Alla fine delle lezioni,si ritrova ad aspettare la sua migliore amica,nel cortile della facoltà, che la porterà nella casa che condividono. Si appoggia al muretto adiacente al cancello di ferro battuto,e fa scorrere lo sguardo sui pochi presenti che hanno finito le lezioni ora. Le sue labbra si schiudono appena il suo sguardo viene catturato da lui.
Lo osserva da lontano,è possente e misterioso come sempre, con la sigaretta tra le labbra e la nuvola di fumo che esce in uno sbuffo. Perso a guardare il nulla con espressione seria. I capelli neri che si muovono quando una folata di vento si infrange su di loro e la giacca di pelle nera, aperta, che si gonfia. Si gira di spalle per non far spegnere la sigaretta e lei riesce a guardargli meglio il profilo,prima coperto dal ciuffo. I capelli rasati al lato e lunghi nel mezzo gli incorniciano il viso,e accompagnati dalla barbetta incolta e degli occhi dorati con lunghe ciglia,completano l'opera. Non ha mai visto un ragazzo tanto bello in ventidue anni della sua monotona e noiosa vita e in due anni che lo ammira da lontano, senza mai rivolgergli la parola -se non in classe quando le chiede se ha una penna nera in più-, non pensa ad altro che a lui. La sua voce è così calma e bassa che ogni volta fa venire la pelle d'oca,come quando le sfiora involontariamente le dita,per prendere la biro. Il sorriso smagliante e la lingua incastrata tra i denti lo rendono dolce,in netto contrasto con la sua aria da duro,con i suoi vestiti neri e la sigaretta. Non lo conosce,ma non l'ha mai giudicato per l'aspetto,le hanno sempre insegnato a non giudicare mai un libro dalla copertina. Ma detto tra noi,quell'aria da bad-boy la affascina. Si sposta una ciocca di capelli biondi dal viso,e lo mette dietro l'orecchio mentre si maledice mentalmente per aver scelto di indossare una gonna e non i soliti pantaloni. Ma voleva cambiare,e magari farsi notare da lui,cosa che non è successa. Un'allega Holland Argent le si presenta davanti,facendole distogliere lo sguardo dal misterioso ragazzo di cui conosce ben poco.Zayn Malik.
Questo è il suo nome e lo sa per il semplice motivo che frequentano gli stessi corsi di letteratura. Non è il solito ragazzo popolare,conosciuto da tutti e con una schiera di ragazze ai suoi piedi,pronte ad assecondare ogni sua richiesta o desiderio. Le ragazze ci sono,attratte dal suo aspetto,ma non è popolare come può sembrare e gli sta bene così. Non vuole stare al centro dei riflettori. E questo lo ha capito quando l'ha visto la prima volta,si è seduto più isolato rispetto agli altri,ha incrociato le braccia al petto tatuato e ha ascoltato attentamente le parole di Mr. Monroe,professore adorato da tutti gli studenti di letteratura e filosofia, per il suo esuberante modo di spiegare e di affascinare gli alunni delle sue classi. Ricorda perfettamente quel giorno,come se si fosse aperto un nuovo modo,fino ad adesso a lei sconosciuto,e lui ne fosse l'artefice. Holland,esasperata dalla mancata attenzione da parte di Olivia, schiocca le dita davanti al suo naso,facendola sobbalzare. Aveva scordato la sua presenza. Lancia un'ultima occhiata a Zayn,prima di seguire l'amica dai capelli rossi ramati verso la sua auto rossa. Il rosso è il suo colore preferito è anche chi non la conosce può dirlo con certezza,ha sempre qualcosa di rosso oltre ai capelli. Hanno sempre parlato poco durante il tragitto,si sono sempre limitate a cantare a squarcia gola le canzoni che passano alla radio e ridere come subito dopo. Si divertono con poco in effetti. Escono dall'auto,una volta parcheggiata davanti alla casa tipicamente inglese con la facciata rossa,scelta appunto da Holland,in Denbigh Terrace. Appena entrano il familiare odore di cannella le circonda e si buttano sul divano bianco qualche secondo dopo. La fioca luce del Sole, coperto dalle nuvole che promettono pioggia, illumina il soggiorno rendendo,secondo Olivia, la casa più accogliente. Holland si gira per guardare la sua amica bionda, sta guardando fuori dalla finestra,che da sulla strada,grazie alla tenda anch'essa bianca,spostata.
