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Liam finisce di girare il cucchiaino nella tazza, non distogliendo lo sguardo dalla figura di Olivia seduta sul dondolo,a qualche metro dal lago, con lo sguardo perso nel vuoto.
Prende anche l'altra tazza e esce raggiungendola.

Sa che è arrabbiata con lui per averla portata dall'altra parte della nazione quando era incosciente delle sue azioni.

"Ti ho fatto del tè"mormora passandogli la tazza rossa fumante, ma lei sembra non sentirlo.

Si chiede come mai di questa sua azione, cosa l'ha spinto a fare questa pazzia e perché ha messo in mezzo lei.

Il ragazzo sospira, creando una nuvoletta bianca, sedendosi al suo fianco.
"Liv, parlami"la prega abbassando lo sguardo.

"Cosa dovrei dirti? Dimmelo, perché non ne ho idea"dice lei, non accennando a spostare lo sguardo dalla distesa d'acqua.

"Qualsiasi cosa, non importa, puoi pure urlarmi contro se ti va, basta che lo fai."

"Come diavolo ti è venuto in mente di portarmi qua?! Saltiamo entrambi la scuola, e tu hai una ragazza! Cosa pensi che dirà la mia migliore amica quando verrà a sapere che sono in un paese sperduto della Cornovaglia, con te?! Mi ucciderà ecco cosa"

"Non lo verrà a sapere. Pensa che io sia a Wolverhampton per risolvere dei problemi, mentre tu sei a Manchester per tuo nonno"

"L'unico nonno che mi era rimasto è morto, cinque anni fa!"urla imprecando mentalmente contro di lui.

"Lo so, ma sono certo che Holland non ne ha la più pallida idea, giusto?"

Olivia sospira. "Perché mi hai portata qua?"

"Abbiamo solamente bisogno di allontanarci dalla città, dalle persone, dai problemi.."le passa nuovamente la tazza, e questa volta lo accetta, ha ancora male alla testa a causa della sbornia presa qualche ora fa.

"Potevi portare Holland, perché portare me?"

"Perché lei è un problema in questo momento, sia per me, che per te"Olivia serra le labbra, non può ribattere perché una parte di lei sa che è la verità.

"Di chi è questo posto?"chiede dopo essersi osservata attorno. È un bel posto, calmo e rilassante, non si sentono i rombi dei motori, non si sentono bambini piangere e persone urlarsi contro, non si sente niente, se non il fruscio degli alberi.

"Dei miei genitori, loro non vengono più qui da qualche anno, l'hanno regalata a me, solitamente ci passo l'estate qui."

"È un bel posto"ammette portandosi la tazza alle labbra.

Liam annuisce, d'accordo con lei.
"Lo è ed è perfetto per allenarsi"sorridono entrambi, senza guardarsi.

"Dopo ciò che ci siamo detti ieri, tu vuoi ancora aiutarmi, veramente?"

"Sono le sei della mattina ma so cosa sto dicendo"ride

"Avevi detto che non volevi più rincorrermi, eppure siamo qui"

"Hai detto la stessa frase questa notte, solo che eri ubriaca e sdraiata sul letto di Harry"

"Avrò detto tante di quelle cose stupide"ride imbarazzata,portandosi le gambe al petto e nascondendole sotto la grande felpa per proteggersi dal freddo.

"Neanche tante, eri divertente e spensierata"le dice mordendo si il labbro divertito prima di continuare "E non facevi altro che chiamarmi LeeLee"scoppia a ridere quando il sangue affluisce maggiormente sulle gote di Olivia, rendendole di un rosso acceso.

"Smettila, è imbarazzante"lo spinge leggermente stando attenta a non spargere il tè e questo non fa che aumentare la rumorosità della sua risate.

"Avrei dovuto registrarti, eri... Dolcissima"continua a ridere non rendendosi conto delle sue parole, ma Olivia arrossisce, pensa che lei sia dolce.

"Quanto restiamo qua?"chiede per cambiare discorso, arrendendosi al fatto di essere in un altro paese con il ragazzo della sua migliore amica.

"Una settimana, ma se resteremo di più se ce ne sarà bisogno"

Lei corruga la fronte, confusa "Che intendi dire?"

Liam sospira e la guarda "Holland non è il motivo principale del perché ti ho portata con me, riguarda la discussione di ieri: hai bisogno di riacquistare fiducia in te stessa, e sono sicuro di poterti aiutare"

"Perché pensi questo?"chiede curiosa e questa domanda fa irrigidire Liam, non può dirle perché -probabilmente- prova qualcosa per lei.

"Perché penso di poterti aiutare?"chiede e lei scuote la testa.

"No, perché mi vuoi aiutare"

"Perché ti voglio bene e non voglio più vederti in questo stato"si è esposto fin troppo ma a questo punto non gli importa, direbbe e farebbe qualsiasi così pur di curarla da questa sua ossessione per Holland. Olivia abbassa lo sguardo sulle sue mani, immerse nelle maniche della felpa mentre le dita spuntano per tenere e si sposta una ciocca dei capelli biondi, dietro l'orecchio.

"Veramente?"chiede timida, voltando di poco lo sguardo verso di lui.

"Veramente cosa? Che ti voglio bene?"Olivia annuisce "Perché dovrei mentire?! Sei una bravissima persona e una bellissima ragazza, tu non hai idea di quante persone ti ammirino per la tua intelligenza e sei dannatamente dolce"mette la tazza vuota all'angolo del dondolo, e si mette davanti a lei, in ginocchio in modo da poterla guardare. "Solo che tu non riesci a vedere quello che vedo io"accarezza impercettibilmente le sue gambe non distogliendo lo sguardo dai suoi occhi lucidi.

Olivia non sa cosa dire, Liam ha il potere di lasciarla senza parole.
"Adesso che non sei più così tanto arrabbiata con me, vieni dentro? Si congela"si alza facendo leva sulle sue gambe e le porge le mani per alzarla.

"Una cosa prima"lo ferma quando stanno per rientrare.
"Ti voglio bene anche io, Liam"lo abbraccia, e lui la stringe a se, non volendo più lasciarla andare.

Personal Trainer || Liam PayneDove le storie prendono vita. Scoprilo ora