17| Sei la fidanzata incinta di Harry Styles?

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Emma.

«Ciao splendore, come ti senti oggi? Hettie come sta? Ho parlato con la ginecologa, ha detto che non devi assolutamente stressarti, quindi oggi mi sono preso la mattinata libera per essere a tua completa disposizione» aveva esordito così Justin, vedendomi entrare in cucina, con un sorriso smagliante e la camicia tassativamente aperta. Ottimo, meraviglioso. Fantastico. «Ciao Justin, sei stato carino, ma davvero non c'era bisogno che ti prendessi la mattinata» dissi solamente, salutandolo con un bacio sulla guancia. Lui prima mi guardò corrugando lo sguardo, poi spostò l'attenzione su Harry, arrivato poco dopo di me con i suoi vestiti. «Ah, sei ancora qua tu» affermò teso con un ghigno irritato Justin. «Già, sono dove devo stare, con la mia famiglia. Grazie comunque per i vestiti, te li lascio poi appena ti rivedo, tanto tra poco facciamo un salto nella mia camera e prendo i bagagli. Sempre che Hermione mi dia il permesso» rispose tramutando il sorriso tirato, in uno sincero verso Hermione. La guardai anche io, pregandola con lo sguardo. «Certo Harry, devi stare con Emma e tua figlia» disse lei sicura, potevo sentire il cuore spezzato di Justin dal tradimento di Hermione. «Pensavo che a quelli come te una situazione così scomoda fosse un buon pretesto per darsela a gambe» affermò crudele Justin, attaccando per difesa. Harry aveva il viso teso, voleva dirgliene quattro, forse anche otto, ma si trattenne. «Quelli come me si prendono la fidanzata e la portano in giro. Hermione, ti dispiace se ti lasciamo sola questa mattina? Tanto c'è Justin, no?» Rispose acuto, prendendomi la mano e le chiavi della mia macchina, con ancora il portachiavi con l'H appeso. «Funziona ancora, vero?» domandò sulla soglia di casa, annuii sorridente. «Ottimo, perché ora ce ne andiamo da qualche parte.»

Saliti in macchina, evitai di proposito di guardarmi indietro, sentendo lo sguardo cupo di Justin addosso. «Dai falla finita Fiorellino, non ho esagerato» ruppe il silenzio Harry, sospirai. «No, sei stato bravino, mi dispiace per quella cosa cattiva su quelli come te. Gli parlerò e vedrai che sarà meno strano» dissi con un mezzo sorriso, accarezzando la pancia senza pensarci. «Hai sentito il BFF della tua ginecologa, no? Niente stress. Solo tanto amore e proprio riguardo all'amore: dimmi la strada per l'albergo» ridacchiai, ignorando di non cogliere il collegamento, poco tempo dopo ci stavamo baciando dentro l'ascensore in attesa di arrivare alla suite.

Harry

Sono sempre stato un tipo pragmatico, sin da bambino. Le improvvisazioni erano unicamente riservate agli scatch e in generale al palcoscenico. Avevo le caselle in testa dove inserire ogni cosa al loro posto e in quelle c'era anche la lista immaginaria di tutte le cose che mi piacesse fare. Poi c'erano quelle che amavo veramente. Baciare Emma negli alberghi era di certo al primo posto di tutte le classifiche.

«Harry» sussurrò senza fiato Emma, ancora nel bacio. «Harry, aspetta un attimo» insistette, facendo pressione sul petto per essere più incisiva. Mi lamentai con un verso gutturale, ma non mi allontanai più di quel tanto per farla respirare. «Mi cedono le gambe se mi baci così» affermò sorridendo beata, facendomi ridere. Fronte su fronte e le mani appoggiate sulla parete che circondavano il suo corpo. «Sì, hai ragione. È che voglio recuperare» mi giustificai, accarezzandole il viso. Emma annuì. «Anche io, che credi! Ma possiamo tipo farlo comodi, seduti, nella privacy della tua stanza» disse, poi aggiunse subito «Così non possiamo venire interrotti», come per voler giustificare la frase e non farmi pensare all'ultima volta in cui eravamo stati scoperti. Annuii, dandole un ultimo piccolo bacio sulle labbra, prima di portarla mano nella mano verso la mia stanza. «Non vedo l'ora di cambiarmi, ci credi?» cambiai volutamente discorso, per evitare di metterla in difficoltà. «Certo che ci credo, signor Gucci. Io non vedo l'ora di sedermi e vederti cambiare. Farai uno spettacolino sexy per me, Harry?» Quella scintilla maliziosa nel suo sguardo mi faceva sempre perdere la bussola. La baciai di nuovo come poco prima, sulla porta della mia stanza. Mi staccai solo per un calcetto da parte di Harriet. «Era un sì?» domandò ansante con ancora la malizia negli occhi. «Non so, Hattie non pensa sia una buona idea, mi ha spinto via» risposi confuso, Emma scosse la testa. «Tanto lei non vede niente, io devo guardare. Io voglio farlo» disse baciandomi le labbra, poi il mento e dopo il collo. «Uhm, stai provando a corrompermi facendomi eccitare Fiorellino?» «Voglio solo baciarti ovunque, sai no, per recuperare.» Scossi la testa divertito ed eccitato, soprattutto non appena la sua mano arrivò sul cavallo degli stupidi bermuda. «Cazzo piccola, aspetta che prenda la chiave, altrimenti finisce che prendo qua fuori: ci sono un paio di altre posizioni che ho studiato ieri sera» affermai rauco, palpandole il sedere, facendola sogghignare.

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