capitolo 37

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entrambi si girano di scatto verso la porta che viene improvvisamente spalancata, mostrando una donna sulla cinquantina
"Pay-oh chi è lei, la tua ragazza?" chiede subito la donna con un gran sorriso
"oh- ehm..io-" i zigomi di Mary si tingono di rosso
"no, non lo è." risponde seccamente per poi deglutire e in quel istante il cuore della ragazza sembra congelarsi all'interno del suo petto, sentiva già lo strato sottile di lacrime al di sotto dell'occhio pronto a uscire.
"oh beh, piacere tesoro sono la dottoressa Miller" parla la donna poggiando alcune scartoffie su un mobile posto dall'altro lato della stanza
"p-piacere.. i-io sono Mary.." le risponde con un sorrisino forzato.

"Ho una buona e una cattiva notizia" avvisa poi dopo essersi avvicinata al lettino con un paio di fogli tra le mani.  Si sentì tirare improvvisamente e un caldo respiro su tutto quello che percepì poi
"siediti per terra." mormorò con un tono che sembrava scolpito da pietre e cumuli di ghiaccio. Lei lo fissò smarrita ma non osò disubbidire.
"perché ti sei seduta a terra cara? c'è una sedia proprio diffianco a te" le indico proprio quest'ultima con le sopracciglia corrucciate ma lei negò frettolosamente intimando la dottoressa a riferire le due "notizie".

"la bella notizia è che tu ragazzo puoi tornare a casa senza preoccuparti." sorrise guardando Payton che non traspariva la benché minima emozione
"q-quella cattiva?.." deglutì la ragazza ancora seduta sul pavimento uburne.

"le ferite sono davvero gravissime in se quindi se riaperte o inflite di nuovo  potrebbero creare ancor più gravi infezioni quasi mortali, quindi stai attento Payton." finì ed entrambi non dissero nulla per un paio di minuti
"beh io vado spero abbiate una buona giornata" disse per poi sistemare tutti i fogli e dirigersi verso la porta
"ah dimenticavo, tra due ore potrai lasciare l'edificio e tornare a casa" continuò e poi uscì dalla stanza nella quale calò il silenzio assoluto.

"perché...perché mi hai fatto sedere sul p-pavimento?" chiese

"stanno arrivando stai zitta." la liquidò subito senza neanche guardala solo con lo sguardo fisso verso la porta.
"m-.."
"siediti sulla sedia" le ordinò dominante e ciò la obbligò a scattare in piedi e sedersi su quella sedia bianco latte.
"PAYTON" urlarono in coro non appena spalancarono la porta con la loro solita accortenza. Lui subito sorrise, un sorriso sollevato e sincero, ma c'era sempre quel pizzico di amaro come in ogni espressione ed in ogni sua parola, lo aveva sempre notato Mary.
"come stai amico?" chiese Chase
"ti fa ancora male qualcosa?" continuò Derek
"No...sto b-"
"sicuro?" lo fermò Owen
"chiamiamo qualcuno se vuoi? magari non riesci ad alzarti dal letto.." si mordicchiò l'unghia dell'indice Jaden
"ma lo fai parlare cretino?" lo schiaffeggiò Beverley
"mi hai fatto male" si accarezzò la guancia
"ragazzi sto benissimo solo un po' stanco" rise Payton
'che bel sorriso..' si ritrovò a pensare Mary in disparte da tutti ma in grado di osservare bene il suo viso.
"meno male dai" sorrise Derek e poi posò il suo sguardo sulla ragazza e poi di nuovo su Payton
"vedo che eri già in buona compagnia eh" concluse
"pfft" quel versetto fatto di lingua denti e palato servì a far serrare le gambe di Mary e questo ovviamente non sfuggì a Payton...

***

"ci vediamo la settimana prossima ragazziii" urlò lui verso i suoi amici dentro l'auto e dopo ciò si ritrovarono soli nel giardino della "loro" casa; Lui costretto a reggersi ad una stampella e lei con continui tremori causati dalla sua presenza.
"entriamo." Mormorò sforzandosi nei sui movimenti e lei si stupì che non gli avesse ordinato di aiutarlo a camminare.
"Vuoi una mano?" chiese titubante la ragazza dopo aver chiuso la porta d'ingresso
"no, non serve."rispose affannosamente mentre saliva lentamente le scale.
Sentiva le sue ossa sgretolarsi e inclinarsi, la ferita sull'addome dilatarsi e storcersi come se essa stesse andando in panico, il sangue collargli dalle braccia infuriato, e nonostante fosse tutto solo frutto della sua immaginazione la mani gli tremavano in cerca di aprire la porta della sua stanza, ogni sensazione era pesante e fin troppo ingombrante.

Mary non capiva perché fosse così preoccupata, non capiva perché non avesse benché minimamente pensato di scappare o chiedere aiuto, si chiedeva come stesse, se si fosse fatto male o se avesse avuto bisogno di lei per qualsiasi cosa.
Girava per il salotto da più di 15 minuti chiedendosi se sarebbe stata una buona idea salire da lui o dormire sul divano
"sto impazzendo seriamente" si massaggió le tempie per poi correre verso il piano di sopra, rallentò il passo pian piano che si avvicinava a quella porta e lentamente la spalancò con gli occhi chiusi nervosamente
Lui tremava, scusso della sua maglietta,le sue dita sfioravano e percorrevano il suo petto, il suo addome e infine le braccia. L'atmosfera era disturbante quasi angosciante, puntando gli occhi in quelli del ragazzo di fronte a lei, si ritrovò in un'ondata di scuro, come se stesse nuotando nell'inchiostro.
"perché mi guardi in quel modo?" gli chiese ridacchiando in modo poco credibile facendolo sembrare qualcosa di bislacco, ma una piccola lacrime bagnò proprio la sua guancia, come se non fosse lui a prevalere su esse.
Mary fecè lentamente molteplici passi per arrivare diffianco a lui e affiancarlo
"Mary.." sussurrò il suo nome raschiando di sua spontanea volontà la pelle delle sue membra e ciò fece storcere e rabbrividire tutto il corpo della ragazza
"smettila di farlo, smettila di farti cosi male" parlò con voce sottile poggiando la propria mano sul suo braccio.
"tu stai bene Payton, tu sei felice.." la sua voce lo blandì e lo rilassò fino a far crollare la propria testa sulla spalla di Mary.

"Sono...felice.."

spazio autrice

payton era intenzionato a dirle qualcosa ma non ci è riuscito.. secondo voi cosa? #ansia

io da quando ho iniziato a scrivere su Wattpad: i'm alive but i'm dead

(scusate se ci sono errori)

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Stockholm syndrome-Payton Moormeier Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora