39. The way I loved you

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He can't see the simile I'm faking

And my heart's not breaking

'cause I'm not feeling anything at all

And you were wild and crazy

Just so frustrating, intoxicating, complicated

Got away by some mistake and now

I miss screaming and fighting and kissing in the rain

[Taylor Swift]

***

Camila ne era ormai certa: durante gli oltre duecentomila anni di protagonismo di H. sapiens, pochi individui potevano vantarsi di essere tanto sordidi e subdoli quanto Vito La Rosa; quello stesso Vito da cui Lauren l'aveva messa in guardia, facendole giurare di fuggire a bordo di un aereo, nella paurosa eventualità di udire anche solo il suo nome, e che invece quella sera sedeva in soggiorno, spalleggiato a destra da Rosario e a manca da Rodrigo, dopo essersi rifocillato con ogni bene mondano desiderabile.

Egli, arrogante com'era sua prassi, attingeva aria da un puro habano che Christopher si era premurato di far giungere direttamente da Cuba in una stecca da dieci. Sogghignava a ogni sbuffo di fumo, come se poco a poco si stesse ergendo a padrone del mondo; o magari già presumeva di esserlo. Le occhiate allegre che aveva lanciato sia a Tecla che serviva la cena, sia alla stessa Camila, durante il corso di tutta la serata, ora che la governante si era congedata, infastidivano oltremodo quest'ultima.

Ella, che sedeva sul bracciolo della poltrona occupata dal marito con le braccia conserte, in un moto di difesa contro i brividi di disgusto che le vellicavano la spina dorsale, non osava ricambiare. Si appellava con la mente a Lauren e sperava caldamente che, nel momento in cui se ne fosse accorto, Christopher ruggisse a suo favore. Temeva però che fosse invano, quando a legarli, eccetto la reciproca intolleranza, non v'era alcun sentimento genuino.

Invero si sbagliava.

Egli, prima di posare il bicchiere vuoto sul tavolo, rimosse la mano che sino ad allora aveva risposato sulla sua coscia mancina. Voltandosi, le fece cenno di accomiatarsi, e anzi, le porse le chiavi con cui svincolare il telefono fisso dal blocco. Mentre Camila dispariva, sollevata e ansiosa di comporre il numero di casa Jauregui, si sporse con la testa verso Vito, con il solo intento di coprirgli la visuale.

- Neh Vì – lo avvertì, scrutandolo con occhi glaciali, in un confronto da pari a pari, finalmente. – Mi stai mancando di rispetto -. E poi, in dialetto stretto tra i denti e per nulla sibillino: - A me devi guardare -.

Poiché, in maniera lecita per certi versi, illecita per altri (a noi piace immaginare la scenata che invece avrebbe imbastito la sorella maggiore), si reputava la parte offesa, si preoccupò di trafiggere anche gli altri due scagnozzi, con i quali in verità il debito doveva ancora essere saldato.

Soddisfatto, rifornì il bicchiere di un prezioso distillato di fragoline cilentane, e si ritrasse nella poltrona, avendo cura di accennare a un brindisi di scherno.

Frattanto che la messinscena di marito geloso proseguiva, Camila aveva risolto l'imbroglio nel filo della cornetta. Sedendo a terra contro il mobiletto del corridoio, attendeva con impazienza che agli squilli rispondesse qualcuno.

- Pronto? -.

Riconoscendo la voce, quasi sussultò di gioia. Gettò un'occhiata rapida nella direzione da cui era giunta e, constatato che da essa ora proveniva solo un placido chiacchiericcio, decise di cedere a un capriccio del cuore. Più che un ghiribizzo improvviso, o una voglia da gestante, era una necessità irrinunciabile.

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