capitolo 2

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Un mal di testa atroce mi colpì appena riuscii ad aprire gli occhi,ho la vista appannata e riesco a vedere solo del grigio, ma riesco perfettamente a capire di essere seduta su una sedia senza la possibilità di muovermi, sia le braccia che le gambe sono legate alle arti della sedia.

Ci mancava solo che mi rapissero meraviglioso.

Riesco finalmente a vedere cosa mi circonda..

Una stanza grigia: sfoglia con un letto proprio di fianco a me e una doccia all'angolo della stanza non munita di copertura.
Mi sento talmente debole che non riesco neanche ad urlare aiuto ma alcune lacrime escono causandomi anche un fastidioso mal di testa

D'improvviso una porta di ferro che neanche avevo notato si apre e poi chiude subito dopo. Io ho lo sguardo basso,sento i passi farsi più vicini fin a quando non sento la mia testa entrare in contatto con qualcosa che penso sia il suo addome.

Alzo lentamente la testa e le mie labbra sfiorano con la stessa lentezza la pelle di esso.

Era a petto nudo, indossava solo una tutta nera e rossa con un passa montagna nero. Ritraggo subito indietro la testa,ma lui affera violentemente il mio viso piegandosi verso di me,mi obbliga a guardarlo nonostante io possa vedere solamente i suoi occhi color miele, purtroppo spenti e le labbra estremamente carnose e rosse,che mi ritrovai a fissare molto intensamente e lui notandolo si allontanò tornado in una posizione eretta, girò intorno la sedia e poco dopo sentii il suo respiro fra i miei capelli,stavo andando in panico
tutto ciò mi fece salire un'insopportabile ansia

Deglutì quando spostò i capelli dal collo sfiorandolo appena con la punta della lingua,lo morse con violenza che dovetti resistere per non lasciar uscire nessun lamento,le sue labbra toccarono per poco la mia pelle facendomi sentire quanto fossero morbide, tanto che ansimai appena..

"Ti piacciono così tanto le mie labbra ragazzina?"rise e la sua voce così roca mi fece rabbrividire,mi passo diffianco facendo scivolare fra le sue dita una ciocca dei miei lunghi capelli castani

Non risposi anche perché non gli avrei mai detto che era proprio cosi.

"Perché mi hai rapita?"riuscii a chiedergli
"Oh.."poggia entrambe le mani sulle mie braccia guardandomi dritta negli occhi
"Sei cosi timida.."parla abbassando il tono di voce
"Innocente.."porta la mano sulla mia coscia facendomi sussultare,strinse l'interno coscia mentre io cercai in qualche modo di allontanarmi dal suo tocco
"Cosi..mmh..piccola" continuò spostandola sul mio fianco,non volevo assolutamente che mi toccasse.

"Non t-toccarmi.."strizzai gli occhi

Rise mettendomi ancora più paura per poi uscire dalla stanza.

Rimassi li ferma a piangere guardando il soffitto finché non so come mi addormentai per la troppa stanchezza..

Stockholm syndrome-Payton Moormeier Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora