Lettera a Babbo Natale • One Shot.

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Dicembre 2024.

Emma


Caro Babbo Natale,
ti scrive il papà perché io non sono ancora capace, anche se la mamma dice che parlo così tanto che le viene il mal di testa. Poi però ride perché papà fa uguale a me.
Quest'anno sono stata proprio brava. Le Dade all'asilo non si sono mai arrabbiate e anche i nonni dicono che sono stata bravissima. Puoi chiedere a loro e non a mamma e papà? Va bene, ti prometto che l'anno prossimo sarò più brava, ma tu puoi fare un regalo a tutti noi, facendo smettere di piangere Grace? Sono sicura che sarei più brava se Grace non piangesse tutti giorni! Se proprio non puoi farla smettere di piangere, puoi regalarle dei pupazzi nuovi che vuole solo quelli miei che poi fa cadere, Nose li mastica tutti e io sono senza.
Papà dice che devo chiederti qualcosa per me che per Grace già lo sai perché i bimbi molto piccoli riescono a parlare con te. Io non me la ricordo questa cosa, ma se lo dice papà ci credo... se lo dice la mamma un po' meno, ma non glielo dire che se no non mi lascia fare i buchi nelle orecchie con zia Lizzie. Allora, caro Babbo Natale, quest'anno vorrei tanto un Pony con i capelli rosa e azzurri, la casa delle Barbie con l'ascensore, la macchina come quella di papà senza il tetto, ma rosa e che posso guidare io, la casa sull'albero come a scuola ma più bella e con i cuscini morbidi e mi raccomando tanto alta perché Grace non ci deve salire e poi voglio il microfono che brilla per cantare con papà. Vorrei tanto andare in giro da sola con la mamma, ma non può mai perché Grace vuole sempre la titta. Non puoi portare anche un'altra titta da tenere a casa solo per lei? Poi l'aiuta papà ad usarla.

«Harry, sei scemo? Hai davvero scritto questo con nostra figlia?»
«Amore, ho solo scritto quello che diceva»
Sospirai, appoggiando la letterina sul comodino, accarezzando la testolina di Grace addormentata col dito in bocca sul mio grembo. «Non so se sono più triste del fatto che mia figlia mi odi o che il mio fidanzato le faccia scrivere queste cose. E poi i regali che vuole? Davvero Harry, l'hai viziata troppo» mi lamentai sottovoce, evitando il suo sguardo, conoscendo quanto in alto sarebbero andati i suoi occhi. «Finisci di leggerla prima di mettere il muso» commentò con dolcezza Harry, prendendo Grace dalle mie braccia per portarla nella culla. Sospirai in una smorfia, prendendo la letterina di nuovo in mano.

Il regalo più grande che vorrei, però, è poter stare tutto il giorno con la mamma a ballare e cantare guardando papà in TV, puoi convincere la mamma a non farmi andare più a scuola per rimanere con lei, se ti prometto di fare la bravissima e non lamentarmi più di mia sorella?
Papà ha detto che ti lascia dei dolcetti del dado D quando verrai da noi, ma ti dispiace se uno lo do alla mamma che sono i suoi preferiti?
Un bacino grande Babbo e buon Natale da Hattie!

