Stockholm syndrome-Payton Moormeier

capitolo 38

I suoi genitori erano quasi un ricordo sfocato, come se non li avesse mai avuti sul serio.
Piangeva e piangeva, piangeva perché non sapeva cosa fosse quella sensazione, qualcosa che gli mancava ma di cui non ricordava nulla.

Il suo viso era ormai livido e sfinito come se i suoi occhi si stessero per chiudere, osservava l'area affranta della ragazza di fronte a lui; non sapeva cosa pensare o cosa dire era rigido e impassibile nonostante le ferite avessero fatto infezione, sembrava che ad un solo battito di ciglia sarebbe crollato in quel letto dove aveva fatto solo del male.

non esiste più nessuno, ormai solo tu occupi repentinamente i miei pensieri.

osservarla mi rende triste.

"hai davvero una brutta cera" esclama lei quasi scherzosamente.
La osserva con gli occhi sbarrati o più che altro osserva il suo viso bagnato.
"oh si, sto davvero una merda" dice in risposta tossendo, si alza con fatica sentendo lo sguardo fisso di Mary su di lui.
"se morirò sarai libera, lo sai vero?" si gira verso di lei dopo essersi sfilato la maglietta. Sembra sussultare alla sua affermazione, ma non per quello che pensa lui.
"I dottori hanno detto che non mor-" non ha il tempo di finire che viene scaraventata con violenza contro il muro, chiude gli occhi all'impatto ed inizia a tremare, ha paura che la picchierà come non faceva da troppo tempo.
"NON MORIRÒ SE LO DECIDO IO." urla con rabbia sbattendo le mani contro il muro, la punta del suo naso toccava quella della ragazza rannicchiata contro il muro, non aveva il coraggio di aprire gli occhi ma sentiva il calore del suo corpo così vicino a lei
"ne ho così bisogno.." mormorò lui muovendo le labbra al ritmo delle parole contro la guancia di Mary.
Non poteva far altro che piangere ed aspettare che tutto finisse per poi ricominciare.

SPAZIO AUTORE /AUTRICE

ciao ragazzi :)

sono tornatx con un nuovo capitolo come promesso e lo so è un po' corto ma meglio di niente, proverò ad impegnarmi di più la prossima volta. >3