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L'indomani mattina, Louis decise di osare un poco.
Arrivato a scuola si recò dai quattro ragazzi e arrossendo chiese velocemente se volessero venire a casa sua per il fine settimana.
«Come scusa? Non ho sentito bene...» gli disse Liam sporgendosi verso di lui.
«Voletevenireacasamia?» ripropose allo stesso modo.
«Lou, calmati o non capiamo cosa dici» Harry gli prese un fianco tirandoselo vicino in un simil abbraccio, e il liscio potè giurare di star morendo in quel preciso istante. Prese un respiro profondo e alzò gli occhi in quelli del riccio.
«Vi andrebbe di venire a casa mia?» arrossì copiosamente e «Ovviamente non siete obbligati o cose del genere, solo... questo weekend sono a casa da solo e io ho una casa abbastanza grande e- non prendetemi per stupido, ma ho paura di stare solo in una casa così grande...» si affrettò ad aggiungere. Abbassò lo sguardo ancora rosso in viso sentendosi quattro paia di occhi che lo scrutavano.
«Va bene,» Zayn parlò dopo un minuto di silenzio, «saremo da te per le quindici di sabato e dormiremo lì. E- Louis, era ora che tu ti sbloccassi un po', ne sono contento.»
OcchiBlu sorrise e quando si accorse che era ancora appiccicato a Harry si tolse in fretta borbottando delle scuse. Non vide che Harry ci rimase male e che lo guardò con un velo di tristezza  negli occhi. Era già andato via, percorrendo il giardino con le sue gambette corte e un passo svelto.
«Haz, cos'è quella faccia, amico?» il biondo gli diede una pacca sulla spalla, lui scosse la testa e borbottò un "niente" mentre s'allontanava venendo salutato dal quelle oche delle cheerleader. Galline bionde senza cervello, pensò raggiungendo la sua classe.

Poche ore più tardi, Louis si trovò seduto da solo a mensa a mangiucchiare un pezzetto di torta che gli aveva preparato la madre.
"Ci vogliono solo del cioccolato e degli amaretti, Louis! E quando è pronta gli dai una spolverata di zucchero filato", ma poi gliela fece comunque sapendo che era un disastro in cucina e quella era in assoluto la sua torta preferita.
Louis aveva sempre bisogno di mangiare dolci quando si sentiva triste, proprio come un quel momento. Problema: lui non sapeva il perché del suo stato d'animo.
Come un improvviso soffio d'aria fresca in una giornata afosa, Niall arrivò e, con tutta la sua grazia tale a quella di un uragano, si sedette del posto vuoto al suo fianco e chiese «Posso sedermi, vero?». Il liscio lo guardò trattenendo una risata «Nah, è il posto del mio amico immaginario.» disse ironicamente.
«Oddio, da piccolo il mio amico immaginario si chiamava Micheal. Mi manca il mio Mickey.» finse di asciugarsi una lacrima, Niall.
«Mickey Mouse? Topolino? Lo guardavo sempre quando ero più piccolo» si intromise nella conversazione Liam che intanto li aveva raggiunti con gli altri due amici a seguito.
«Oh, cristo. Perché mi deve piacere uno così?» domandò Zayn fra sé e sé facendo ridacchiare Harry e Louis. Niall e Liam erano troppo concentrati a scambiarsi opinioni sul cartone animato citato poco prima.

Louis guardò Harry e Harry guardò Louis.
Si persero nei loro stessi occhi. Il blu e il verde si confondevano, si baciavano, facevano l'amore, danzavano, eppure il più piccolo distolse lo sguardo e abbassò la testa sentendo le goti bruciare.
Il riccio si sentì esattamente come quella mattina.

Il pranzo passò così, con Liam e Niall che discutevano di chissà che cosa, Zayn che contemplava Liam e Harry che amava con gli occhi Louis, ma questi sembrava non voler alzare lo sguardo dalla superficie del tavolo.

Appena la campanella suonò annunciando la ripresa delle lezioni, i due scattarono in piedi e non guardandosi indietro corsero verso le proprie aule lasciando sbigottiti i tre amici alle loro spalle.

No, per quella giornata non sarebbe più successo nulla di entusiasmante.
Louis avrebbe quasi pianto, avrebbe urlato non capendo il suo comportamento, perché si sentisse  così nei confronti del riccio.
Harry avrebbe fatto finta di niente, si sarebbe bevuto una birra ignorando le telefonante degli amici, e di sua sorella, e di sua madre, per restare in silenzio a fissare il muro in cerca di una risposta a una domanda non specifica. Non sapeva nemmeno lui cosa chiedersi se non la motivazione del comportamento di Louis quando erano vicini.
Lo odiava?

Anthos // l.s.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora