26. When I look at you

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When I look at you, I see forgiveness

I see the truth

You love me for who I am

Like the stars hold the moon

[Miley Cyrus]

***

Qualche settimana dopo


Chiudendosi il fienile alle spalle, Camila sospirò: i dolori mestruali non le davano tregua. Non era in vena di fare alcunché. Non aveva in realtà nemmeno idea di come fosse giunta sin lì senza piegarsi mai in due. Lauren giunse poco dopo, bussando a ritmo di We will rock you. Entrò come un turbine e, arrestandosi, puntò le mani sulle ginocchia, in affanno. Il petto si alzava e abbassava con veemenza, come conseguenza della corsa sfrenata che aveva affrontato.

- Perdonami, ho avuto un... contrattempo - farfugliò, sfregandosi casualmente il naso. Sbuffò, nel tentativo di recuperare fiato.

Camila assottigliò lo sguardo, consapevole che stesse, se non mentendo, almeno evitando di rivelare la verità. Tesa come tutte e quattro le corde di un violino, accolse il suo viso tra le mani. Se più di una volta ci si era aggrappata, come solida àncora nel maremoto del piacere, ora si limitava a vellicarlo teneramente con i pollici, tentando di captare ogni traccia di vero dalle pulsazioni che l'animavano. Ma Lauren non le diede il tempo. Chinandosi in avanti, l'azzittì con un primo bacio e la stordì con i successivi. L'avvinse con le braccia e tentò, una volta che i loro bacini aderirono, di sollevarla da terra.

- Lo, no. Non... -. Camila dovette opporsi malvolentieri, esercitando una discreta pressione sulle sue spalle. - Stasera non posso e non me la sento - ammise, mentre un consistente moto di scuse sgorgava dai suoi occhi d'ebano.

Lauren la strinse contro il proprio, esagitato battito cardiaco. Aveva inteso alla perfezione: non serviva che le dicesse nulla di più.

- Hai tanto male? - domandò, mentre scombinava i suoi riccioli profumati con le dita. Aveva già dimenticato i guai da cui era scappata a gambe levate. Se ne sarebbe occupata insieme a Christopher nei giorni seguenti.

- Un po', sì -.

Come pulcini di pinguino prede indifese del gelo, si accucciarono tra due cumuli di fieno ben assemblati. In un primo momento, Camila si rannicchiò tra le ginocchia della compagna, premendo la tempia sulla sua clavicola, poi si arrese all'urgenza di aderire completamente al suo corpo.

- Perché non ti fidi mai? -.

- È difficile, Lo, quando tutto il giorno non fanno che... -.

- E tu lasciali parlare - la interruppe Lauren, privando il suo collo della protezione garantita dai lunghi capelli. Non chiese permesso, prima di attaccarvi le labbra, ma fu assai delicata, quasi ossequiosa. - Credi a me -. Risalì sino allo zigomo, senza deporre molto più del proprio respiro regolare.

Piegando il capo all'indietro per ricevere quante più attenzioni possibili, Camila si aggrappò alle sue ginocchia. Toccami, implorò dentro di sé. Ma finché non lo disse per davvero, mormorandolo, non provò vergogna dei propri desideri. Difatti, quando li percepì realizzarsi, tremò. Oh, era così tremendamente difficile pendere da un solo lato della bilancia senza aver oscillato da un piatto all'altro per almeno un centinaio di volte!

Lauren inserì le mani sotto la sua maglietta aderente, trascurando il laccio che assicurava i pois colorati dei suoi calzoni oversize. Vellicò il suo ventre asciutto, ma ardente come una fornace, e scivolò leziosamente oltre, finché non poté chiudere le palme sul suo seno minuto, provocando in lei un sussulto.

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