EPILOGO

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                   "Ho compiuto 28 anni di recente: è stata una bella festa con tutte le persone che amo riunite e la mia produzione eccessiva di latte mi ha anche consentito di bere un bicchiere di vino e uno di spumante per il brindisi. Mia figlia ci è rimasta male quando, invece della solita poppata prima della nanna, suo padre le ha dato il biberon: vederla cercare in continuazione la sua tetta è stato molto divertente, ma come darle torto, i pettorali di Harry sono sempre così allenati.

Dal mio compleanno all'anno nuovo poi il tempo è volato e mi sono ritrovata a guardarmi allo specchio e a pensare, rimuginare. Ci sono certe cicatrici che lasciano il segno e rimangono ben impresse sulla pelle, quelle che non andranno mai via e che ogni giorno ti porteranno di fronte ai tuoi ricordi. Una brutta e stupida caduta dalla bicicletta da bambina mi è costata ben sei punti e la sua cicatrice trionfa regale sul mio ginocchio destro: mi ricorda da vent'anni che non devo dimostrare niente a nessuno, tranne che a me stessa. La bruciatura a forma di luna sulla mano, invece, che devo stare più attenta. Poi c'è la cicatrice dell'intervento che mi ricorderà per sempre fino a dove le persone malate possano arrivare seguendo la propria instabilità; però c'è anche la mia cicatrice preferita, proprio sopra il pube: la vita che nasce dall'Amore buono, vero, la vita che vince. Così ho pensato che il modo migliore per tornare sul giornale che mi ha cambiato la vita, fosse proprio fare outing, nel modo più caro a questa rubrica.

Emma ha 28 anni ed è sempre stata una ragazza sospettosa, oltre che chiusa. Ha vissuto una vita allontanando quell'amore decantato da molti, del quale lei ne riconosceva unicamente la parte malata. «A che pro?» si ripeteva rifiutando pretendenti, tessendo la tela, interpretando una perfetta Penelope dei tempi moderni. Non avrebbe mai pensato, tuttavia, di trovare Ulisse nel mare di una folla che canta le sue canzoni, figuriamoci poi farlo entrare così tanto dentro la sua vita, a un passo dai battiti del suo cuore che a lungo andare hanno iniziato a battere all'unisono con quelli di lui. Ma le vecchie e care abitudini hanno di nuovo bussato alla porta della via di fuga e la sua insicurezza l'ha portata a rifugiarsi nella vita di qualcun altro, la stessa vita che l'ha messa al mondo, senza minimamente immaginare che nel mentre aveva appena dato inizio all'odissea del suo Ulisse, fino a ritrovarselo di fronte alla tela ormai arrivata a conclusione dopo quasi nove mesi di pianti nascosti e sentimenti taciuti. Ulisse l'ha di nuovo raccolta, cullata tra le sue braccia, curando le ferite causate da altri, le stesse che hanno continuato a metterlo alla prova, quelle che ora rimangono impresse nella cicatrice che non è altro che un ricordo lontano, in un oceano di tanti altri. Perché oggi Emma è un'altra persona. Forse la vera sé stessa per la prima volta dopo tanto, tanto tempo. Quella bambina che ballava sulle note di Suspicious Minds, nel volume al massimo dello stereo, oggi è una donna, una mamma, che balla con sua figlia sulla stessa canzone, cantata dalla meravigliosa voce dell'amore della sua vita. La ragazza sospettosa si è evoluta nella versione migliore di sé, fidandosi e accogliendo l'amore tanto decantato che, fidatevi di me, è quanto di più grande, sincero e gratificante ci possa essere."

Harry.

«Harry, dannazione, non puoi strappare ogni volta le pagine delle riviste che metto gratuitamente a disposizione per i miei clienti» bofonchiò Danny anticipando le mie mosse. «Hattie, amore, credevo che io e te avevamo un patto: tu devi distrarre D, mentre papà fa l'incivile cattivone strappando le pagine con la mamma» affermai divertito facendo ridere la bimba e alzare gli occhi al cielo a Danny. «Senti ma non hai un tour da preparare, canzoni da registrare, persone da trovare o robe del genere? Devi venire tutte le mattine a rovinarmi la giornata?» chiese ironico, guardandomi di sottecchi. Presi Harriet tra le braccia, aiutandola a stare in piedi sullo sgabello. «Come puoi dire una cosa del genere davanti a questo facciotto dolce?» domandai furbo, con voce vezzeggiativa. «Sei sleale Harry Styles. Davvero sleale» affermò Danny sorridendo alla bimba, prendendola poi a sua volta in braccio. «Sei così dolce Hattie: hai proprio preso dalla tua bellissima mamma e meno male! Un altro disgraziato come il tuo papà non lo avrei proprio sopportato, sai?» aggiunse rivolgendosi unicamente ad Harriet. La porta d'ingresso si aprì, anticipando l'entrata rumorosa di Emma e Lizzie. «Mi piace tanto Fiorellino, questa volta sono certa che lui sia il mio Harry» affermò Lizzie, sorridendo entusiasta. Alzai gli occhi al cielo: era l'ennesima volta che sentivo questa frase negli ultimi sette mesi. «Quando ce lo presenti?» «Mai! Una volta era solo Matt a fare l'interrogatorio, ora c'è quell'impiccione del tuo fidanzato e anche Hermione ultimamente ha avuto un sacco da dire» rispose diretta alla domanda di Emma, facendola sorridere. «Farfallina, ci hai presentato cinque attori diversi negli ultimi mesi, c'è un motivo se fanno così, non credi?» le fece notare. Da quando Roger l'aveva presa sotto la sua ala, Lizzie aveva dato inizio ad un'inaspettata carriera da attrice: aveva una dote naturale per la recitazione. «Infatti lui non è un attore, ma uno sceneggiatore» puntualizzò arrivando al bancone. «Non vedo l'ora di conoscerlo» m'intromisi facendole fare una smorfia, Emma ridacchiò, poi mi guardò male: colto con le mani nel sacco. «Abbiamo comprato la copia di Destino prima di venire qui Harry, non fare l'incivile che poi Danny non ci passa più i dolcetti sottobanco» disse, spostando la rivista distante dalle mie mani, mentre Lizzie si stava sollazzando dai versetti di Harriet. C'era qualcosa di strano nello sguardo di Emma, mi stava nascondendo qualcosa e non era mai un buon segno. «Che cosa c'è?» chiesi diretto, prendendo le sue mani nelle mie. Lei si morse le labbra. «Ti ho portato un regalo, ma forse è meglio se lo apriamo dopo a casa» disse evitando il mio sguardo, assottigliai gli occhi, incastrandola: «Amore, io non sono capace di aspettare e tu lo sai, avanti.» Sbuffò, tirando fuori un sacchetto di carta dalla borsa. «Non è che ti sei proprio impegnata nell'incartarlo eh» mi lamentai, lei mi diede una gomitata: «Avanti, aprilo e basta!» Aprii il sacchetto, togliendo della carta velina appallottolata. «Ribadisco, potevi impegnarti di più» commentai, lei alzò gli occhi al cielo incrociando le braccia al petto. «Non ho avuto abbastanza tempo signor rompipalle» bofonchiò, mentre finalmente le palline finivano lasciando libera la presa su uno stick? Guardai Emma sorridermi, mentre lo tiravo fuori. «Emma?» Lei annuì. «Aspettiamo un altro bambino Harry.»

Suspicious Minds [hs] ~ COMPLETA.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora