suo cospetto, previa una sapiente frenata. Ammiccò con le sopracciglia, forte dell'esattezza delle proprie deduzioni. Nel momento in cui incrociò il suo sguardo fulgido, Camila arrossì lievemente. Nascose le mani dietro la schiena, piegando l'uno e l'altro ginocchio per darsi un certo tono.
- Può darsi che tu abbia ragione - ammise, incastrando la lingua tra i denti in una maniera molto graziosa.
- Nessun problema - replicò Lauren, strizzandole l'occhio. - Segui me -. Accolse le sue mani nelle proprie e la istruì: - Un passo alla volta. Spingi a terra e ti sbilanci di poco dal centro. Destra, sinistra, destra -. Nel mentre arretrava, scivolando sulle rotelle in modo complementare. - Vedi che hai già capito? -.

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Fiksyen PeminatCon il piombo ormai agli sgoccioli, l'Italia intera sembra determinata a voltare l'ultima pagina di turbolenze. Solo le campagne meridionali conservano un'amenità di vita che è caratteristica degli idilli virgiliani. Discendenti di un'intricata line...