25. Lay all your love on me

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I wasn't jealous before we met

Now every woman I see is a potential threat

And I'm possessive, it isn't nice

You've heard me saying that smoking was my only vice

[ABBA]

***

Si salutarono con un bacio fugace, con a testimone l'ultimo quarto di luna, prima di affrettarsi, mano nella mano, verso una seicento sgangherata che mordicchiava l'asfalto del lungomare. Immatricolata nel settantacinque per la seconda volta, essa costituiva il regalo di Brando per la maggiore età di Diego.

All'interno della carrozzeria azzurro pastello sedevano comodamente già quattro persone: oltre al proprietario che teneva il volante, Michele Santoro, sarto partenopeo, e due vecchie conoscenze dei fratelli Brancaccio, Grace MacDonald e Lizzie Peters, l'una castana, l'altra fulva, in vacanza per l'occasione.

- Uè - salutò Diego, scendendo. Baciò le nuove arrivate su entrambe le guance e aprì loro l'unica portiera presente. - Dovrete stringervi un po' - ammiccò, sistemandosi vanitosamente il ciuffo biondo.

Entrando per prima nell'angusto abitacolo, Lauren si irrigidì visibilmente: come ci si comporta in presenza di un'ex amante?

- Hi - esordì, timida, offrendo la guancia in segno di educazione.

Grace sollevò le sopracciglia e le dita della mano destra, come se volesse trattenerla per soffiarle una parolina all'orecchio. Ma poi si limitò a piegare le labbra in un melodico Hello, seguita dall'amica. Non v'era sintomo nei loro sguardi nordici che non promettesse scintille.

Camila fu costretta, per modo di dire, a sedere sulle gambe della compagna. Cingendole il collo gelosamente, occhieggiò con sospetto le due ragazze britanniche, e optò per salutarle con un cenno del capo.

Senza dubbio tirava già una brutta aria.

- Let's go party, Diego - disse, con voce perfettamente modulata tra la confidenza e lo scherno.

Dinah sarebbe certo stata orgogliosa dell'accento di cui fece sfoggio.

Captando la lieve tensione che l'animava, Lauren ne approfittò per sistemarle un ricciolo dietro l'orecchio, rassicurandola con uno sguardo affettuoso. Per il resto del viaggio si preoccupò di tenere una palma sul suo grembo e una sulla sua schiena, elargendole talvolta alcune carezze.

Sarebbe stata una lunga, lunghissima notte.

***

Quando rientrò a casa propria, pareva emanare da ogni poro la luce di un astro. L'asciugamano che le cingeva i fianchi rimaneva un po' cascante non perché fosse lento in sé, ma a causa della potenza irradiata dal suo sorriso. Se dovessimo descriverla con un solo colore, useremmo il bianco. Ma non vogliamo in alcun modo sottolineare l'analogia con la purezza, quanto la sua lucentezza di perla e la sua delicatezza.

Ella ciabattò in scioltezza sino all'ingresso di camera propria, accanto a cui abbandonò le infradito ciangottanti. Entrando, sorprese Sofia stravaccata sul letto, tutta concentrata sulla musica che le derivava dal walkman. Solitamente, cercava ivi rifugio soltanto quando qualcosa la turbava, che fosse assai positivo o assai negativo, convinta che chiedere alla sorella maggiore fosse sempre la soluzione universale, o quasi.

- Hai saltato la cena - esordì, fissando il soffitto. Pareva assai distante, in verità.

Camila si riscosse solo parzialmente dall'euforia. Il nome di Lauren stava scritto e inciso ovunque sul suo giovane corpo. Poteva ben sentirlo sì, ma non vederlo: la segretezza aveva priorità.

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