I start off slow so you feel secure
Just let me know where you feel it more
If your breath gets quick, that's normal
If my hands move slick, that's normal
[Kehlani]
***
Per la prima volta in anni, nonostante corresse ormai il periodo più impegnativo circa la cura delle coltivazioni, Lauren poté concedersi una pennichella all'ombra di un'acacia a ombrello che determinava il confine orientale delle terre costiere di Don Jauregui. Calò il cappello di paglia sul viso e intrecciò le mani in grembo.
Durante tutta la giornata, sin dalle prime luci dell'alba, aveva percorso in lungo e in largo i viticci dei cocomeri (noti presso i locali come meloni d'acqua), distinguendo quelli che stavano ormai seccando, da quelli che invece erano ancora gravidi di un prodotto acerbo. Non sapeva con esattezza quanti ne avesse picchiettati, alla ricerca di un confortante suono sordo, ma quando rilassò le membra, sedendo a terra, quasi gemette per il sollievo. Con la coda dell'occhio seguì il carico abbandonare i campi a bordo di un roboante autocarro: solo allora sospirò, esausta.
Con sua madre presente avrebbe certo goduto di una sorte diversa da quella di una semplice serva della gleba. Forse avrebbe conseguito il diploma in ragioneria, o studiato da geometra, o ancora, intrapreso la via del ginnasio; e chissà se le sue ambizioni si sarebbero ampliate d'improvviso.
Quei pensieri la rattristavano sempre alquanto. Si sentiva privata di un'estremità di esistenza, talvolta di una parte del corpo: difficile dire se di un polmone o di un intero arto. Per quanto riguarda il cuore... beh, Camila aveva provveduto a rinvenirlo; e in ottima maniera, diremmo, l'aveva ricoperto di una nuova patina d'oro.
Già, Camila.
Ignorando il cappello che raggiungeva la polvere del suolo, Lauren frugò in tutte le tasche dei calzoni, alla ricerca del portafogli. Con sé non aveva mai più di qualche spicciolo. Aprendolo, rinvenne un biglietto omaggio per Flashdance, di cui aveva usufruito di recente e, dietro di esso, una ritratto di Clara in bianco e nero, risalente alla sua giovinezza, trent'anni prima. Era riuscita a sottrarlo di nascosto a un album che successivamente Michael aveva rinchiuso nella cassettiera dello studio. Oh, come si somigliavano!
Vellicando la fotografia con il pollice, si aprì in un sorriso intriso di nostalgia.
- È dura, ma' – sussurrò, quasi preda di commozione. Se fossi qui, pensava. Se solo fossi qui...!
***
- Perché hai lasciato la cena a metà? Esci? – eruppe Taylor a bruciapelo, affacciandosi nella camera che condividevano. Adocchiò il tramonto, oltre la finestra, mentre l'intensa luce inondava l'orizzonte di un colore che ricordava la buccia delle zucche mature, in ottobre. Poi tornò sulla sorella che, trafelata, rimbalzava da una parte all'altra della stanza, tra lo specchio e l'armadio, tra il vano del bagno e il comodino di sinistra, mentre terminava di vestirsi di tutto punto.
- Non posso, forse? Vai a interrogare quell'altro, va' -.
Sebbene dovesse suonare come un commento asciutto, tuttalpiù infastidito, parve in realtà carico di un'emozione ignota, ma vibrante, di una passione sottile che permeava ogni grammo d'aria usato per declinare quelle sillabe. Non fu possibile cavarvi altro.
- Se vai da Diego, salutamelo – si arrese allora Taylor.
Lauren annuì distrattamente mentre armeggiava con la fibbia della cintura. Tra di essa e i jeans con risvolto che le arrivavano a metà coscia aveva incastrato morbidamente una T-shirt di cotone, di un bianco opaco e lindo, che sul petto recava la bandiera statunitense in tinte vivaci. Il bancarellista del mercato cittadino le aveva assicurato che proveniva da New York, ma ella non ci contava molto. Piuttosto, l'aveva acquistata perché rappresentava un promemoria di vita. In America devi andare.
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Fields
FanfikceCon il piombo ormai agli sgoccioli, l'Italia intera sembra determinata a voltare l'ultima pagina di turbolenze. Solo le campagne meridionali conservano un'amenità di vita che è caratteristica degli idilli virgiliani. Discendenti di un'intricata line...