Liam socchiude le labbra allentando la presa sui suoi polsi magri, troppo sorpreso da quello che le sue labbra rosee si sono lasciate sfuggire.
"Non avrei dovuto dirlo. È stato un'errore, dimenticalo."Olivia parla velocemente, agitandosi per allontanarsi da lui, per allontanarsi da tutti.
"Non posso dimenticare ciò che hai detto. Perché hai immaginato te stessa?"sussurra cercando di capirla.
Olivia ricorda come la sua figura si è materializzata sul sacco: i capelli mossi cadevano sulle spalle, gli occhi azzurri erano cattivi e dalle labbra tinte dal lucidalabbra di un rosso chiaro usciva una risata quasi malefica. La prendeva in giro mentre si arrotolava una ciocca di capelli sul dito, le diceva che non arriverà mai ai risultati che vuole ottenere: l'università non l'accetterà, lei non riuscirà a piacere a qualcuno, lei non riuscirà ad innamorarsi come vorrebbe e lei non riuscirà a cambiare.
E questi sono i punti deboli a cui la cattiva Olivia puntava.
Non può rispondere alla domanda di Liam, può semplicemente guardarlo fino a che la vista non si appanna a causa delle lacrime, la gola e il naso pizzicano e
"Solo... Abbracciami ti prego"trattiene un singhiozzo e lui non se lo fa ripetere due volte.La stringe a se ricambiando la sua stretta, che si fa più debole a causa dei singhiozzi. Liam passa la mano sulla sua schiena, accarezzandola dolcemente. Sente le lacrime salate della ragazza bagnarle il collo, ma non se ne cura e chiude gli occhi baciandole la testa ripetutamente.
Le sussurra di prendere respiri profondi, le sussurra che non è successo niente, di calmarsi e lo fa, dopo diversi minuti a piangere contro il suo petto, si rilassa al suono della sua voce. La testa le gira e sembra che il pianto l'abbia prosciugata da tutte le energie che le rimanevano in corpo.
"Vai a cambiarti, andiamo a prenderci una cioccolata calda"le sorride dolcemente, aiutandola ad alzarsi dalla panchina dove si erano seduti qualche minuto prima.
Olivia non dice niente, si limita a voltarsi verso le porte d'entrata e con passi lenti e pesanti passi, come se le costasse anche solo muoversi. Indossa nuovamente i jeans, la canotta nera,la felpa aperta blu e incalza le Adidas bianche, prima di risciacquarsi la faccia, dove gli occhi sono ancora arrossati, e ritornare da Liam.
La guarda accennando un sorriso e con un gesto involontario, ma che gli risulta quasi usuale, le prende la mano intrecciando così le loro dita.
Olivia sente il battito accelerare nuovamente a questo tocco e nonostante sappia che è sbagliato nei confronti di Holland, non ha intenzione di sciogliere la presa.
Solo quando devono salire in auto succede, ed entrambi chiudono la mano in un pugno, come a ricercare quel calore che manca. Non parlano in auto, la radio è insolitamente spenta, e solo i loro respiri e il rumore proveniente dall'esterno riempiono l'abitacolo. Una volta arrivati al bar più vicino, molto frequentato da Liam, il tempore del piccolo locale li accoglie e il ragazzo saluta cordialmente alcuni dipendenti prima di portarla verso un tavolino appartato."Non devi comportarti diversamente, era solo un momento di debolezza"prende parola Olivia, dopo aver schiarito la gola.
"Non mi sto comportando diversamente. Sono un paio di giorni che ho voglia di una cioccolata e come sai, non posso farlo con Holland perché odia anche il solo odore della cioccolata"alza gli occhi al cielo al ricordo delle espressioni schifate della sua ragazza.
"Già, Holland è... Holland"mormora lei, sentendosi tirata nuovamente verso il basso.
"Ma non siamo qui per parlare di Holland, siamo qui per te"
"E non ne capisco il motivo, sto bene Liam te l'ho detto: è stato un momento di debolezza"ripete cercando di convincerlo.
"Dimmi cos'hai, o ti faccio portare una cioccolata calda, bianca"
"Dio no, è orribile... Come fai a sapere che odio quella bianca?"
