10. Il cottage di Roger.

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Sabato 31 Dicembre 2021.


Emma.


«Sicuro che possiamo stare qui?» chiesi dubbiosa guardandomi intorno: gli alberi e il verde circondavano la casetta, come in quei film d'amore dove i protagonisti si trovavano a passare del tempo lontani dal mondo e s'innamoravano perdutamente. Con l'unica differenza che io non ero affatto come quel tipo di ragazze perfette e così tanto inclini a parlare sempre dei propri sentimenti. Certo, non ero certo ipocrita, riconoscevo di provare qualcosa per Harry, ma era una roba tra me e me, come la mail di Hermione e l'account finto di Instagram che usavo per vedere tutti i contenuti su Harry in incognito. Come una psicopatica. Però anche lui, con quella camicia a quadri di flanella tanto distante dal suo stile, sembrava essere lì a disposizione per ogni singola mia richiesta. Aspettava di sentirmi dire quel segreto tra me e i miei sentimenti e più mi guardava con quel cazzo di sorriso, più sentivo di volerglieli mettere davanti al muso. No. Tacete. State buoni. Comunque la casa era di quell'antipatico di Roger che stava cercando di gestire i media e la faccenda delicata della mail minatoria. Nessuno sapeva che ne avevo ricevuta un'altra qualche giorno prima di oggi. Indirizzo mail differente ma nello stesso stile, questa volta avevano preso in mezzo l'uomo che doveva essere mio padre e mia madre.

«Fiorellino, siamo autorizzati a rimanere qui fino a nuovo ordine» rispose Harry davanti al caminetto, studiando quel piccolo fuocherello che proprio non ne voleva sapere di espandersi nel resto dei ceppi. Come i miei sentimenti ed io, in pratica. «Lascia stare, ho trovato una coperta e il DVD di Love Actually» «Ma io volevo accendere il fuoco e fare l'amore tutta la sera davanti al camino» si lamentò sbuffando, insistendo con un rametto sulla piccola fiammella. Mi accucciai vicino a lui davanti al caminetto. «Mi dispiace tanto Harry, per colpa mia non puoi andare in una di quelle feste esclusive con gente famosa e scatenata che» mi zittii da sola, mentre la fiammella si faceva finalmente spazio tra l'altra legna. «Sono esattamente dove voglio essere con la persona con la quale desidero concludere l'anno e iniziarne uno nuovo» affermò Harry, baciandomi le labbra con estrema delicatezza. Sussultai non appena sentii le sue mani scendere sul mio sedere. «Parlando di quella coperta, invece, che ne dici se la mettiamo qua sotto? Così non prendi freddo» chiese, insistendo con il tocco. Sorrisi, tirandolo dalla camicia verso di me. «È questo il menù che proponi per cena?» domandai maliziosa slacciando il primo bottone chiuso. «Be', nel frigo c'è la cena preparata da mia madre per noi da scaldare, ma in definitiva sì. Pensavo a un paio di coccole spinte per antipasto e come pasto principale del sesso bollente davanti al caminetto con orgasmi multipli come contorno» «Non male direi, ma è il dolce che fa il menù. Cosa c'è di Dessert?» «Avevo intenzione di leccartela un po', ma se vuoi dello zucchero, c'è della panna montata in frigo ed è subito un dolce 69.» Non riuscii a non ridacchiare, alzandomi dalla posizione precaria per lasciarlo da solo. «Dove vai, ritiro quello che ho detto se...» «Zitto Styles. Ho solo voglia di iniziare dal dessert.»

Harry

La coperta, il camino con il fuoco e poi Emma nuda con la panna spray in mano e quel sorrisetto sexy che accompagnava ogni spruzzata di panna sul mio corpo. Cazzo quanto era eccitante. Aveva iniziato dai capezzoli, leccandola via per poi fare lo stesso sul torace, mentre le sue tette calde e morbide strofinavano sulla mia pelle lussuria e desiderio. Decisi che l'avrei lasciata giocare ancora un po', poi avrei preso in mano la situazione. Arrivata sul pube, però, mi persi tra le labbra del suo pompino, lasciandomi andare. Accompagnando i movimenti del capo con le mani. Ero in estasi. Solo quando riuscii a notare che si stava toccando tornai in me. «Vieni qui» dissi rauco, le mi guardò insicura. «Voglio mangiarti» aggiunsi, tirandola verso la mia faccia. Dio santo era così bagnata. «Harry, non penso che sia il caso. Potrei soffocarti con il peso e come posso fare se tu non ci sei più? Non posso fare, te lo dico io. Non posso e non voglio. Io» «Emma. Siediti su di me» dissi serio, fingendo di non aver colto quella mezza dichiarazione, ma l'avrei tirata in ballo più tardi. Mi diede retta, finalmente, nonostante rimase restia, per mezzo istante: appena raggiunsi il clitoride con la lingua si sciolse, iniziando a gemere come una gattina. «Oh Dio Harry» cedette all'impeto dell'orgasmo, facendomelo godere tutto, poi si spostò. «Se lo avessi voluto io sentire in bocca?» domandò osservando la mia espressione in estasi. Scossi la testa. «Piccola, ti voglio sentire urlare, non con la bocca piena» risposi malizioso, lei sussultò. «Ti prego, fallo» disse aprendo le cosce. «Oh cazzo Emma» Non aspettai oltre, insinuandomi dentro di lei spingendo sempre più a fondo, alla ricerca della sue voce tra gli urli e i gemiti. Fino al suo orgasmo e poi al mio in contemporanea ad un nuovo suo.

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