Sorrisi, asciugando le lacrime prima del ritorno di Harry, giusto in tempo per vederlo rientrare con una tazza fumante il cane scodinzolante dietro. Gli sorrisi. «Lo sapevo, ti lamenti e poi piangi, proprio come Hattie» commentò divertito, raggiungendomi dall'altra parte del letto. «Non ridere, vuole comunque un sacco di giochi costosi» «Che ci possiamo permettere» aggiunse appoggiando la tazza sul comodino, arricciai il naso in un smorfia. «Pensavo che quello fosse per me» commentai indicando il tè, Harry sorrise malizioso. «Era per te, ma tu mi hai dato dello scemo» affermò sereno, coccolando Nose tranquillamente, sbuffai. «Tu hai scritto nella letterina di nostra figlia di restare a casa ad usare delle tette di un altra» «Magari lei mi ci fa giocare» affermò divertito, lo guardai male, dandogli le spalle per girarmi dall'altra parte del letto. Ovviamente, rise di me. «Dai piccola mia, stavo giocando ed era divertente, lo sai che io non penso ad altre tette al di fuori delle tue» tentò di fare pace, spostando il cane per abbracciarmi, prendendo per l'appunto le suddette tra le mani. «Non possiamo comprare tutte quelle cose ad Harriet, amore» insistetti, sbuffò sul mio collo, baciando la pelle, succhiandola leggermente, mentre le mani stringevano il seno tra le dita e la sua voce mugugnava eccitata vicino all'udito. «Ce lo possiamo permettere, piccola» insistette, mordicchiando il lobo. «Non mi convincerai così» tentai di ribellarmi, ma in realtà...non lo volevo fare. «Sai cosa non possiamo permetterci, invece?» chiese con voce roca, sfiorando appena i capezzoli. «Una macchinina per nostra figlia di tre anni e mezzo?» domandai ironica, strinse appena i capezzoli, sapendo quanto dolesse, mi lamentai con un gridolino. «Non possiamo permetterci di dormire mentre le nostre figlie dormono e il Generale è così ansioso di trovare la sua Principessa» sussurrò all'orecchio puntando l'erezione sul mio sedere, gemetti. «No, hai ragione non ce lo possiamo permettere» biascicai eccitata, allungando il braccio per appurare la suddetta eccitazione. Accarezzai appena la punta, entrando con la mano dentro i boxer, gemette stringendomi il lobo tra i denti.
Ero già come cera nelle sue mani.
«Ti prego dimmi che ti sei già tolta le mutande Emma, ho bisogno di sentirti» gracchiò rauco, alzando la appena la mia gamba per constatarne l'assenza, imprecò, sussurrando sul mio orecchio. «Se mi sfiori vengo, Harry, sono così debole» confessai biascicando, lo sentii sogghignare, subito prima di sentirlo spostarsi in avanti, incastrando una gamba tra le mie e l'altra sotto il mio fianco. «Amore, apri il comodino» ordinò fermo, sfiorandomi sotto l'ombelico. «No, non voglio, voglio solo te» mi lamentai, Harry si piegò in avanti mordicchiandomi la coscia.
«Amore, fammi sentire come vibra»
«Harry...»
«Emma»
Mi penetrò in un colpo, urlai, tappandomi subito la bocca con la mano, cercando di fare meno rumore, imprecò spingendo di nuovo, più forte. «Prendilo Emma» ansimò continuando a spingere, ma appena raggiunsi il clitoride con la mano si scansò grugnendo. «No» mi lamentai. «Amore, l'ho comprato per giocarci insieme, adesso siamo insieme e voglio giocare.» Mi accarezzò la schiena con le labbra, scorrendo la mano dal fianco sulla mia intimità, giocando con il ciuffetto sopra le labbra. «Oh Dio, ti prego Harry» lo supplicai, di tutta risposta strofinò la sua eccitazione sui miei umori. «Amore ti prego» ripetei spingendo verso di lui, sogghignò. «Piccola devi solo prendere il nostro vibratore nuovo» sussurrò, infilando appena la punta senza scendere con le dita sulla mia parte più erogena. Sbuffai, allungando la mano per prendere l'aggeggio del diavolo che non ero riuscita a fare funzionare neanche una volta da quando l'aveva infilato nel mio comodino: per quale motivo comprare un vibratore a forma di conchiglia con tutta la varietà di scelta che c'è? «Ma fallo tu, io non lo capisco» mi lamentai, sentendo prima ridere lui, poi vibrare l'aggeggio. «Fai piano piccola, se si svegliano dovremo fermarci e scommetto che non...» si fermò, appoggiando la conchiglia dalla parte curva sul mio clitoride, aumentando la vibrazione e contemporaneamente spingendo dentro di me.
«Cazzo Harry!»
«..vuoi» concluse la frase, gemendo rumorosamente. Accoglievo i suoi movimenti stringendo le dita sulla sua mano, facendo ancora più pressione sul vibratore. Harry osservava la scena senza fare complimenti, faceva domande sporche, alle quali riuscivo a rispondere solo con sì sì e ancora . Ad occhi chiusi, ascoltando i suoi respiri sempre più rumorosi, avevo attutito i miei, tanto che non mi sentivo più: avevo solo la voce di Harry come suono ad accompagnare l'orgasmo che stava salendo.
«Prendiamo tutto quello che c'è nella lista delle nostre figlie, vero amore mio?»
«Sì amore, tutto quello che vuoi»
L'urlo strozzato del culmine del piacere s'interpose tra noi due: Harry lasciò andare la conchiglia per le ultime spinte, gemendo rumorosamente fino a lasciarsi andare totalmente ed io con lui, forse un po' prima, forse non per una volta soltanto, ma sempre con lui.


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