"L'ho presupposto, dato che a casa da voi nell'armadietto a destra c'è nascosta una scatoletta con le buste di cioccolato fondente. E visto che Holland odia la cioccolata, tu sei l'unica che la beve e potresti benissimo prendere quella bianca, ma non lo fai"scrolla le spalle con semplicità.
"Perché diventare un fisioterapista quando puoi diventare detective?"gli chiede facendolo ridere.
"Non riuscirei a farlo con tutti"termina li la frase, anche se vorrebbe aggiungerci che riesce a scoprire solo le cose che la caratterizzano "E non cambiare discorso, rispondimi sinceramente, capisco quando menti"le punta l'indice contro.
"Non ho niente, te l'ho detto"sospira anche se quelle attenzioni da parte sua non le dispiacciono.
"E da quando per niente si piange?"
"E da quando usi le frasi di Tumblr?"raggira la domanda con una risata.
"Da quando non rispondi alle mie domande. Facciamo una cosa, ne parliamo solo quando arrivano le cioccolate, d'accordo?"lei arriccia le labbra, facendo nuovamente un'espressione che Liam, su di lei, trova adorabile.
"Okay"acconsente con un sospiro, ha capito che da Liam non può sfuggire. Lui vuole aiutarla, per un motivo che le è ancora estraneo.
"Bene"sorride lui soddisfatto, prima di fare un cenno alla cameriera, che si avvicina con il block-notes e la penna.
"Salve, cosa desiderate?"
"Due cioccolate. Una normale e una fondente entrambe con la panna"ordina Liam e la ragazza annota tutto congedandosi con un sorriso cordiale.
"Anche la panna? Credi che sia depressa?"gli chiede accigliata facendolo ridere.
"Assolutamente no, giù di morale si, ma non depressa. E la cioccolata è buona con la panna, non puoi negarlo"le punzecchia il braccio facendola ridacchiare.
"Hai ragione"ammette guardandolo. Non può non sorridere vedendo le labbra fini di Liam aperte in un sorriso.
"Ho sempre ragione"si vanta, cercando di farla ridere nuovamente, perché nonostante tutti la trovino rumorosa e anche infantile, lui adora la sua risata, un po' perché abituato a quella di Niall, un po' -la maggio parte- perché ama vedere come le gote si alzano e le labbra di incurvino fino ad aprirsi, perché non possono allungarsi di più.
Ama il fatto che chiuda gli occhi e che il suo corpo tremi ad ogni risata, come se ci mettesse tutta se stessa per farlo.
Cinque minuti dopo arrivano le loro bevande e con esse, anche le rivelazioni di Olivia. Liam sa che è sbagliato obbligare una persona a parlare, ma sa che Olivia ha bisogno di parlare con qualcuno che non sia Harry o i muri della sua camera, che oramai traboccano di scritte.
"Uhm, okay, allora"inizia cercando le parole giuste per esprimersi. Non è brava a voce come lo è con carta e penna. "Come sai, o almeno penso che tu sappia, non sono molo sicura di me stessa: ho sempre il timore di sbagliare e perdere tutto ciò che ho, tutti quelli che ho, ho paura di non essere abbastanza-" Liam la interrompe, volendo arrivare proprio a questo.
"Perché pensi di non essere abbastanza?"
"Perché non sono Holland"
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Buonsalve a voi, se siete arrivate fino a qua il capitolo non era così penoso come temevo e voi non avete eliminato la storia dalla biblioteca. Sto delirando, nuovamente. Okay, come al solito ditemi cosa ne pensate perché mi piacerebbe veramente saperlo. E andreste a leggere le altre mie storie?-O.C.D||Ashton Irwin
-Photograph||Harry Styles --> che spero di aggiornare il prima possibile ma sto provando a allungare i capitoli e quindi si
-Heterocromia||Michael Clifford --> mi scuso con chi la legge, ma quello che ho scritto per Photograph vale anche qui e l'ho detto ad un paio di voi.
Vi consiglio anche di leggere le storie di ashtonshug di fletcherssmile98 e ultima ma non ultima lefossettediashton perché si.
A presto, spero
All the love. sel_direction
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Personal Trainer || Liam Payne
FanfictionAvrebbe fatto qualunque cosa per attirare la sua attenzione, per essere al centro dei suoi pensieri, anche chiedere al ragazzo della sua migliore amica di aiutarla in questo. Ma non sempre le cose vanno come ci si aspetta.. _ «Non lasciare che un ra...