"Perché non provi a parlargli?"non ha bisogno di specificare chi,Olivia sa che sta parlando di Zayn.
"L'ultima volta che ho provato a parlargli-"viene fermata da Holland
"E anche la prima"puntualizza facendole alzare gli occhi al soffitto
"La prima,e ultima, volta che gli ho parlato,mi sono trovata con un livido sulla fronte,perché mi ha,involontariamente,sbattuto la porta in faccia"Holland scoppia a ridere ricordando la prima settimana del primo anno.
"Tu ridi,sono stata io a girare con una cosa viola in testa"borbotta
"Secondo me ti donava"l'altra non trattiene le risate e questo fa sbuffare Olyvia.
"Questa sera esco con Liam,vuole portarmi ad ristorante"sorride la ragazza dai capelli rossi.
"Bene,io prenderò la pizza quando tornerò dal lavoro"quasi esulta Olivia.
"Non puoi mangiare pizza ogni volta che io e Liam usciamo"ride Holland
"Si se non ho voglia di cucinare"ammicca prima di alzarsi. Il rumore dei tronchetti risuona nella casa silenziosa fino ad arrivare nella cucina,dove apre la dispensa e tira fuori una bottiglietta di tè al limone. Le nasconde perché Liam ha il vizio di finirglielo, quando passa la notte con la sua ragazza. Riempie un bicchiere di tè e lo porta alle labbra subito dopo. Ritorna in soggiorno,dove Holland ha acceso la televisione e sta cercando qualcosa da guardare.
"Io vado,rimani da Liam o venite qua dopo"
"No,ognuno a casa propria"ride Holland. Olivia esce di casa,saluta il vicino che sta rientrando dal lavoro,e si avvia verso il negozio d'antiquariato dove lavora,a Portobello Road,esattamente dietro l'angolo. Saluta la signora Murphy,la proprietaria e si mette subito al lavoro. Ama lavorare lì,l'aria così misteriosa,oggetti di altre epoche,che hanno una loro storia e una loro importanza. La Nona Sinfonia di Beethoven,come sempre,risuona nel negozio e Olivia scuote la testa divertita quando uno dei clienti abituali ci canticchia sopra,inizia a pensare che venga solo per la musica. Il campanellino alla porta indica che è entrata un'altra persona e si stupisce quando vede Liam,che le va incontro.
"Ciao Liam"saluta il ragazzo che le sorride e si sistema il colletto della giacca di pelle
"Ehi Liv,sono appena stato da mia nonna,e mi ha chiesto per il suo compleanno una penna d'oca... Ha detto che vuole tornare a scrivere con il pennino"Olivia annuisce alla sua richiesta e prende dallo scaffale di legno alle sue spalle,quello che Liam cerca. L'occhio le cade su una vecchia copia di Amleto di Shakespeare e successivamente si gira verso Liam dandogli la penna d'oca.
"Grazie Liv,Holland è a casa?"le chiede mentre paga il suo acquisto.
"Si,stava poltrendo sul divano quando sono uscita"risponde
"Vado a disturbarla allora"saluta e esce. Per tutto il pomeriggio,fino alle sei,Olivia,rimane in negozio ad accontentare i clienti,che sono per la maggior parte turisti e anziani in cerca delle cose che hanno fatto la storia. Mentre arriva a casa,stretta nel leggero cappotto,chiama la sua pizzeria di fiducia per ordinare la cena. Una volta a casa,si libera delle scarpe con il tacco e degli scomodi e freddi vestiti,per mettersi in pigiama e lega i capelli mossi e biondi in una coda alta. Tempo di arrivare in cucina per prendere da bere,che suonano il campanello. Prende i soldi e apre la porta.
"Quanto ti-"socchiude le labbra quando vede l'ultima persona che si sarebbe immaginata di vedere,davanti.
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Personal Trainer || Liam Payne
FanfictionAvrebbe fatto qualunque cosa per attirare la sua attenzione, per essere al centro dei suoi pensieri, anche chiedere al ragazzo della sua migliore amica di aiutarla in questo. Ma non sempre le cose vanno come ci si aspetta.. _ «Non lasciare che un ra...