19| Proprio ora dovevi fare la brava ragazza Fiorellino?

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Harry.

Emma aveva insistito affinché andassimo a casa di Hermione a dormire, convincendo anche Roger assicurandogli totale puntualità negli impegni lavorativi, che dopo la sua intervista l'avevano inglobata. Avrei preferito rimanere in albergo, ma percepivo qualche preoccupazione girarle in testa, quindi le diedi retta, varcando la porta di casa con la sua proprietaria e la mia fidanzata. «Grazie Harry, sono più tranquilla se siete qui con me» aveva poi confessato Hermione, con un sorriso sincero, tranquillizzando anche me, prima di andare a dormire. «Ce lo facciamo un bagno Harry?» chiese Emma, una volta rimasti soli, la guardai malizioso. «Non guardarmi così, la vasca è grande, ma non abbastanza per quegli occhietti maliziosi e la mia panciona» aggiunse con una risatina, sbuffai. «Ma neanche provarci? Sei così sexy con quella felpa con lo squalo martello che fa l'occhiolino» ammiccai alzando e abbassando le sopracciglia, facendola ridere. «Ed io che all'inizio mi impegnavo indossando vestiti senza l'intimo per essere più eccitante per te, che scema, eh? Dovevo indossare felpe con gli squali da subito» ironizzò baciandomi poi le labbra. «Sì decisamente, solo felpe così d'ora in avanti e sarò tuo per sempre» «Mettilo per iscritto e magari ci credo» concluse con un occhiolino andando verso la camera da letto. Avevo sicuramente qualche problema, ma ero eccitato. La seguii in silenzio, come un cane segue il padrone con la ciotola del cibo. Avevo fame anche io. Un tipo di fame che solo lei avrebbe potuto saziare. Chiusi la porta a chiave, attirando la sua attenzione. «Non c'è bisogno che chiudi la porta a chiave Harry, Hermione non entrerà di certo» affermò seguendo con lo sguardo le mie mani che stavano già slacciando i pantaloni. «Oh» sussurrò mordendosi il labbro inferiore quando, abbassando i pantaloni alle caviglie, l'eccitazione fu ben visibile. «Ti prego Harry, dimmi che ce l'hai duro per me e non per lo squalo» disse seria, trattenni la risata a stento. Tolsi le scarpe scalciandole via insieme ai pantaloni, poi feci lo stesso con la felpa e t-shirt. «Siediti, simpaticona» dissi, Emma si sedette, non prima di aver tolto la felpa, rimanendo con dei leggings e una canotta leggera, trasparente. Le vedevo i capezzoli induriti. Sussultai, raggiungendola, poi mi piegai a chinino, slacciandole i sandali uno per volta. Si alzò per un secondo, il tempo di abbassare i leggings, ma li fece togliere a me, capendo le mie intenzioni. Mi piegai su di lei per leccarle un capezzolo dal tessuto della canotta. Tremò in un sussulto. «Harry» gemette, allungano una mano sulla mia erezione. «Toglile» ordinò, non obiettai, togliendo subito dopo anche le sue. Le sfiorai il pube bagnato dai suoi umori, lei gemette ancora sulle mie labbra. «No. Niente preliminari» disse. «Fai l'impaziente Fiorellino?» «Voglio sentirti dentro e godere con te dall'inizio.» Piegai il capo sul suo seno, respirando a stento. «Promettimi che questa cosa me la ridici anche dopo il parto. Non hai idea delle cose che voglio farti. Senza limiti» dissi sincero, allargandole le gambe per poi entrare con una spinta dentro di lei. Strinse le mani sulla pelle del mio petto, in un lamento di piacere acuto, e poi ancora ad ogni spinta. «Fiorellino, se stringi così forte non durerò molto» affermai rauco, percependo la pressione che stava facendo avvolgendomi stretta dentro di sé. «Ti piace?» domandò insicura, guardandomi negli occhi con le gote arrossate, il labbro stretto tra i denti e una mano che strizzava un seno. «Cazzo Emma» imprecai spingendo più forte, «Cazzo sì», sempre più forte, «Cazzo quanto sei bella.» La baciai, stringendola a me, andando in fondo, lasciandomi andare all'impeto dell'orgasmo. Stavo per uscire, ma Emma strinse le cosce attorno ai miei fianchi, ansimando sulla mia bocca, impuntando le unghie sulla schiena e venendo con ferocia. «Oh mio Dio, Harry» disse subito dopo, scoppiando in una risata appagata e felice, trascinando me con lei. «Facciamo l'amore sempre così, ti prego» aggiunse baciando la mia risata. «Sei ancora più bella quando parli così, Fiorellino» commentai sdraiandomi a fianco a lei. «Anche senza la felpa con lo squalo martello?» «Be' se te la mettessi ora sarebbe proprio il colpo di grazia.» Emma aumentò la risata, con gli occhi chiusi e il petto che si muoveva ancora freneticamente. In quel momento decisi che avrei fatto di tutto per vederla così sempre, per il resto della mia vita.

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