Emma.
Nonostante i continui sbuffi di Harry, scesi in accappatoio, aprendo il cancello con un "Arrivo" al citofono.
«Ciao Emma, scusami se ti ho disturbata, ma penso ci sia stato un errore» mi salutò Danny, guardando l'indirizzo sul biglietto pinzato alla busta di carte. Sorrisi entusiasta. «No no, nessun errore. Il mio benefattore sta arrivando» risposi tutta sorridente prendendo la busta entusiasta. «'Giorno Danny, visto, ce l'ho fatta anche senza il tuo aiuto» disse Harry sornione. «Scusa?» chiesi guardandolo male. Harry rise. Sospirai. Che cosa voleva dire con ce l'ho fatta? Cosa c'era sotto? Inghiottii la saliva. Era stato tutto uno stupido gioco di potere? Pensava di potermi muovere come gli pareva? Cazzo, mi ero fregata con le mie stesse mani.
Il clacson del carro attrezzi mi scostò momentaneamente dai miei pensieri, mentre Harry congedava Danny con un'amichevole pacca sulla spalla. Cosa si erano detti? Sentii un familiare te l'avevo detto bussare beffardo alla porta della ragione. Fanculo. Mi ero lasciata fregare. «Ciao Emma!» mi salutò Steve scendendo dal mezzo. «Ciao Steve, grazie per essere venuto. Porto questo dentro e mi vado a vestire al volissimo, giuro. Vieni dentro intanto» risposi sorridendo cordiale, tornando in casa, seguita da Steve e Harry.
Harry.
Che cazzo stava succedendo? Stavo scherzando con Danny e di punto in bianco aveva cambiato atteggiamento, fino ad ignorarmi per dare confidenza al meccanico.
Che avesse capito male qualcosa? Entrai in casa per ultimo, cercando di attirare la sua attenzione. Poi le sfiorai il braccio, ma mi ignorò ancora, offrendo un caffè a quello. «Emma» la chiamai e finalmente si girò, glaciale: «Ce la faccio anche senza di te Harry, puoi andare.» Un macigno: mi aveva appena schiacciato. «Che stai dicendo?» domandai guardandola negli occhi, evito anche il mio sguardo. «Emma, non importa il caffè, andiamo a vedere la macchina» «Ci puoi scusare un attimo» affermai, più che chiedere, trascinando Emma nella sala da pranzo adiacente alla cucina. «Harry, sta' fermo» si lamentò. «Mi spieghi che cosa è cambiato da quando siamo usciti di casa a quando siamo entrati?» «Niente Harry, non è cambiato niente. Fammi tornare di là avanti» si liberò dalla mia presa, cercando di uscire. Mi misi davanti alla porta: «No. No, fino a quando non mi spieghi che cosa è successo che mi sono perso» «Senti, c'è una persona di là che è venuta apposta per aiutarmi. Lasciami andare di là» continuò testarda cercando di spostarmi. «Emma, per favore. Non mi allontanare» chiesi, tirò su con il naso, puntando il dito sul mio petto. «Perché? Lo vuoi fare prima tu? Sei riuscito a farcela, no? Nonostante Danny. Mi hai» la bloccai, tirandola a me per stringerla in un abbraccio, nonostante cercasse di divincolarsi. «Frena quella testolina Fiorellino. Sono riuscito a trovarti, nonostante Danny non mi abbia voluto dare il tuo numero dal principio» dissi tutto d'un fiato. Emma sospirò lasciandosi andare. «Che stupida che sono cazzo» sussurrò, facendomi fare un grosso sospiro di sollievo. Le tirai su il viso dal mento, guardandola negli occhi lucidi. «Piccola, prima di far girare gli ingranaggi di questa testa sospettosa, parla con me. Ti giuro che sarò sempre sincero nel rispondere ad ogni tua domanda» «Non hai un fine strano?» Chiese, scossi la testa. «Voglio stare bene con te, voglio che tu stia bene con me. Te l'ho detto Fiorellino, mi fai sentire come a casa.» Non disse nulla, scrutando i miei occhi. Sorrisi. Sospirò. «Mi dai un bacio e torniamo di là?» chiesi, annuì mettendosi in punta di piedi per cercare di arrivare alle mie labbra. Mi piegai leggermente, mi baciò. «Ti vai a vestire mentre faccio il caffè al meccanico?» Chiesi ancora, sorrise e annuì di nuovo. La baciai io. «Faccio in fretta» disse, uscendo dall'abbraccio per andare verso le scale, dalla parte opposta della cucina. «Emma, io non me ne vado okay? Non me ne posso andare. Mi piaci troppo» affermai prima di vederla salire con il sorriso più bello che mi avessero fatto fino ad oggi.
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Suspicious Minds [hs] ~ COMPLETA.
FanficIl passato travagliato di Emma l'ha portata a vivere in una bolla, lontana da tutto ciò che possa avvicinarsi all'amore, colpa delle brutte esperienze vissute tramite la madre e dell'insicurezza di un corpo con più curve di quanto lei avesse voluto...